Intrecci

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Victor's point of view

Credo di dover fare un piccolo riepilogo di ciò che è successo negli ultimi giorni, perché sinceramente stento ancora a crederci. Tutto è iniziato quando ho dato il mio numero di cellulare al mio amico d'infanzia e compagno di scuola Raphael; perché l'ho fatto? Be'... ero geloso di Jake...
Per fare ciò sono ricorso a una bugia, il che non è stata poi questa grande idea... comunque si è dimostrato utile averlo fatto, alla fine, visto che mi ha chiamato. Era un'emergenza: il suo cane stava malissimo e lui sprizzava paura da ogni singolo poro. Mentre aspettavamo e lui piangeva, io ne ho approfittato un po' per coccolarlo e fare tutte quelle cose per le quali altrimenti non avrei alcun pretesto. Il suo cane non ce l'ha fatta. Era distrutto, e faceva male anche a me vederlo così. Sotto la luce di un lampione malfunzionante stavamo per baciarci... quando suo padre ci ha interrotti. Veniamo a oggi. Stamattina un idiota della sua classe ha fatto tutto ciò che non si sarebbe mai dovuto permettere di fare: l'ha insultato e fatto piangere. Volevo picchiarlo fino a fargli dimenticare il proprio nome. Comunque una lezioncina gliel'ho data, prima di venir fermato da Raphael e mio padre. Mi ha accompagnato in infermeria, intendo, Raphael. Sembrava sorpreso che l'avessi fatto per lui, e ancora una volta siamo stati lì lì per baciarci... interrotti dall'infermiera. Ho parlato con mio padre, pensavo che ci saremmo messi a litigare e mi avrebbe messo in punizione per non so quanto, oltre probabilmente a permettere che mi sospendessero per aver picchiato l'idiota. Mio padre è uno tosto. Ma forse, per quanto a volte siamo entrambi molto orgogliosi, ci vogliamo davvero bene. Per concludere ho baciato Raphael. E sono scappato. Ed ora siamo qui, mentre gli mostro brevemente quest'accogliente edificio che io chiamo 'casa'.

- Questa è la mia camera - dico, socchiudendo la porta dopo che lui è entrato. Non vorrei che chiuderla completamente lo faccia sentire 'in trappola'. Si guarda attorno con aria incuriosita.

- È bella. Ho sempre desiderato vedere come fosse - commenta piano. Io lo sbircio di sottecchi. Come può dire una cosa così, con tale candore, e pensare che io non gli salti addosso?

Lo afferro per un polso e poco delicatamente lo sbatto sul letto, salendo a cavalcioni su di lui.

- Raphael - prendo un gran respiro. Mi guarda da sotto le ciglia scure con le gote lievemente imporporate e i capelli scompigliati a decorare il mio cuscino. - Te lo chiederò una sola volta e voglio che tu mi risponda.

Freme sotto di me. Oh, piccolo. Cosa credi? Anch'io sono nervoso.

- Vuoi fare l'amore con me?

L'ho detto. Il cuore mi batte impazzito contro la gabbia toracica. Mi sembra che stia per esplodere...

Deglutisce sonoramente. L'orologio a muro sulla parete della mia stanza ticchetta in modo irritante. Mi andrebbe bene comunque, anche se dicesse di no. Certo, ne sarei un po' ferito nell'orgoglio... e anche se mi tirasse uno schiaffo lo accetterei... io ci ho provato, almeno.

- Sì - sussurra, tanto flebilmente che all'inizio non sono certo di averlo udito.

Lo abbraccio per tempo infinito, siano ore o minuti non lo so. Lui ricambia timidamente il mio abbraccio.

- Raphael...

E finalmente ci baciamo, e stavolta non disdegno di far scivolare la lingua tra le sue labbra. Non si tira certo indietro e risponde appassionatamente al bacio, affondando le sue mani piccole e delicate fra i miei capelli blu.

Mi libero della maglietta, atterra in un punto indefinito della stanza. Non credo comunque che mi interessi, al momento.

Raphael mi fissa il petto come ipnotizzato, sempre mantenendo un'espressione imbarazzata e quasi colpevole, come se stessimo facendo qualcosa di male.

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