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-Credevo che mi avessi chiuso la porta in faccia. – disse Noah quando Lovelle gli aprì la porta di casa.

-Vedi come te lo dico: non mi va di studiare. Non posso farci niente. Stasera dovevo andare a una festa ma salterò anche quella perché... -

-Va bene. –

-...non sto cercando distrazioni o di stordirmi. Tutto mi fa schifo e non riesco a concentrarmi, quindi non mi forzerò... -

-Lovelle, va bene. –

Lei si bloccò.

-Ah sì? –

-Ti stai impegnando. Se non te la senti, fa niente. Non sono qui per costringerti. Però... - lei era andata a sedersi sul divano, pensò di fare lo stesso anche lui. - ... non ti interessa capire che succede? Il motivo per cui non riesci a concentrarti. Non è molto normale... –

Come se non ci avesse pensato. Aveva letto online cose del tipo "stress" e "depressione".

Forse quello era eccessivo, e sicuramente il lutto non aveva aiutato... lei sapeva solo che niente sembrava avere importanza.

Ma non se la sentiva di dirglielo. Non era certa di potersi fidare di lui.

Le tornò in mente la "risposta" del padre.

-Tu... cosa ne pensi del Decameron? –

-Il... Decameron? Di Boccaccio? –

La ragazza annuì lentamente.

Noah era oltremodo perplesso.

-Non l'ho letto. – scosse la testa. - So che ha ispirato "Canterbury Tales", insieme a "Le mille e una notte"; ed è davvero figo, perché a me piacciono molto questi "racconti nei racconti" ... Ricordo che l'elegia di Madonna Fiammetta sia stata assolutamente rivoluzionaria per il tempo... ma in realtà tutta l'opera: una volta avevo sentito dire a Frank che era l'anello di congiunzione tra il pensiero medievale e quello rinascimentale perché anteponeva l'intelligenza umana alla fede. –

Che nerd.

Lovelle sorrise.

-Ho trovato poco fa un suo libro in cui parlava proprio di questo. –

-Del Decameron? –

-Letteratura europea del Medioevo. – specificò lei. – Un suo commento... -

-Parla anche di Dante? –

-Presumo di sì. –

-Posso leggerlo prima di andare in Italia? –

Lovelle gli indicò lo scaffale dei libri vicino alla finestra con fare distratto, e Noah andò dove lei diceva. Dopo aver recuperato il libro, notò il piccolo post-it giallo e lesse la sua calligrafia.

"Sei tu che mi hai rotta. Adesso finiscimi.

Se non do il mio meglio, tu fulminami.

Ricorda che sono la tua creatura."

Le lanciò un'occhiata di sbieco. Lovelle non badava a lui: stava al cellulare, buttata sul divano con la caviglia fasciata alta sul suo ginocchio.

Si chiese che cavolo le passasse per la testa... ma era pur sempre una piccola composizione poetica. Lovelle aveva provato a scrivere.

Tornò a guardare il foglietto attaccato ai libri. Gli venne da sorridere leggermente.

-Forse oggi tu puoi aiutare me a fare i compiti. – disse posando il grande tomo sul tavolino e tornando sul divano dove stava lei.

You Just Keep Me Hangin OnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora