Shane's point of view
- Sì, pronto?
- Andrea? Buongiorno - dico, sorridendo. Chase è già al lavoro, come al solito, e sotto sotto un po' rimpiango la nostra vita da studenti, quella vita sì a volte pesante ma dove dopotutto eravamo sempre insieme, ogni momento della giornata.
- Ah, Shane! Buongiorno anche a te! Come posso aiutarti?
La voce di Andrea è cambiata, non è più quella timorosa, flebile, da adolescente. Ora è bassa, calda, più sicura ma ancora mantiene una sfumatura di quella vecchia, come se anche il vecchio Andrea se ne restasse in un angolino pronto all'agguato.
- Posso fare un salto da te? Giusto per fare due chiacchiere...
- Ma sì, certo, tanto per ora non lavoro.
- Okay, a tra poco!
Quando arrivo da Andrea lui mi sta aspettando sulla porta con un gran sorriso. Nell'aspetto non è cambiato di una virgola: ha ancora i capelli neri e piuttosto lunghi, gli occhi grigi acciaio un po' più vivaci, il sorriso timido e, come aggiunta, un anello d'oro all'anulare.
- Shane, ciao! Vieni, entra.
Mi conduce nella loro casa di media grandezza, caratterizzata da un allegro disordine che ne sono certo, è opera di Robert.
- Posso offrirti qualcosa? Hai già fatto colazione? - mi chiede, prima di entrare in cucina ed arraffare una grossa ciambella.
- Ah, no, grazie, sono a posto così.
- Andiamo a parlare in un posto più adatto - dice, sorridendo. Non mi sarei mai aspettato lui come tale garbato e premuroso padrone di casa.
Andiamo in camera e ci sediamo sul letto, manco fossimo ancora due adolescenti. Andrea stacca un gran morso dalla ciambella, sbirciandomi di sottecchi da sotto le lunghe ciglia scure.
- Non lavori? - domando.
Lui deglutisce ciò che ha in bocca.
- Uh, no. Faccio il dog-sitter, inizio tra circa un'ora e mezza.
- Ah... non vedo il vostro cane, però.
Ride.
- Non abbiamo un cane. Victor ne vorrebbe tanto uno, ma Robert dice che non ci sarebbe il tempo per prendersene cura. Io gli ho detto che non gli prometto nulla, però visto che lavoro la metà di Rob... potremmo anche...
- Ah, capisco. Andrea... è proprio di Victor che ti volevo parlare.
Si fa serio, prima di pulirsi la bocca con il dorso della mano e raddrizzare la schiena.
- Cos'ha fatto ancora, quel ragazzaccio? Gli devo fare una ramanzina?
Ci fissiamo per un lungo istante negli occhi, oro ed acciaio fusi uno nell'altro, poi scoppio a ridere.
- Sinceramente, Andy, non ti ci vedo proprio a sgridarlo!
Lui ride di nuovo con me.
- Hai ragione! È sempre Robert a farlo...
Riacquistiamo entrambi contegno, Andrea sospira.
- Be'... dimmi...
Mi mordicchio il labbro, mentre su di noi cala un silenzio imbarazzato.
- In verità è una cosa legata a Raphael... - inizio. I suoi occhioni grigi mi osservano con intensità.
- Raphael? Che ha fatto a Raphael?
- Io credo... sai, credo che Raphael si sia proprio preso una cotta per Victor.
Andrea arrossisce un po' e si passa una mano fra i capelli. Sembra quasi a disagio.
- Una cotta, eh? E ti pare ricambiato?
- Non credo... insomma, Raphael ieri è stato una serata intera con me a piangere perché... perché Victor ha baciato un'altra ragazza.
Sospira di nuovo, poi si gratta il capo.
- Va bene, gliene parlerò e anche a Robert. Mi dispiace per Raphael, è un caro ragazzo.
Mi dà una pacca sulla spalla. La ciambella è completamente sparita.
- E Jake? Come sta, Jake?
- Oh... Crys è fuori per un po', Michael gli porta qualcosa da mangiare e controlla che stia bene, per il resto è piuttosto indipendente. Non so... mi preoccupa, quel ragazzino. Non ha amici all'infuori di Raphael... sono legati tanto da sfiorare quel sottilissimo confine tra amore fraterno e amore amore, ma non è questo che mi preoccupa. Non vorrei che ciò che è successo a Crystal, tra la perdita di Harry e il fatto di essere caduta in depressione quando era piccolo influissero troppo su di lui.
- Capisco... ricordati, la nostra porta è sempre aperta per gli amici. Hai una famiglia forte, Shane.
Questo è ciò che spero, penso, stringendogli la mano.
- Grazie, Andy.
- E di che? Piuttosto, ho saputo che fai la casalinga, ah-a. Vieni con me a portare a spasso i cani?
- Volentieri... così ti dimostrerò cos'è capace di fare una casalinga!!!
~~~
Raphael's point of view
Rientro in casa prima del solito, il pomeriggio, le lezioni sono terminate prima. La mamma mi ha dato le chiavi, visto che lei ha una riunione con Kevin, il suo editore, fino alle sette. Papà anche è al lavoro.
Non appena vado in salotto capisco che c'è qualcosa che non va, c'è una terribile puzza di vomito. Shougo tenta di alzarsi, trema dalla punta del naso alla coda, forse per lo sforzo o qualcos'altro. È un vecchio cane, ma è sempre stato in ottima salute nonostante l'età. Non appena mi vede guaisce, gli occhioni castani paralizzati dal terrore.
Perché mamma e papà non ci sono quando dovrebbero?
- Ce la fai ad alzarti? - sussurro, abbassandomi sui talloni. Gli porgo una mano, lui la lecca e poi si lascia ricadere sul pavimento, prima di vomitare qualcosa, ancora. Afferro la prima cosa che trovo su una sedia, una felpa di papà vecchia e consunta, e gli pulisco il muso. Lo prendo in braccio. È un pastore tedesco, ma pesa un nulla.
Mi ficco il cellulare in tasca e corro il più in fretta possibile al palazzo accanto, pregando che lo zio Shane sia in casa. Shougo sobbalza un po' tra le mie braccia ma non si lamenta, continuando a tremare. Povero Shougo.
Suono. Attendo. Batto sulla porta. Chiamo lo zio. Niente. È fuori. E adesso cosa faccio? Il mio cane trema più forte, si divincola per saltare giù. Lo porto all'esterno, vomita per l'ennesima volta.
No, Shougo...
Chi posso chiamare? Lo zio Brad? No, è alla riunione dei professori. Max? Lavora, anche lui. Jake? Troppo distante, sua madre è ancora al lavoro. Inizio a scorrere la rubrica del cellulare, diamine, non ho nessuno da chiamare in questo caso!
Mi prendo la testa fra le mani, Shougo ansima.
L'ultimo contatto è Victor. Aspetta, Victor? Robert non ci sarà, ma forse il suo compagno sì!
Lo chiamo.
- Pronto?
- V-victor? - balbetto, e stavolta è solo perché mi sto sforzando di non piangere.
- Raphael! Che... che c'è?
- Ti prego, Victor! Mi devi aiutare! Il mio cane sta m-malissimo... continua a vomitare... ti prego!
Lui schiocca la lingua come suo solito, e per una volta non mi rassicura come suono.
- Aspetta lì. Io e mio padre arriviamo subito - dice, e appende. Io vado da Shougo e lo abbraccio delicatamente, affondando il volto nel suo pelo morbido, che ora non mi sembra poi molto caldo ed è spento. Le mie lacrime lo bagnano, guaisce debolmente. Non sono ancora pronto a lasciarlo andare, dannazione!
Neanche due minuti più tardi una macchina si ferma davanti al palazzo degli zii. Ne scendono Victor e suo padre, Andrea.
Prendo nuovamente in braccio Shougo, il padre di Victor annuisce. Victor mi prende una mano.
- Vieni - dice dolcemente.
FINE PRIMA PARTE
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Semplicemente tu
RomanceCiao a tutti, mi chiamo Raphael, ho quindici anni e questa è la mia storia. I miei genitori forse li conoscete, sono una scrittrice famosa e un avvocato molto richiesto. Se non vi dicessero nulla, i miei zii non potete non ricordarveli: ora sono un...