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"E".

-Così terribile? –

-Peggio che terribile, Lovelle. – sospirò Mrs. Kent, la professoressa di inglese. – Meritavi una "F", ma sto cercando di venirti incontro perché ti conosco e so che sai scrivere. Sei brava. Molto brava. Ma non so cosa ti sia preso, quest'anno: nemmeno uno dei temi che mi hai consegnato era da sufficienza. –

-Se la cosa può farla stare meglio, è così in tutte le materie... -

-No. Non mi fa stare meglio. Parlerò con coach Ferguson, qualora questo calo fosse dovuto agli allenamenti con le cheerleader. –

Non era dovuto agli allenamenti. Non riusciva più a fare bene nemmeno quelli.

Aveva difficoltà a concentrarsi. Per anni aveva conciliato la scuola con la vita sociale, e andava molto fiera di questa sua abilità organizzativa. Poi, con l'aggravarsi della malattia del padre, per non parlare del lutto che ne seguì, tutto diventò più difficile.

Però era passato un anno. Se era tornata a uscire con gli amici, a partecipare alle feste, perché non riusciva anche a rimettersi a studiare?

-Proverò a fare di meglio. –

-E io proverò ad aiutarti. –

Più tardi, prevedibilmente, l'allenamento fu un imbarazzante disastro. Lovelle inciampò alla base della piramide, portando alla rovinosa caduta sul prato di tre delle sue compagne.

Era in infermeria ad accompagnare Angela, quando Mrs. Kent emerse dal corridoio.

-Lovelle, puoi seguirmi nella mia aula per favore? –

Lovelle fece come chiedeva senza porre domande.

-Credo di aver trovato una soluzione per non lasciarti la materia. – anticipò la professoressa aprendo la porta.

Lovelle si trovò davanti Noah seduto davanti alla cattedra, la sua stessa espressione sorpresa, e subito dopo contrariata. Vicino a lui c'era un'altra sedia libera. Presumeva fosse per lei.

-No... - mormorò il ragazzo.

-Zitto e ascoltami. – disse secca Mrs. Kent. – Immagino abbiate intuito quello che ho in mente. –

-No? – rispose confusa la ragazza, mettendosi a sedere.

-Vuole davvero gravarmi di questa croce? – si lamentò Noah.

-La mia idea... - sospirò la professoressa, ignorandoli entrambi. – è quella di farti assistere da Noah nello studio. – disse guardando Lovelle. -So che in condizioni normali non ne avresti bisogno, ma se in questo periodo ti distrai facilmente, potrebbe esserti utile la supervisione di un compagno. Noah eccelle in tutte le materie e, se non ricordo male, abitate anche vicini. Giusto? –

-Posso oppormi a questa cosa? – domandò il ragazzo.

-Puoi farlo. Ma non ti conviene. Non se vuoi fare la richiesta per il viaggio studio in Italia. Mi sono informata e ti mancano ancora trenta ore di crediti extra. Lo studio assistito rientra a tutti gli effetti tra le attività extracurriculari. –

-Va bene. Ci sto. –

-Io no. – disse Lovelle.

-Tu non puoi rifiutarti. –

-E perché lui sì? –

-Lovelle... - iniziò la professoressa, con pazienza. – Non sei nella posizione di permetterti scherzi. Rischi seriamente la bocciatura. Capisci che sto cercando di venirti incontro. Vienimi incontro anche tu. –

La ragazza non poté aggiungere niente. Si lasciò scivolare sulla sedia con aria sconfitta e si limitò ad annuire.

I ragazzi si diedero appuntamento per quello stesso pomeriggio a casa di Noah.

You Just Keep Me Hangin OnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora