04 - Un passato turbolento

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Kudo, dopo aver sentito quella rivelazione, afferrò la mano di Yoichi e lo portò di corsa, dopo aver sceso delle scale presenti sotto una botola, verso la clinica medica di Bruce.
Era una parte della base della Resistenza, in cui ognuno doveva fare dei controlli mensili per verificare le proprie condizioni di salute.
La stanza presentava un lettino medico, una scrivania con una poltrona girevole, dei macchinari per monitorare le funzioni del corpo umano e un computer, momentaneamente spento.
“Ehi, Bruce. Eccoci. Ho bisogno, il prima possibile, un check sul nuovo arrivato. Tutto. Non mi interessa come o con quale diavoleria tecnologica” esclamò Kudo, entrando senza bussare.
Dietro di lui, Yoichi fece un inchino pieno di rispetto e con un tono gentile “Grazie mille, signore, per avermi salvato. Spero di non recare alcun disturbo. L’ho vista fuggire dalla finestra ed ero preoccupato. Vi siete fatto male?”.
Aveva l’aria preoccupata e sussultò quando vide un piccolo cerotto sulla guancia.
Bruce si girò improvvisamente, stupito, abbassando gli occhiali di vista e indicando con una penna quella strana coppia, esclamando “Ecco, Boss. Potresti imparare le buone maniere…”.
Sorrise, chiudendo la penna con il tappo “Benvenuto alla Resistenza, Yoichi. Il mio nome è Bruce, non serve che mi chiami signore. Non sono così vecchio. La fuga è andata bene, l’ho già fatto molte volte”. Poi, indicò il cerotto e aggiunse “Non ti preoccupare, è un piccolo graffio per una piccola scheggia di vetro. Niente di male, sono stato in condizioni peggiori.”.
Kudo si sedette su una sedia, sbuffando “Dacci un taglio e inizia il check. Se non ho bussato e ho fretta c’è un motivo”.

Bruce accese il computer, facendogli una linguaccia “Presto fatto. Sicuro tutto? Il nostro ospite potrebbe-”.
Fissò Yoichi, il quale stava ammirando i barattoli di vetro con dei rimedi erboristici entusiasta “Cosa sono?”. Afferrò uno di quelli e osservò da vicino il contenuto “Pa-pa-ve-ri. Cos’è un papavero?”.
Bruce lo fissò sbalordito, sempre sorridendo “In che senso? Sono quei fiori rossi che si trovano ovunque in primavera”.
Kudo scosse la testa, appoggiando il gomito sul tavolo e coprendo la testa con una mano “Non ha mai visto il mondo al di fuori del vault da anni.”.
Bruce perse il sorriso di colpo, indietreggiando con la poltrona, mordendosi il labbro “Stai scherzando? Dimmi che stai scherzando, Boss!”
Fu Yoichi a rispondere, mentre appoggiava il barattolo sulla mensola, educatamente “No. Mi dispiace. Era una domanda indiscreta. Non-… Va bene, non si preoccupi e- lasci perdere ciò che ho chiesto”.
Bruce stiracchiò le mani e iniziò a digitare sul computer “Non scusarti. Dammi del ‘tu’, ragazzo. E avvicinati, ora vedrai un tulipano. Guarda qua”.
Indicò il monitor nero e, dopo un po’, apparve quel fiore rosso: Yoichi, accarezzò lo schermo in lacrime, sorridendo “N-non serviva. È … un fiore! Che bello. Puoi… posso vedere ciò che voglio?”.
I due soldati si fissarono sconvolti e Kudo strinse un pugno, cercando di trattenere la rabbia, respirando a fondo “Sì, Yoichi. Non hai bisogno di chiedere. Tu dimmi ciò che vuoi vedere e lo vedrai. Tutte le volte che vorrai.”.
Bruce annuì, sorridendo per cercare di allentare la tensione “Esatto. Inoltre, i fiori si possono coltivare. Se ti va, dopo prendiamo uno di quei semi di papavero e vediamo di piantarne uno sul terreno della serra”.
Quando vide l’espressione confusa, si schiarì la voce “La serra è un luogo dove si coltivano le piante. Ne abbiamo una. Ma prima…”. Prese una piccola siringa monouso sigillata e un laccio emostatico dal cassetto “Ho bisogno del tuo braccio destro. Devo solo controllare la tua salute. Vedi, la siringa-“.
Yoichi fissò gli strumenti e impallidì, aggrappando entrambe le braccia e indietreggiando, verso il muro, in lacrime “No. Non voglio un altro esperimento! Ti prego! C’è un altro modo? Io non-”.
Kudo allungò la sua mano destra, verso il ragazzo impaurito, fissandolo seriamente “Nessun esperimento. Dobbiamo solo vedere il tuo sangue. E-“.
Di fronte il pianto disperato dell’interlocutore, si coprì le orecchie e Bruce sorrise, nascondendo la siringa e il laccio “Non ci sai proprio fare, eh, Boss?”.
Alzò le mani, entrambe vuote “Ecco, ho messo via. Dimmi, c’è qualcosa che ti piace?”.
Yoichi si calmò di colpo e abbassò lo sguardo, arrossendo leggermente “Mi piacciono… i fumetti. Di eroi. Captain Hero…”.
Bruce sorrise, digitando qualcosa sul computer e, dopo qualche minuto, sullo schermo ci fu un video di quell’eroe, animato: aveva cercato in un sito pirata, a causa delle leggi severi che erano imposte, ogni cartone animato era stato eliminato.

Light Behind Darkness [Kudoichi]. An untold hero taleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora