7- Irwin

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Quando si svegliò, Joanna era sola distesa su una brandina.

Michael la sera precedente, mentre lei dormiva a terra , l'aveva presa in braccio per poi poggiarla sul materassino .

La ragazza si alzò, camminò in tondo per sgranchirsi le gambe.
Probabilmente era mattina, ma poteva anche essere pomeriggio o sera.
Non c'erano finestre, ne orologi.

Penso' ad un modo per poter scappare da li.
Andò alla porta, afferrò la maniglia, l'abbassò e come sospettava, era chiusa.
Un punto a favore per i rapitori.
Cercò nella libreria, nella speranza di trovare qualcosa con cui aprire la porta.
Prese una lattina.
Iniziò a colpire la maniglia.
L'unico risultato fu una lattina ammaccata e un braccio dolorante.
La lasciò cadere a terra.
Si sedette sulla brandina.
Si rannicchiò.
Chiuse gli occhi e iniziò a piangere.
Stava per rinunciare quando si ricordò della presa d'aria.
Era proprio sopra al lettino.
Splancò gli occhi, un barlume di speranza si accese in lei.
E non avrebbe mai permesso che si spegnesse.

Michael usci' dalla casetta all'alba.
Joanna si era addormentata qualche ora prima.
Era così serena mentre dormiva.
Così bella.
Il ragazzo dovette tornare a casa a piedi.
Ci mise delle ore.
In quel lasso di tempo penso' a quanto fosse stupido a pensare di lei in quel modo .
Si illudeva e basta.
Chi avrebbe mai potuto amare un mostro come lui ?
Si fermò di colpo.
Doveva pensare ad altro.
Non poteva di certo mettersi a piangere in mezzo alla strada.
Un ragazzo dai capelli rossi con delle lacrime di colore nero sul volto non è una cosa che si vede tutti i giorni .
Strinse i pugni fino a far diventare bianche le nocche.
Riprese a camminare.
Cammino' il più velocemente possibile.
Doveva scaricare la tensione.
Riusciva a vedere la sua casa in lontananza.
" Finalmente a casa " sussurro' .
avrebbe potuto riposarsi, spegnere il cervello e non pensare costantemente a Joanna.

Qualcuno gli ando' in contro.
Sforzò la vista e riuscì a vedere meglio chi fosse e la cosa lo irritò molto.
Jace stava camminando verso la sua direzione e non aveva un aria molto amichevole.
"Clifford! " urlò quando si trovarono a pochi metri di distanza
"È un piacere vederti anche per me" rispose Michael sorridendo beffardo
Jace si fermò a pochi centimetri da lui.
I loro volti erano così vicini che Il castano poteva scorgere le striature di verde e azzurro degli occhi dell'avversario.
"Mia sorella è scomparsa" disse jace con rabbia tanta rabbia
"Che cosa ti fa pensare che a me interessi qualcosa?" Disse l'altro con finta voce innocente facendo spallucce
"Non fare Il finto tonto, io so che tu centri con questa storia. Dove sei stato sta notte?" Chiese alzando un sopracciglio
Michael sorrise portando la lingua tra i denti
"non per vantarmi, ma sta notte ero a casa di un amica, diciamo, molto intima." Mormorò
"Confessa o andrò dalla polizia"
Michael rise di vero gusto
"a davvero? E con quali prove?"
Jace non rispose rimase a guardarlo.
Sapendo che la sua teoria sarebbe stata demolita in un batter d'occhio.
Il rosso soddisfatto lo superò e andò a casa, continuando a ridere come un ebete

Il ragazzo varco' la soglia di casa ormai esausto.
Si stava avviando verso le scale quando senti sua madre chiamarlo.
Era seduta sul sofà, Michael aveva così sonno che non l'aveva notata, e non aveva notato neanche gli ospiti.
Una delle più antiche e rispettate famiglie della loro specie.
Erano in 5, i genitori più i figli, due maschi e una femmina.
Li conosceva fin troppo bene.
Erano gli Irwin.

La madre era una bella donna, bionda con gli occhi verde muschio suo marito era castano con dei grandi occhi marroni , si chiamavano Anne e Peter.
La figlia femmina , Lauren, aveva i capelli castani con riflessi color caramello e gli occhi blu come l'oceano.
I due ragazzi erano molto differenti tra loro .
Il minore, Harry, aveva appena 10 anni non aveva ancora sviluppato bene i suoi poteri ed era anche esso come sua madre biondo
Il maggiore, Ashton, era molto alto ma comunque meno di Michael
Aveva degli occhi di un colore ancora più strano di quelli del rosso : un misto fra il nocciola e il verde .
Indossava una canottiera nera che metteva in risolto i suoi muscoli e i capelli castani e mossi gli coprivano appena il viso.

Darkness||Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora