01- Oscurità

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In una stanza completamente oscurata, priva di finestre ed illuminata soltanto da una luce soffusa di una lampada ad olio, c'era un'enorme scrivania di legno massiccio, colma di fogli scarabocchiati e di planimetrie. Dietro ad essa, insieme ad una fila di otto tazze di ceramica con dei rimasugli di quello che era caffè, c'era una figura dai capelli arancione spettinati, che fissava il vuoto con i suoi occhi rossi, contornati da delle occhiaie ben segnate.
"Ci deve essere un modo..." mormorò, digrignando i denti, alzandosi di colpo e camminando intorno quel studio, evitando i libri di biologia ed anatomia aperti e rovesciati sul pavimento "Non posso perdere altri uomini!".
Era un uomo dall'aspetto muscoloso, alto circa 1.80m, con l'espressione corrucciata. Indossava un completo mimetico pulito, anche se si intravedevano delle macchie di sangue, probabilmente lavate velocemente con la candeggina. Il suo nome era Kudo.
Sbuffò, osservando la fila di tazze, si accorse che era terminato il caffè e, massaggiandosi il viso con una mano, mormorò gelido "Oh, già. La missione per i rifornimenti. Stavolta ritornerà qualcuno vivo, oppure rischieremo di morire di fame e sete?".
Rise sprezzante, alzando lo sguardo verso il soffitto, scuotendo la testa "Dannato All for One. Sei disposto a tutto per il tuo megalomane piano, eh? ".
Prese un giornale e fissò la foto di un individuo dall'aspetto carismatico, con un completo elegante, dai capelli bianchi e gli occhi rossi. C'era una scritta sul titolo della testata: "Il nostro Re ha conquistato i territori degli U.S.A. Unitevi a lui e avrete la vita salva".
Agli occhi di Kudo, quello era il volto del nemico e aveva un nome: All for One.
Aveva conquistato, nel giro di una decina di anni, il Giappone, l'India, la Cina, l'Europa e ora il continente americano: governando tramite la paura e la dittatura quei popoli, aveva tolto i diritti umani a ognuno, dalla libertà alla democrazia.
In quel mondo, alcuni erano nati con dei poteri speciali fusi nel loro DNA: non avendoli studiati ancora, decisero di chiamarli 'meta-abilità'.
All for One aveva un segreto: era nato con la facoltà di poter rubare le meta abilità altrui, usandole poi a suo piacimento. Grazie ad esso era inarrestabile e tutte le città, lentamente, dovettero arrendersi a lui, senza la possibilità di poter combattere.
Kudo, dopo aver perso la sua famiglia durante la conquista di Tokyo, decise di non arrendersi: creò la Resistenza, un movimento con il solo scopo di boicottarlo e di aiutare i civili a vivere in modo dignitoso, concedendo loro delle dimore sicure, cibo e acqua potabile, non chiedendo nulla in cambio.
Gli ci volle qualche anno prima di aver un numero decente di seguaci e di un piano per non rischiare di finire sotto il fuoco incrociato del nemico: non era solo e questo, inizialmente, fu un sollievo.
Però, missione dopo missione, vide davanti a sé sempre più persone morire a causa di quel sogno, a causa di quella bontà. Venivano colpiti, senza possibilità di arrendersi, davanti agli uomini di All for One e le mani di Kudo erano sempre più sporche di sangue. La sua sanità mentale stava iniziando a vacillare, finché non conobbe il suo braccio destro.

Ed è quando sentì il bussare insistente sulla porta che ritornò alla realtà; lanciò il giornale contro il muro e aprì la porta, sospirando "Chi è che mi disturba?".
Di fronte a sé si ritrovò un uomo dai capelli azzurri, legati in una coda e la fronte avvolta da una fascia bianca. Era alto come Kudo, ma più snello. La sua espressione era criptica.
Era Bruce, il suo braccio destro, la persona della quale si fidava ciecamente.
"Sputa il rospo" disse Kudo, serio "Dimmi se abbiamo quei rifornimenti."
Bruce sollevò una borsa, annuendo "Sì, li abbiamo. La missione è andata a termine e-".
"Chi abbiamo perso?" fu la risposta immediata e gelida "Chi e quanti?".
Lui mise le mani dietro i capelli, sbuffando "Boss. Abbiamo i rifornimenti. Non mi pare il caso di-"
"CHI ABBIAMO PERSO?" grugnò Kudo, a denti stretti "DIMMELO!"
Bruce chiuse gli occhi, assumendo un'espressione triste "Nessuno dei nostri è morto. Ma la famiglia... che ci riforniva il pane... è stata massacrata e appesa al patibolo sulla pubblica piazza. Non avevamo idea, finché non ci eravamo allontanati dalla vecchia fabbrica e siamo ritornati in città."
Kudo sbiancò, scuotendo la testa "I loro figli? Anche i bambini? Avevano 8... e 10 anni. Un mese fa mi avevano salutato con un sorriso, avevo una barretta di cioccolato e la diedi a loro. Non..." si interruppe.
"A.... anche loro, Boss. Mi dispiace..." fu la risposta di Bruce, distogliendo lo sguardo "Lo sai che All for One non risparmia nessuno. Neanche gli innocenti".
Gli occhi rossi di Kudo si infiammarono in quella che sembrava soltanto vendetta ed esclamò, con un tono duro "Troverò la cosa a cui tiene di più e la distruggerò! Fosse l'ultima cosa che faccio!".
Rientrò dentro il suo studio, sbattendo la porta violentemente, prima che il suo braccio destro potesse aggiungere altro.
Giunsero velocemente due sottoposti della Resistenza, in panico, esclamando "Signore... dentro i sacchi del pane... abbiamo trovato dentro due bombe! Una parte del magazzino è esplosa. Nessun morto, solo due feriti. Parte della merce è andata. Non possiamo-".
Mentre sentiva quelle parole, scuoteva violentemente le mani e la testa, sillabando 'NO', ma poi si rabbuiò, rabbrividendo, quando la porta si riaprì di nuovo.
Le due persone abbassarono lentamente la testa, in segno di rispetto, mettendosi in punta di piedi "Leader. Non l'avevamo sentita. Non- ci dispiace. Abbiamo disobbedito gli ordini. Dovevamo controllare la merce prima di entrare dentro la sede. Non volevamo."
"MA LO AVETE FATTO" urlò Kudo, stringendo la maniglia della porta "NON AVETE CONTROLLATO! AVEVATE PENSATO CHE FOSSE INUTILE. E ORA ALTRI DUE MIEI UOMINI SONO STATI FERITI.".
Fissò intensamente, da vicino, uno dei due sottoposti, il quale aveva dei capelli biondi e gli occhi azzurri, sussurrando in modo furioso "I miei ordini devono essere sempre seguiti. Dal primo all'ultimo. E non perché sono un megalomane, ma per la vostra sicurezza. Sto cercando di salvarvi tutti, ma non riesco se non vi attenete alle regole. Quanta merce è andata? Rispondimi, Shinichi".
Appena sentito il proprio nome, quella persona deglutì e mormorò, in preda al panico "S-soltanto 90 pezzi di pane e 80 bottiglie di acqua. Ho spostato la bomba in tempo".
Bruce sgranò gli occhi e mise una mano sul viso, pensando 'Non l'hai detto veramente.'.
Kudo si morse il pugno e il suo sguardo divenne più minaccioso, ma il tono rimaneva basso, glaciale "Soltanto. Hai ragione. 90 su 500 pezzi di pane e 80 su 480 bottiglie d'acqua. Non è una grande perdita.".
Il sarcasmo probabilmente era percepibile anche attraverso le pareti. Si girò ed enunciò "Bene, quella dose verrà tolta da tutti noi. Mangeremo patate per 5 giorni. Una a testa. Un litro d'acqua al giorno a ciascuno. Niente caffè o minestre o the caldo. Dobbiamo colmare la perdita.".

Light Behind Darkness [Kudoichi]. An untold hero taleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora