13. Paura del buio

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Yoichi strinse la mano di Kudo immediatamente, sgranando gli occhi mentre sentiva quel comunicato via radio.
Il viso era più pallido del solito ed era circondato dai sensi di colpa: se non fosse scappato via, se non fosse andato in quella centrale di polizia, se...
Continuava a pensare, mentre fissava il vuoto, finché non sentì una voce decisa e rassicurante.
"Conosco quello sguardo. Non farti travolgere da possibili colpe." Rispose Kudo, sfiorandogli la guancia con un pollice "Ci sono io qua con te. Ti porterò in salvo a Tokyo. Prendi un profondo respiro e, se hai paura, chiudi gli occhi. Tappati le orecchie se vuoi".
Gli spostò una ciocca di capelli argentata dal viso, con una delicatezza inusuale, nuova in lui "So che non sei un soldato... ma ti chiederò soltanto un favore. Se ti dico di fare qualcosa, fallo. Solo un accenno di testa. Non lo faccio perché voglio limitarti. Ma perché non ti voglio nuovamente in quella prigione.".

Yoichi aveva le gote nuovamente rosse e annuì immediatamente, sussurrando "Sì... e se dovessi avere paura...? Se dovessi vederlo? Io non...". La voce gli morì in gola, tremando.
Kudo lo strinse a sé, continuando ad accarezzargli i capelli "Non pensare ai se. Pensa a quando ritornerai in Base e sorseggerai una tazza di cioccolata calda fumante, con un biscotto. Sarò io i tuoi occhi. Tu non dovrai vedere nessuno. Se questo è un incubo..."
Con due dita gli alzò il mento, sorridendo "... Allora lascia che sia il tuo eroe a salvarti. Com'era? Capitan Himo arriva quando tutto va in malora?".
Yoichi rise sottovoce, tossendo piano, rilassato, riponendo un giglio dentro la tasca di Kudo.
"Captain Hero... sì... arriva quando tutto sembra perduto".

Kudo avvolse le sue spalle con il proprio cappotto nero, lo prese per mano e iniziò a camminare veloce, sussurrando "Fa finta che il giubbotto sia un mantello. Ti darà coraggio".
Continuò lungo un percorso serrato, arduo e pieno di cespugli secchi con delle spine taglienti, calpestando i punti più difficili per evitare eventuali cadute.
Giunsero fino a una raduna, Kudo si guardò in giro e prese sulle spalle Yoichi, arrampicandosi con maestria sopra a un pino, in alto, nascosti da quegli aghi verdi che formavano una fronda folta.
"Chiudi gli occhi" Lo strinse a sé, facendolo sedere sulle proprie gambe, mentre riprese ad accarezzare i capelli.
Sotto di loro, giunse un gruppo di sette persone e uno di loro aveva un giglio in mano.
Era alto e molto robusto, con un'uniforme da militare verde scuro, i capelli scuri e lo sguardo torvo entravano in contrasto con la purezza di quel terreno.
Un altro soldato, mingherlino, aveva uno strano oggetto tecnologico in mano, con il led che segnava un cerchio verde e... un capello argentato. Quello di Yoichi.
Rise, sprezzante.
"È stato qua... Tsk, gigli. Non pensavo che questo piano potesse funzionare. Che stupido che è. Sarà più facile del previsto.".
Kudo coprì le orecchie di Yoichi, digrignando i denti: non avrebbe dovuto baciarlo, avevano entrambi perso tempo prezioso per quelle emozioni.
Doveva sapere che il pericolo era sempre in agguato, ma si era distratto, per dei sentimenti a cui aveva giurato di rinunciarci.
Quando notò quel giglio sulla mano del mercenario, impallidì del tutto e il mondo gli crollò addosso.
Era una trappola così ovvia, dei fiori così delicati non potevano crescere in pieno inverno in una radura.
Stava perdendo il suo acume e la sua freddezza, in un'altra occasione avrebbe distrutto delle esche così ovvie.
Chiuse gli occhi, assicurandosi di mantenere i nervi saldi, finché un commento non diede loro una fonte di speranza.

"Almeno sappiamo che il fuggitivo non è con la Resistenza. O quei topi di fogna avrebbero disintegrato il terreno." Il tono era glaciale "Bene, ho voglia di cercare quella macchia bianca che si aggira da sola sulla neve. Sarà soddisfatto da queste informazioni. Bene!"
Prese una radio e urlò solo un comando "Bruciate il campo.".
Kudo, istintivamente, con una mano coprì la bocca di Yoichi e scosse la testa, mimando con l'indice il gesto del silenzio.
Ma non c'era il suono nella sua reazione: solo un sorriso triste percepito e delle lacrime silenziose percorrevano la guancia.
Da lontano iniziò ad innalzarsi una grossa cortina di fumo: i mercenari stavano incenerendo quel luogo magico, il luogo del primo bacio.
Dove prima c'erano amore e speranza, lentamente il dolore e la sofferenza presero posto nel cuore di Yoichi.
Il gruppo di soldati si allontanò dalla radura, parlottando parole come 'trappola' e 'ricompensa', lasciando alle loro spalle quell'ansia e inquietudine di un governo ormai in mano alla dittatura.
Soltanto una loro frase echeggiò nell'aria "Dove sei? Avanti! Vieni fuori, non ti facciamo del male. Tanto ti troveremo e ti porteremo da All for One. Coraggio. Facci vedere quanto sei spaventato. È questione di ore... giorni... non vorrai farlo scomodare, vero? Ucciderà chiunque abbia osato darti anche solo un pezzo di pane. Donne. Bambini. Anziani. Tutti moriranno per colpa tua. È arrabbiato. E, più il tempo passa, più cattivo diventerà.".

Light Behind Darkness [Kudoichi]. An untold hero taleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora