Victor, il principe azzurro

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Raphael's point of view

È iniziato un altro giorno, seguendo la stessa routine di tutte le mattine. Sveglia, colazione, corsa fino all'appartamento degli zii per scroccare un passaggio. Adesso sono di nuovo a scuola in attesa di Jake, che è stranamente in ritardo.

Arriva esattamente cinque minuti e venticinque secondi dopo il suo solito orario, correndo. Si ferma davanti a me, ha il fiatone.

- Buongiorno, Raph - ansima, prima di abbracciarmi. Lo abbraccio a mia volta. Nonostante la sua magrezza che rasenta l'anoressia, le sue braccia sono forti e il suo corpo caldo contro il mio.

Una voce antipatica ci interrompe.

- Tu guarda che bella vista, la mattina. Lo stecco e quello che ammira i maschi che si abbracciano.

È Danny, nostro compagno di classe e figlio di una dottoressa di nome Rebecca, che lo zio Shane mi ha detto essere la sua vecchissima compagna di banco quand'era appena arrivato nella nuova scuola. Sua madre era una delle allieve più impeccabili di tutta la scuola, invece il figlio è un idiota al cubo.

Mentre Jake sta per dirgliene quattro, con la sua voce calma e bassa e la sua immancabile flemma, arriva Victor. Il mio principe azzurro.

Non appena lo vedo il mio cuore inizia a battere furiosamente contro la gabbia toracica. È così figo.

Si passa una mano fra i capelli che dovrebbero essere neri ma tutti dicono blu in quel gesto tanto sfrontato che amo e lancia un'occhiata a Danny. Basta essa per farlo dileguare con la coda tra le gambe, lui ha un timore reverenziale di Victor.

- Buongiorno, Jake - dice. Possiede una voce bassa, roca, come quando Shougo ringhia dal profondo della gola.

Sono un po' deluso del fatto che abbia salutato prima Jake. Un tempo eravamo quasi un trio di migliori amici, quando andavamo alle elementari. Crescendo Victor è cambiato, si è staccato da noi. È piuttosto ombroso e a prima vista si direbbe molto, molto snob. A Jake non va giù più di quel tanto.

- Buongiorno anche a te, Victor.

Si scambiano un breve cenno col capo.

- Buongiorno, Raphael - si rivolge poi a me, e i suoi occhi castani riluccicano in modo ambiguo. Non posso fare a meno di arrossire.

- B-buongiorno Victor. S-stai b-bene, o-oggi? - balbetto. Mi do dell'idiota. Sembro una ragazza emozionata!

- Sì, certo. Perché?

Jake mi lancia un'occhiatina rapida, che parla anche per lui.

Sei fritto, Raphael.

- I-ieri non ti ho visto...

Victor sbuffa, pare quasi infastidito.

- Eri preoccupato per me?

- Un po'... - confesso. Vorrei che si aprisse una voragine in questo preciso istante. Adesso è Jake a interrompermi, cavandomi dall'imbarazzo.

- Raph... che fai dopo scuola, stasera? La mamma non c'è e mi piacerebbe passare un po' di tempo con te e Shougo, se passi da quelle parti mentre lo porti a spasso.

Mentre lo dice, lui e il moro si fissano come se non si sopportassero. Victor mi afferra sgarbatamente per un braccio.

Gasp!!! Mi sta davvero toccando!

- Ehi, Raphael, quand'è che ti ricorderai di restituirmi quel libro che ti ho prestato secoli fa, eh?

Esibisco un'espressione 'da pesce palla', perché non rammento assolutamente di quale libro stia parlando. Forse a mia volta l'ho dato a Jake.

- Tieni - mi mette in mano un pezzetto di carta. - Mandami un messaggio quando me lo riporti.

Be', non ci posso credere. Victor mi ha appena toccato (mi ha stritolato un braccio) e mi ha dato il suo numero di cellulare! Incredibile!

Il mio migliore amico mi rivolge uno sguardo ansioso.

- Allora? Stasera passi?

Victor ci volta le spalle e se ne va, evitando di ascoltare la mia risposta.

~~~

Ed ecco che anche questa giornata è finita.

- Ci vediamo tra poco, Raph? - chiede Jake, riponendo l'astuccio nello zaino.

- Sì, okay.

Il mio migliore amico fissa un attimo il muro, pensieroso.

- Ah, Raph?

- Hm?

- Tu non hai prestato nessun libro a Victor, lui odia leggere.

Sgrano gli occhi. Allora perché...?

- Ma scusa, Jake, allora perché mi ha dato il suo numero?

Lui scrolla le spalle e serra le labbra in una linea sottile.

- Semplice. Perché gli interessi.

- C-cosa?

Il professore, Robert, ci fa segno di sbrigarci ed uscire dall'aula.

- Ah, scusi, professore! - esclamiamo all'unisono.

Mentre siamo appena fuori, ferma il mio migliore amico.

- Ah, Jake, magari avessi un figlio come te... il mio mi fa proprio disperare, ah-a.

Incuriosito, mi aggrappo al braccio di Jake.

- Perché, professore, lei ha figli? - chiedo. Jake mi lancia un'occhiata come ad ammonirmi di non essere indiscreto.

- Sì, uno. Non ha neanche una caratteristica che lo accomuni a me o al mio compagno... mi chiedo se sia solo il suo periodo in cui non ci dice nulla o se ci sia qualcosa di serio che non va...

Noi lo fissiamo in silenzio.

- Oh, scusate, ragazzi! Parlavo tra me e me... buona serata ad entrambi!

- Buona serata anche a lei, professore, e buona fortuna con suo figlio - diciamo io e Jake, prima di andare. Chissà come si chiama il figlio del professore, e se lo conosciamo?

~~~

- Mamma, papà, vado a portare a spasso Shougo e mi fermo un po' da Jake! - annuncio, mentre già m'infilo le scarpe.

- Va bene, ma torna al massimo per le nove, Raphael! Non farci preoccupare! - grida mio padre, che sta aiutando la mamma in cucina a lavare i piatti, o meglio, lei lava e lui continua a ronzarle attorno cercando di baciarla. Sono così imbarazzanti!

Esco. Mentre cammino e Shougo corre avanti ad annusare tutto ciò che trova, rifletto sulle parole di Jake.

'Gli interessi.'

Io? Interessare a Victor? È impossibile, come mai potrebbe anche solo accorgersi di un ragazzino come me? Per giunta più piccolo di lui di un anno...

Allora perché? Perché mi ha dato il suo numero? Ho controllato, è vero: non gli ho prestato nessun libro. Vorrei scrivergli, ma non ho il coraggio.

Improvvisamente Shougo travolge di baci qualcuno seduto su una panchina. È Jake.

- Jake!

Lui, al posto di abbracciarlo, cerca di respingerlo. Solo dalla posizione delle sue braccia capisco il suo stato d'animo, ormai lo conosco.

Sta piangendo.

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