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-Non capisco come possa essere legale per delle ragazze minorenni. –

Noah non rispose. Non era una di quelle osservazioni che necessitano risposte, più un giudizio di Mrs. Kent sui balletti spregiudicati delle cheerleader. Soprattutto con delle uniformi così aderenti e striminzite.

Non vedeva Lovelle da quando lo aveva mandato a quel paese dopo quella prima e unica seduta di studio. L'aveva proprio fatta arrabbiare. Quasi non sembrava la stessa ragazza che ora ammiccava sfavillante alla squadra di football dalla cima della formazione a piramide.

-Fatela scendere! – urlò la professoressa alle ragazze.

Lui rimase immobile dov'era. Non riteneva così necessaria la sua presenza, a dir la verità, però eseguiva gli ordini.

-Che c'è? – domandò Lovelle, avvicinandosi sorridente con i suoi pompon. Sorriso che si spense subito non appena vide lui. –Cattive notizie, immagino. –

Noah non si degnò di risponderle neanche.

-Ho corretto il tuo ultimo compito, Lovelle. – iniziò l'insegnante.

-E' andato bene? – chiese lei speranzosa. - Io... credevo che fosse andato bene... -

Mrs. Kent glielo porse.

-F!? Come è possibile? Mi ci sono impegnata, ero convinta di aver fatto tutto giusto! –

-Non hai risposto correttamente a nessuno dei quesiti. –

Lovelle si voltò verso Noah con sguardo sprezzante.

-E lui che c'entra? –

-Gli ho chiesto io di venire. – rispose la professoressa al posto suo. – So che avete interrotto gli incontri di studio assistito. Ho capito che non siete entusiasti di collaborare, ma è il caso che mettiate da parte le vostre divergenze. Che vi succede? Da ragazzini eravate tanto amici... -

-Piuttosto mi bocciano. – guardò Noah. - Per l'Italia, vedi tu come devi fare. –

-Io sono a posto. – intervenne lui. Ho recuperato tutti i crediti aiutando i ragazzi di robotica. –

Lovelle borbottò qualcosa di molto simile alla parola "sfigati".

-Noah ti sta facendo un favore, Lovelle. –

-Non c'è nessun altro che possa aiutarmi? –

-Non volevo dirtelo in questi termini, ma... no. Non nelle tue condizioni. Sei un caso disperato. Non ti offendere, cara, ma credo che i tuoi amici non possano esserti utili. –

Noah si lasciò sfuggire una risata. La professoressa l'aveva toccata pianissimo...

Lovelle non prese bene quell'atteggiamento.

Lo guardò con tutto il disgusto che il suo visetto lentigginoso potesse trasmettere, poi scrollò le spalle.

-Mi bocceranno. – esclamò rasserenandosi in volto, pronta a tornare danzando e saltellando dalle sue compagne.

-Tuo padre cosa penserebbe... - la chiamò ancora Mrs. Kent. – se sapesse che hai smesso di scrivere? –

Perfino Noah trasalì. Comprendeva le buone intenzioni di Mrs. Kent, che era stata amica e collega del papà di Lovelle, ma non era sicuro che fosse la cosa migliore da dire in quel momento.

La ragazza si bloccò sul posto. Si voltò verso l'insegnante, poi verso le sue compagne; poi Noah, l'erba sotto i suoi piedi, con il senso di stordimento di chi non sa che cosa sta facendo, o se ha davvero sentito quelle parole che crede di aver sentito.

You Just Keep Me Hangin OnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora