3-Revelations and school

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Michael mentre saliva le scale riuscì a origliare il resto del discorso.
Sentì a proposito di una qualche vendetta.
Si chiese come mai suo padre gli avesse detto di stare lontano da Joanna, di certo quella ragazzina non sarebbe stata pericolosa per un mortale figuriamoci per uno come lui.
Rallentò il passo cercando di ascoltare ancora, fino a bloccarsi del tutto quando senti' sua madre piangere.
Scese qualche gradino senza fare rumore e senti' la voce del padre proseguire
"Oh Isabel non piangere. Presto potremo vendicare Jason Il nostro bambino e potrà riposare in pace." Michael era confuso.
Avevano detto bambino e "riposa in pace" .
Il ragazzo era figlio unico e di certo non era morto quindi questo voleva dire che aveva avuto un fratello, che qualcuno aveva eliminato e nessuno in tutti questi anni si era preso la briga di dirglielo.
Sentiva la rabbia montargli dentro.
Tirò un pugno al muro, lasciando un orribile buco.
I genitori corsero a vedere cosa fosse successo, a Isabel quasi venne un colpo quando vide il muro della sua povera casa distrutto .
"Perché hai tirato un pugno al muro? Sei diventato pazzo per caso?" Urlò la donna isterica.
"Perché non me lo avete mai detto?" Rispose Michael con tutto il fiato che aveva in corpo.
I genitori rimasero ammutoliti da quella domanda.
"Che cosa avremmo dovuto dirti?" Chiese Robert cercando di mantenere un tono calmo.
"Lo sapete benissimo! Non mi avete mai detto che io avevo un fratello! Che è morto! Che il motivo per cui mi ritrovo in questo buco di città è perché dobbiamo vendicarlo!" Urlò il ragazzo portandosi le mani tra i capelli rossi
"Hai appena fatto un buco nel muro ti basta come risposta? Non sei in grado di controllare i tuoi poteri quando sei arrabbiato!" Squittì la madre.
"L'abbiamo fatto per il tuo bene. Per proteggerti!"Urlò il padre con tono autoritario .
Con una velocità disumana il ragazzo si ritrovò faccia a faccia con il padre "sono stufo della vostra protezione asfissiante. non sono più un bambino " Sibillò.
Poi Guardò in faccia la madre " e per la cronaca quella ragazza la stavo fissando perché mi sembrava carina e non perché ho intenzione di rubarle l'anima. Io non sono un mostro come voi" disse scandendo le ultime parole con rabbia e con la stessa velocità con cui aveva sceso le scale andò in camera sua sbattendo la porta per poi lanciarsi sul letto portando le mani sotto la testa .
Poco dopo suo padre bussò alla porta ed entrò senza attendere il permesso
"Michael... io e tua madre volevamo chiederti scusa."
Il ragazzo si voltò .
Suo padre era in piedi in mezzo alla stanza mentre sua madre era appoggiata allo stipite della porta, le lacrime di colore nero le righavano il volto.
"Dispiace anche a me. Non è vero che siete dei mostri. Non è vero niente di tutto quello che ho detto!" Disse il ragazzo osservando il soffitto per poi sentire la madre tirare un sospiro di sollievo.
"Non fa niente figliolo. Tra poco prepariamo la cena, ti faccio un fischio quando è pronto. "
Gli disse suo padre per poi dargli una pacca sulla spalla ed uscire chiudendosi la porta alle spalle seguito da Isabel.
Michael insipirò profondamente, era dura dover mentire ai propri genitori, ma cosa ci poteva fare se lui era diverso, se non voleva rubare l'anima alle persone?
Gli era capitato solo una volta di rubare un anima.
Era di una ragazza, l'unica ragazza che lui abbia mai amato in tutta la sua vita.
Quando rubi un anima a una persona ti impossessi della sua forza vitale e diventi più potente.
Michael dimostrava 19 anni ma ne aveva molti di più, quando i tuoi poteri raggiungono il culmine della potenza la tua crescita si blocca e non invecchi più.
Lui era l'unico di tutta la sua specie a mantenere un aspetto così giovane.
Sentì suo padre chiamarlo interrompendo il filo dei suoi pensieri.
Mentre usciva dalla camera guardo il suo riflesso nello specchio, una lacrima, nera, era scesa dal suo occhio destro.
"Merda!" Imprecò asciugandosi velocemente il viso e scese per la cena.

Una volta seduto a tavola
Giocherellò un pò con il purè di patate e i piselli nel suo piatto, non aveva molta fame.
"Tesoro c'è qualcosa che non va?" Gli domandò sua madre visibilmente preoccupata.
"Come è morto mio fratello?"
I suoi genitori si guardarono, non erano affatto sorpresi della domanda.
"È stato ucciso." Rispose suo padre.
Michael non voleva sapere altro, si concentrò sulla sua cena cercando di non pensare al fratello che non avrebbe mai conosciuto.

Joanna quella mattina si svegliò con le parole del fratello che le riecheggiavano nella testa.
Si preparò per andare a scuola, fece colazione, ma la sua testa continuava ad essere altrove.
Riuscì a prendere l'autobus per un soffio.
Si sedette vicino a Julie e a George, i suoi migliori amici, quei due stavano insieme da quasi un anno.
Erano una coppia perfetta
Lei bionda occhi verdi, lui capelli neri occhi marroni
Grazie al cielo erano impegnati a parlare fra di loro, Joanna non se la sentiva di subire i loro discorsi da piccioncini prima delle 8:00 del mattino .
Appena arrivò a scuola andò al suo armadietto e prese i libri per la lezione di italiano che aveva alle prime due ore, matematica e storia alla terza e quarta ora.
Mentre camminava per andare in classe vide in lontananza una chioma rossa.
Non poteva essere !
Quello stronzo adesso frequentava anche la sua stessa scuola
"fantastico" Sussuro'
Vide che il ragazzo entro' in una quinta.
lei andava in quarta, le probabilità di incontrarlo erano pari a zero.
Sentì il suono della campanella.
Corse in classe e si sedette in uno degli ultimi banchi.
La professoressa entrò in classe e dopo un rapido appello iniziò a spiegare.
Su quattro ore la ragazza sarà stata attenta neanche cinque minuti .
Continuava a pensare alle parole del fratello e del padre.
Decise che li avrebbe affrontati quel pomeriggio.

Finalmente arrivò l'ora di pranzo,stava morendo di fame.
Si sedette allo stesso tavolo di Julie e George, ora che era decisa a parlare con i suoi genitori poteva pranzare con tranquillità.
Quando entrò nella mensa vide Michael seduto un paio di tavoli più in là rispetto a lei.
Michael aveva iniziato a fissarla fin da quando aveva messo piede nella stanza.
Circa a metà del pranzo Joanna si stufò di sentire due occhi puntati su di lei quindi Si alzò di colpo e con passo sicuro si avvicinò al ragazzo sbattendo le mani sul suo tavolo.
"Perché mi stavi fissando?" Chiese in tono duro.
"Io non ti stavo fissando" Rispose Michael con la bocca piena scrollando le spalle
"Tu mi stavi fissando, è da quando sono entrata che mi fissi !" Cercava di mantenere un tono calmo, ma sapeva che di lì a poco si sarebbe messa ad urlare.
"Se dobbiamo essere sinceri... eri tu a fissare me" Disse Michael sorridendo continuando a mangiare .
"Io non ti stavo fissando" Rispose lei alzando un pò troppo il volume della voce
"Sei completamente fuori strada, sei tu che fissavi me ! E ora se non ti dispiace vorrei finire di mangiare" Il ragazzo disse tutto ciò con una tale calma che fece impazzire Joanna.
La ragazza prese il piatto di Michael e glielo rovesciò in testa "Buon appetito allora" rispose brusca e si allontanò soddisfatta.
Quando si risedette a tavola metà degli studenti la stavano fissando.
Julie si mise a ridere "e quel ragazzo chi è? Sembra ti piaccia molto" disse sarcastica .
Joanna arrossì "non hai notato che gli ho versato il piatto in testa?" Disse ridendo
Sì voltarono tutti e tre a guardarlo .
Michael si stava ripulendo i capelli e per un momento i loro sguardi si incrociarono.
Il pranzo continuò senza altri colpi di scena.
Mentre Joanna usci' dalla sala Michael la superò
"visto? Eri tu a fissarmi prima " le disse sorridendo facendole un occhiolino prima di andare via


Spazio autrice
Bene l'altra ragazza e' andata in Francia e mi ha abbandonata lol beh che dire spero che il capitolo vi piaccia

Darkness||Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora