Noah la aspettava in auto in fondo al vialetto. Lei ci mise un po' a raggiungerlo, tra scarpe alte e tutto lo stordimento di altra natura.
Mentre la guardava avvicinarsi barcollante, il ragazzo ebbe un'intuizione che ritenne meritevole di considerazione da parte sua: quella ragazza era venuta al mondo per causargli problemi.
-Come stai? – le chiese, quando lei chiuse la portiera.
Lovelle inarcò le sopracciglia. Lo guardò incredula.
-E tu come stai? –
-Cintura. – le fece notare Noah, prima di partire.
Peccato che la coordinazione oculo-manuale di Lovelle non fosse nella sua forma più smagliante in quel momento. Non riusciva ad allacciarla.
-Faccio io. – disse Noah, sporgendosi verso di lei per aiutarla.
L'acconciatura di Lovelle premeva contro il poggiatesta facendole male. Sciolse il fiocco che le teneva legati i capelli, e questi ricaddero morbidi lungo le spalle. Mentre Noah le allacciava la cintura, era abbastanza vicino da sentire il profumo dello shampoo alla pesca.
-Mi dispiace... – disse solo la ragazza, atra in volto, dopo un persistente silenzio.
-Non è colpa tua. – iniziò a dire lui, ma dopo un momento sembrò ripensarci. –In realtà... un po' è colpa tua: se scegliessi con maggiore criterio le tue amicizie, queste cose magari si eviterebbero. –
-È stato davvero spaventoso. – proseguì lei, senza nemmeno badare alla provocazione. – Prima trovavo le risse divertenti, ma è solo spaventoso quando ti importa di chi partecipa. –
Noah non sapeva bene come interpretare quest'ultima affermazione. Di chi, precisamente, le importava? Di Danny? Di lui? Di sé stessa, sentendosi in qualche modo responsabile?
-Meglio a me che a te. – sospirò Noah. Gli veniva la nausea solo a pensarci: quell'atteggiamento viscido e squallido con cui Danny si approcciava a lei, o parlava di lei. La violenza con cui la strattonava, spingeva, forzava a rimanere vicina a lui... Le evidenti cattive intenzioni che avesse per quella sera.
-Sì, infatti... - assentì Lovelle, annuendo con lo sguardo fisso davanti a sé.
Noah si lasciò scappare una risata. Lei di certo non era lucida, ma era molto carina la spontaneità con cui ammetteva che preferiva essere stata salvata da lui, poco importava che il povero idiota si fosse preso gli schiaffi per lei.
-Bè... - continuò Noah – Io ero venuto a cercarti per chiederti scusa. Diciamo che mi sono fatto perdonare. D'accordo? –
-D'accordo. –
D'accordo. E allora perché si sentiva ancora in colpa?
-Lovelle... - continuò – davvero: non credo che tu sia una sciacquetta alla ricerca di attenzioni. Anzi... -
Non glielo avrebbe detto mai se fosse stata meno ubriaca e più consapevole, ma riteneva di poter essere più sincero, in quelle circostanze.
-... anzi, trovo davvero... adorabile, il modo con cui ti approcci alle persone; sempre dolce, e sorridente, e lo capisco se tutti vogliono avere a che fare con te. E magari a volte provano anche ad approfittarsene... È che questa tua stessa dolcezza diventa insopportabile per me nel momento in cui vedo che la riservi a chiunque tranne che a me. E mi fa davvero impazzire. Quindi poi dico cose che non penso, e mi dispiace. –
Lovelle lo osservava con gli occhi spalancati e le labbra semi-schiuse.
-Io... io non ho capito... -
-Lascia stare. –
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You Just Keep Me Hangin On
Romance🔞Scene di sesso esplicite🔞 Noah e Lovelle non si parlano più da anni. Lei è diventata capo-cheerleader, reginetta del ballo, la ragazza più bella e popolare della scuola; lui è rimasto sulla silenziosa strada del miglioramento accademico e person...