12. Verità (o quasi)

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POV Iris:

Io e Fred iniziammo a seguire quelle due. Per "caso" s'intende. 

Poi vidi Hermione che si scontrava con Will e, quando lui le diede la mano, vidi Nico arrabbiato come una furia uscire dal suo "nascondiglio" e andare verso i due. Annabeth, accanto a Hermione, fece una risatina divertita.

- Oh no... - sussurrai impanicata.

Sarebbe scoppiato il caos se Nico avesse fatto una scenata di gelosia usando i suoi poteri. E, anche se ero arrabbiata con lui, dovevo intervenire.

Staccai la mia mano da quella di Fred.

- Will! - dissi abbracciandolo - Io e Nico ti stavamo cercando! - aggiunsi indicando il figlio di Ade, che si era calmato.

Will mi sorrise e mi spettinò i capelli, ancora bagnati.

- Ti ci vorrebbe Valdez! - disse ridendo, e io feci lo stesso.

- Certo, ma prima dobbiamo farlo agitare per fargli salire la temperatura corporea! - disse Nico mentre ci raggiungeva.

- Quella è la mia parte preferita! - ghignai e vidi Fred contrarre la mascella.

Sentii Emily ridacchiare:

- Eddai! Per una volta Hermione aveva trovato un ragazzo carino e già glielo portate via! 

Hermione la zittì imbarazzata.

- Che blateri! Non è vero! - disse la riccia arrossendo.

Vidi Nico stringere gli occhi e mettere il braccio intorno alla vita di Will, il quale arrossì. Io feci un sorrisetto furbo rivolto a Fred e lui mi fece capire che aveva capito.

- Bene, ehm... Nico, non dovevi fare vedere quella... cosa a Will? - dissi facendo l'occhiolino.

Il figlio di Ade annuì e andò via con il biondo. Feci per andare via con Fred, ma una mano mi afferrò il polso.

- Dobbiamo parlare, adesso - disse una voce. Mi raggelò il sangue e mi voltai.

- Non ho niente da dirti - dissi irritata scollandomi dalla presa di Chirone, che era seduto (?) sulla sua sedia a rotelle - Non a te - aggiunsi.

- Signorina, non parlarmi con quel tono! - disse il centauro alzando la voce.

- E tu non parlarmi come se fossi mio padre! - risposi alzando la voce a mia volta.

Annabeth, Emily, Hermione e Fred mi guardarono stupiti.

- Si può sapere che ti prende oggi?! Ora basta, vieni con me! - disse seccato Chirone riafferrando il mio braccio e trascinandomi nel suo ufficio.

Si chiuse la porta alle spalle e mi fissò con occhi penetranti.

- Tu mi hai mentito! Mi avete mentito tutti! - dissi alzando la voce e sbattendogli sotto al naso il giornale che parlava di mio padre, che era riposto sulla sua scrivania.

Lui lo guardò, poi spostò lo sguardo su di me, rassegnato.

- Spiegamelo! Dimmi perchè! - singhiozzai tra le lacrime.

- Come ben sai, Artemide ti ha riconosciuta...

- Non mi importa un fico secco di Artemide! - lo interruppi.

Lui mi fulminò col suo solito sguardo del tipo "Attenta a come ti rivolgi agli dei, non li sottovalutare". Odiavo quando lo faceva e mi sedetti sulla poltrona della sua scrivania. Chirone continuò a parlare:

- Penso che tu sappia che tua madre ha fatto voto di castità. Quindi, tecnicamente, non dovresti essere sua figlia... ma ti ha ufficialmente rivendicata come sua. Per questo ho deciso di indagare e ho capito cosa è successo. C'è stato uno dei soliti litigi tra dee, solo che stavolta non è venuto a galla. Tua madre ha preso tra le Cacciatrici di Artemide la figlia prediletta di Afrodite, e sai quanto Afrodite tenga alle storie d'amore... così ha deciso di vendicarsi. Ha mandato suo figlio, Eros, a colpire la dea con una delle sue frecce; lei in quel momento era a caccia con i suoi lupi e la prima persona... o, per meglio dire, il primo animale che ha visto è stato tuo padre (che è un Animagus)...

Le mie sopracciglia si aggrottarono in un cipiglio.

- Amimagus?

- Sì, Animagus, vuol dire che può trasformarsi in un animale, è una lunga storia... - rispose lavativo - Ad ogni modo, tua madre si innamorò a prima vista e... beh, sei nata tu. In questo modo Afrodite può puntarle il dito contro quando vuole per accusarla di non aver mantenuto il giuramento.

- Che stronza... - mormorai - Quindi mia madre non mi vuole? - chiesi con voce tremante

- Non mettiamola proprio così... - disse armeggiando con la punta della cravatta.

- Ok, ho capito - mi alzai dalla poltrona con gli occhi lucidi e uscii dall'ufficio.

Iniziai a correre, le lacrime scorrevano sul mio volto. Poi mi fermai.

Mia madre non mi voleva, tutti mi odiavano, se fossi scomparsa avrei fatto un favore a tutti, sia maghi che dei e semidei. Qualcuno dietro di me mi tappò la bocca e mi trascinò in uno stanzino buio. Chiuse a chiave la porta.

Ero nel panico. Iniziai a tirare pugni e calci.

- Ahi! - disse la voce del rapitore. Lo avevo colpito sulla mascella.

Accese una torcia. Io caddi a terra e iniziai a lanciargli contro tutto quello che mi capitava per le mani.

- Sparisci! Sei solo un fantasma, vai via!

Lui mi abbracciò.

- Sono io e sono vivo...

- Non è vero, Luke è morto! Non può essere vivo!

Lui prese la mia mano e se la posò sul petto, esattamente all'altezza del cuore. Ed esso... batteva.

Lo abbracciai forte seppellendo la testa nel suo collo.

- Com'è possibile?! - chiesi stringendolo.

- Ho fatto un patto con gli dei. Quando mi sono ucciso per sconfiggere Crono mio padre ha convinto Zeus a farmi tornare, ma in cambio ho dovuto giurare sullo Stige eterna fedeltà agli dei... - disse accarezzandomi le guance. 

Ero arrabbiata con lui, ma come potevo? Decisi di mettere tutte le emozioni da parte e di restare in quell'abbraccio.

Magic Fusion | Fanfiction Percy Jackson - Harry PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora