Interludio

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Cap 1. Rientro

Martedì31 Gennaio

Quandol'aereo atterrò a Fiumicino, era mattino presto: il cielo era giàscuro e l'aria fredda. Penny e Luna rimasero stordite, dal fusoorario e dal vociare in italiano che dopo mesi di inglese e coreanoaveva un suono strano alle loro orecchie. Atteseroi bagagli e si recarono verso l'uscita dell'aeroporto con la speranzadi trovare un taxi velocemente.

Avevanoparlato poco durante il volo, complici la stanchezza e la malinconia:non erano in contatto con Hoseok e Seokjin da ore, e a loro parevagià un tempo infinito.

Entrandoin casa, parve loro di mancare dal loro appartamento da un'eternità:tirarono su le tapparelle, fecero prendere aria alle stanze. Penny sibuttò sul divano mentre Luna prese a disfare i bagagli.

"Quanteore di fuso orario ci sono tra qui e Seoul?" Penelope stavacontrollando il telefono: era quasi ora di pranzo, trovare un taxi earrivare fino a casa aveva richiesto più tempo del previsto.

"Ottoore in avanti!" Luna urlò dal bagno.

InCorea era oramai sera, la tentazione di scrivere a Hoseok era forte:l'ultimo messaggio era di poco prima della loro partenza e sapeva cheil volo sarebbe durato più di quindici ore.

Ildover aspettare che fossero loro a farsi sentire la stava facendoagitare, le avevano avvisate che in Corea avrebbero ripreso a usare ipropri numeri di telefono, diversi da quelli che avevano usatodurante la tournée: avrebbero potuto smettere di farsi sentire e perloro sarebbero stati del tutto irrintracciabili. Quelsilenzio parve a Penny la prova che tutto quello che avevano vissutopoteva essere stato solo un lungo sogno.

Lunala raggiunse sul divano sedendosi di fianco a lei:"Scriveràsicuramente, probabilmente avranno trovato una folla di fan adattenderli, il viaggio è stato lungo e il fuso orario non aiuta"la strinse a sé.

Duranteil volo di ritorno, Penelope aveva alternato al sonno piccoli pianti.Luna le aveva stretto la mano continuamente, riusciva a capire lostato d'animo dell'amica: anche a lei mancava il fiato pensando aSeokjin in volo attraverso il mondo per tornare a Seoul, senza di leiad aspettarlo all'aeroporto, senza ricevere i suoi messaggiall'atterraggio. Le si inumidirono gli occhi ma non lasciò scapparele lacrime: Penny era decisamente più affranta del previsto e volevapendersene cura.

Avevanodeciso che si sarebbero riposate per qualche giorno, la stanchezzaaccumulata era decisamente troppa e riprendere le attività allascuola di danza per Penelope e consegnare il manoscritto corretto edefinitivo alla casa editrice per Luna sembravano impegniinsormontabili.

Quellasera dormirono nel letto di Penny: avevano bisogno di non restaresole in attesa di un messaggio da parte dei loro compagni che nelfrattempo stavano trascorrendo la prima notte senza di lorodall'altra parte del mondo.



Mercoledì1 Febbraio

Pennye Luna sisvegliarono tardissimo quella mattina: il fuso orario pesava sulfisico, provocando nelle due un pesante mal di testa.

Appenaaprì gli occhi, Penelope prese il telefono e scoppiò in lacrimeleggendo il messaggio che Hoseok le aveva scritto: il messaggio eralungo, erano arrivati stravolti e con il morale basso. Gli mancava daimpazzire e le aveva mandato una sua foto già a letto prima diandare a dormire. Stringeva a sé un peluche di Snoopy.

Pennygli rispose subito: a Seoul era tardo pomeriggio e sperò che larisposta arrivasse in fretta.

Lunasi alzò per preparare il caffè, vide che Jin le aveva inviato unmessaggio vocale: lo ascoltò in cucina emozionandosi al suono dellasua voce registrata.

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