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Davanti alla scuola i ragazzi ridevano e fumavano nei loro completi eleganti, o scattavano foto e filmavano tiktok.

Il cortile non sembrava nemmeno lo stesso di quello che vedevano ogni mattina prima delle lezioni. Era stato agghindato di lucine da esterni gialle, arancioni e blu; così come il campo da football, ripulito da tutta l'attrezzatura della squadra e dalle foglie che ogni tanto abbandonavano gli alberi e nessuno si curava di spazzare via.

Avevano addirittura falciato il prato e potato le siepi dell'ingresso.

-Ma che carino... - commentò Noah distrattamente. – È odore di erba? – domandò poi.

-Già. – rispose semplicemente Lovelle, mentre lui la aiutava a scendere dall'auto, prestando attenzione alla svolazzante gonna del suo vestitino principesco. – Sarebbe contro il regolamento della scuola, ma c'è sempre qualcuno che la porta... -

Il ballo si svolgeva in palestra. Già dal parcheggio, potevano sentire il suono rimbombante della musica proveniente dall'edificio.

-Il dj è un criminale. - si lamentò Lovelle.

Noah le offrì il braccio affinché si reggesse a lui.

-No... - le sorrise, - Sei tu che ascolti solo musica da vecchi. -

Lovelle rise, ma l'aumento della sua stretta attorno al braccio del ragazzo gli suggerì che era ancora molto nervosa all'idea di quella serata.

Per lui il suo timore era eccessivo.

Era consapevole che Lovelle fosse una persona in vista in quell'ambiente e che nell'ultimo periodo non gliene stesse andando bene una e che questo destasse molto sadico interesse da parte dei loro compagni, assetati di sangue e di fatti degli altri...

Però lei stava rasentando la paranoia: era davvero così importante per loro che non fosse più una cheerleader?

Che fosse stata tradita dalla sua migliore amica? Che fosse a rischio bocciatura e che non si fosse mostrata in società per una settimana, la settimana, di propaganda prima del ballo?

Sì.

Evidentemente sì... dovette ricredersi anche lui quando, entrati silenziosamente dalla porta della palestra, si rese conto che, a poco a poco, tutti i presenti in sala si voltavano in loro direzione, e iniziavano a fissarli.

Provò non poco disagio. Guardò Lovelle e fu quasi destabilizzante per lui osservare la sua metamorfosi.

Schiena dritta, ghigno laterale, quel solito taglio negli occhi furbo e sfacciato di chi sa di essere la persona più importante, più affascinante, più sicura di sé della stanza.

Continuava a stringergli il braccio. Era l'unico sentore di insicurezza che lasciava trapelare, ma poteva saperlo solo lui. Per chiunque altro sarebbe stato impossibile immaginare che fosse stata tanto ansiosa fino a qualche momento prima.

Per la prima volta, Noah ipotizzò che quell'atteggiamento di ostentata sicurezza da parte di Lovelle non fosse né arroganza né falsità, come aveva sempre creduto...

Era un'armatura a proteggerla dallo sguardo indagatorio e perenne dei loro compagni di scuola.

E lui si sarebbe adeguato.

Schiena dritta e testa alta, avanzò nella sala al suo fianco, lasciandole il braccio solo per circondarle le spalle.

Era un modo per dirle: "Ci sono anche io qui a proteggerti".

Lei capì.

Superato quello "scalpore iniziale", la folla tornò alle proprie occupazioni. Alcuni si avvicinarono per salutare Lovelle, strapazzarla di abbracci e bacetti amichevolissimi, domandandole "che fine avesse fatto quella settimana..." con tanto interesse che però discordava con la realtà: in quel periodo orribile non le aveva chiesto come stesse nessuno. Nemmeno un messaggio...

You Just Keep Me Hangin OnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora