17. Tempo

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Kudo sentì il rumore della sveglia e sapeva che c'era qualcosa di diverso, nuovo e spensierato.
Sorrise e accarezzò quei capelli argentati che solleticavano il suo naso, accarezzando quel corpo bianco privo di vestiti, segno di un’altra notte di fuoco.
Fissò la radio e sussurrò “Devo andare… Ti lascio un appunto per vederci dopo. Farò il possibile per essere libero. Te lo prometto”.
Si stava abbandonando troppo facilmente a quel strano e anomalo concetto di normalità, mentre si alzava, mostrando il suo corpo tonico nella sua naturalezza, incamminandosi verso il bagno.
Non si accorse che un paio di occhi verdi lo stavano fissando da sotto le coperte, con un'espressione piena di meraviglia.
Non realizzò che un’ombra sgattaiolava intorno l’appartamento, mentre il rubinetto dell’acqua fredda della doccia veniva girato, rigenerando tutte le sue forze.
Dopo 8 minuti precisi, uscì dal bagno con indosso soltanto un piccolo asciugamano e si diresse verso la cucina, mentre i capelli arancioni e appuntiti facevano cadere qualche gocciolina sul pavimento di pietra.
Al suo interno, notò con stupore sul tavolo una tazza rossa con al suo interno un liquido caldo molto amaro e, al suo fianco, un quadratino di cioccolato fondente.
Di fronte a sé, era seduta una figura piccola e mingherlino, con in mano un cucchiaino, che mormorò, assonnato: "Volevo prepararti la colazione. So, ecco… che dopo provi ad avere del tempo libero per farmi capire cosa sia un appuntamento. Però… se non dovessi farcela, fa niente. Son sincero”.
Kudo lo fissò sbalordito, non si aspettava una reazione simile “Ma ti avevo promesso-”.
Yoichi gli sorrise “Tu hai promesso di servire questa Resistenza. Dai la priorità alle missioni, ai tuoi soldati. So che non dobbiamo distrarci. Per cui…” Arrossì “In un vecchio libro lessi i passaggi della preparazione di un ottimo caffè. Spero che ti piaccia. E… e che non sia troppo amaro”.
Kudo sorrise ed esclamò, dopo aver afferrato il manico della tazza, inarcando un sopracciglio: “A volte fantastichi sugli eroi. E a volte tiri fuori queste perle di maturità, dimostrandoti più saggio sia di me sia di Bruce.” gli accarezzò la guancia, dopo un bacio a stampo “Sei speciale.”.

Yoichi arrossì del tutto e rimase tranquillo, mentre Kudo assaporava un sorso di caffè.
All’inizio rimase impassibile, poi il suo tono divenne incredulo e il suo sguardo era pieno di stupore “Come hai fatto? Noi usiamo solo caffè disciolto tramite il filtro. Non…. Come?”.
Yoichi inclinò la testa “Filtro? Cos'è? Io uso la moka. Cioè … ecco… ne trovai una presso la Resistenza del Sud e me la regalarono. Lessi la sua funzione in un vecchio libro che avevo a disposizione… non ti piace?”
Kudo appoggiò la spalla al muro, scrutandolo intensamente, quieto, mentre sorreggeva la tazza.
I piccoli gesti quotidiani stavano riempiendo il cuore di Kudo con una nostalgia che sembrava fosse appartenuta ad un tempo che non poteva più tornare.
“Svegliarmi con un caffè caldo…” Si avvicinò a Yoichi, rompendo quel silenzio “… Amaro… Fai sempre qualcosa di imprevedibile… Guardi oltre… Compi degli atti apparentemente insignificanti… Ma ha tutto un profondo significato, un valore diverso… Con te sembra che non ci sia più la guerra.”
Yoichi sorrise, arrossendo leggermente.
Kudo gli accarezzò la guancia con un pollice, con quella rude delicatezza, non consona “Se la mia mente osa per un istante vagare nelle tenebre, tu sei lì, come una piccola luce.”
Gli diede un piccolo bacio: "Farò in modo che la stella in te non si eclissi mai”.

Il rossore in Yoichi aumentò e quel sorriso sembrava incancellabile, mentre lo strinse a sé in un morbido abbraccio: "Non succederà. Qua… con te… ho tutto quello che desidero. Io… so che ci conosciamo da solo due settimane… e non abbiamo il lusso di pensare a una vita futura, per mio fratello. Ma devi sapere una cosa.”
Fece sedere Kudo e lo fissò intensamente “Ci sarò per te. E prepararti il caffè la mattina, lasciandoti quei minuti in cui lo sorseggi in relax… o leggere un libro diverso ogni volta che sei intento a creare una missione… Sono i momenti che preferisco. Per cui… lascia stare questo appuntamento. Non lo voglio per ora. Preferisco che tu usi quei 45 minuti per altro. Perché sarò qua ad aspettarti, in questa stanza, alla fine di ogni giornata. Io ti racconterò le cose buffe che ho fatto e tu racconterai le tue imprese. Le tue insicurezze. Ogni cosa. E ti ascolterò. Ti sosterrò. Ti aiuterò. Perché ti amo.”.
Sospirò, appoggiando la sua fronte su quella di lui “Forse non è veramente amore, perché è troppo presto secondo il tuo punto di vista. Forse in un mondo senza guerra neanche ci parleremo. Ma noi siamo qua, tu provi a sopravvivere salvando tutti ogni giorno”
Sorrise nuovamente “Per cui… lascia che sia io a salvarti da questa pressione, da questa oppressione che hai”.
Gli mise la mano sul petto, vicino al cuore “... Lascia che salvi il tuo cuore da quelle tenebre di cui parlavi. Senza appuntamenti, senza etichette. E, un giorno, quando tutto questo sarà finito, accetterò volentieri quel caffè. In un… bar.”
Kudo sentì tutto quel discorso e non si accorse che una lacrima di felicità stava scendendo.
Appoggiò delicatamente la tazza rossa sul tavolo e appoggiò la mano sulla guancia di lui “A volte non sembri reale… A volte sembra un sogno da cui non voglio svegliarmi… Vorrei farti conoscere tutto quello che non hai visto, scervellandomi… inveendo per tutte le problematiche che ci sarebbero, per il tempo che ci è tiranno. E ora mi dici che ti basta così poco per… Che le tue pretese sono semplici… Vuoi sacrificare la tua curiosità per rendermi le giornate più facili… Sei pazzo, ingenuo o entrambi?”.

Light Behind Darkness [Kudoichi]. An untold hero taleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora