16

239 25 19
                                    


-Credevo che la scuola ti pagasse il viaggio... -

Noah si affacciò alla cucina, da dove sua madre lo guardava con un sorrisetto obliquo carico di significato.

Davanti a lei, sul tavolo, era ancora aperta sul pc la schermata dell'agenzia di volo, con il biglietto per Firenze che aveva prenotato quella notte stessa, mentre Lovelle riposava al suo fianco.

Un biglietto che non era per lui.

Noah si limitò a sorridere volgendo lo sguardo altrove, con l'aria di chi è stato scoperto.

-È anche il motivo... - insinuò la donna, - per cui stasera ti sei messo tutto in ghingheri? –

Scrutò il figlio in uno sguardo attento. Non credeva che lo avrebbe mai visto in qualcosa di diverso da felpa e Levis, figuriamoci in un completo nero con la cravatta. Le uniche volte che aveva indossato una camicia erano state gli esami e qualche matrimonio.

Era la prima volta, dacché era al liceo, che avesse deciso di andare al ballo della scuola; ed era la terza volta, dacché era nella stanza, che cercava di annodare in modo decente la cravatta, non riuscendoci.

-Mi aiuti a indossare questa cosa? – domandò tranquillamente lui, ignorando le sue domande indiscrete.

La donna gli si avvicinò, alzando gli occhi al cielo, per dargli una mano.

-Non ho mai detto una parola in merito... - si arrischiò a parlare, stringendo il nodo. - perché era chiaro che non volessi affrontare l'argomento... ma sono davvero molto felice che vi siate riavvicinati. –

Noah rise della certezza con cui esprimeva quelle insinuazioni.

-Ho mai specificato per chi fosse il biglietto? – domandò ironico, - Potrebbe essere per Leonard. Tra poco è il suo compleanno... –

La madre lo guardò negli occhi. Suo figlio era più alto di lei, eppure l'alzata di sopracciglio che gli rivolse avrebbe intimidito anche una guardia inglese.

-Sì. Leonard. - biascicò sarcastica. – Di' un po': è con Leonard che vai al ballo stasera? –

-Ci sarebbe qualcosa di male? – ribatté vago il ragazzo, sempre con quel tono scherzoso e gioviale di chi non intende prendere sul serio il proprio interlocutore.

Anche lei sorrise.

-Ed è sempre Leonard che ha dormito qui stanotte? –

Gli andò la saliva di traverso.

Lovelle era andata via la mattina, prima del ritorno della madre. Lei come lo sapeva?

Quasi a sentire i suoi pensieri, la donna rispose con una scrollata di spalle.

-Non dimenticare che svuoto io il cestino della tua stanza... -

-Questa conversazione sta diventando sgradevole. – la interruppe lui, allontanandosi con urgenza da quello sguardo inquisitore, dirigendosi di nuovo al laptop sul tavolo.

Chiuse la pagina, spense il computer e si assicurò per l'ultima volta di aver messo nella tasca dei pantaloni la stampa cartacea del biglietto. L'avrebbe dato a Lovelle più tardi, quella sera. Voleva che fosse una sorpresa.

Si diresse alla porta, pronto a uscire di casa. Sua madre lo salutò raggiante.

-Divertitevi, tu e Leonard... - lo prese in giro.

Noah la guardò di traverso, ma perse subito il suo cipiglio.

In realtà, non poté evitare di ridere. Si sentiva davvero di ottimo umore.

You Just Keep Me Hangin OnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora