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-Bravissimi! – si congratulò l'insegnante. – Non solo per gli ottimi risultati raggiunti in così poco tempo, ma soprattutto per la grande maturità che avete dimostrato nel mettere da parte le vostre divergenze e collaborare. Devono essere stati pomeriggi stimolanti... -

-Molto stimolanti. – annuì con convinzione Lovelle.

Noah era sconvolto.

Nei giorni che avevano seguito il loro ultimo incontro si erano evitati come la peste. Fino a quel momento stesso, prima che Mrs. Kent li raggiungesse per valutare i progressi di Lovelle dall'inizio delle sedute di studio, la ragazza era rimasta immobile sulla sedia vicino a lui a fissare il pavimento, graffiandosi le dita dall'imbarazzo.

Come cavolo faceva, adesso, a mostrarsi così tranquilla? Non appena l'insegnante aveva varcato la soglia della porta, lei si era raddrizzata sulla schiena e illuminata del più falso e convincente dei sorrisi.

Come se non sapesse che Lovelle potesse essere una grande falsa, quando le pareva... Era sempre stata molto più brava di lui a modulare il proprio atteggiamento in base alle richieste del contesto sociale.

Magari fingeva anche tutti quei gemiti e contorsionismi quando stava sopra di lui perché la cosa la divertiva e alimentava il suo ego...

Si sentiva davvero stupido.

Si destò dai suoi pensieri quando sentì Lovelle continuare a parlare.

-... Noah è stato molto carino ad aiutarmi, e gliene sono grata, ma credo che possiamo interrompere le lezioni assistite. Sono tornata in me, posso studiare da sola. – si voltò verso di lui, sfregandogli amichevolmente una mano sul ginocchio. – Sei contento di liberarti di me? –

Noah non rispose. Rimase immobile con le braccia incrociate, fissando quella mano sulla sua coscia come se fosse un animale morto.

A questo punto non era più nemmeno sconvolto, era spaventato. Lovelle aveva davvero il sangue freddo delle lucertole, oltre a una sfacciataggine senza eguali nella storia.

-Oh no, Lovelle... - rispose Mrs. Kent – se c'è un momento in cui è doveroso continuare, è proprio questo. Rischi di perdere tutti i progressi fatti fino ad ora. Voglio firmarti la raccomandazione per il college, signorina, non deludermi... -

Non c'era nulla che Lovelle potesse controbattere a quell'affermazione. Anzi, la menzione del college le infuse un'ansia in corpo che la privò di ogni residua forza che avrebbe potuto impiegare per combattere.

-Non deludetemi. – si corresse l'insegnante quando, sul ciglio della porta, si congedò per prendere parte a una riunione.

Lovelle perse presto la propria sfavillante sicurezza e convivialità. Si lasciò cadere a peso morto sulla sedia, tornando a fissare il pavimento e torturarsi le dita.

-Accidenti, che attrice... –

-Io ti voglio chiedere scusa... – disse lei, nascondendosi la testa sulle ginocchia. – ... per questa patetica sceneggiata. E per l'altra volta a casa tua. Speravo di fare un favore a entrambi. –

-Con la patetica sceneggiata o l'altra volta a casa mia? –

Si aspettava una qualche reazione, uno sguardo infastidito... invece Lovelle restava con la testa schiacciata contro le gambe; si era portata le mani tra i capelli.

Il college... il solo pensiero la destabilizzava.

-Senti, - iniziò a dire lui, respirando profondamente, avvicinandosi a lei. – pare che dobbiamo continuare a fare questi incontri. Non deve essere per forza imbarazzante. –

You Just Keep Me Hangin OnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora