Raphael's point of view
A differenza di molti studenti, a me la scuola piace. Almeno in parte. Detesto le materie scientifiche, nonostante il mio rendimento in esse sia più che buono, ed apprezzo tutte le altre.
Questa mattina ho ben tre ore di letteratura, la mia preferita. Il professore è davvero uno dei migliori insegnanti che io abbia mai avuto ed è anche il più attento ai propri alunni. Tutti lo adorano.
Solo che oggi non riesco proprio a concentrarmi. Non ho visto Victor e sono un po' preoccupato. Ah, giusto: Victor ha sedici anni ed è una classe avanti a me.
Qualcuno bussa alla porta, poi entra. È Brad, e sulle braccia forti porta una pila altissima di libri.
- Ecco, ti ho portato i libri che mi avevi chiesto, Robert - dice, poggiandoglieli sulla cattedra. Lui inarca un sopracciglio e arriccia le labbra in un sorrisetto che sottintende qualcosa che noi studenti non cogliamo. - No, non quelli sull'amore...
Ridono.
- Sparisci, va', vecchio volpone! - esclama il professore, dandogli una spintarella amichevole. Secondo le voci che girano tra i corridoi si conoscono da quando frequentavano questa stessa scuola.
Mio zio Brad gli dice ancora qualcosa e poi non appena torna in biblioteca la lezione riprende. Io inizio a scarabocchiare su un foglio, dimenticandomi di fingere di prendere appunti.
Jake, che è il mio compagno di banco, mi dà di gomito.
- Prestami un pennarello rosa per sottolineare qui... ah, no, l'hai consumato a furia di disegnare cuoricini - dice, poi sogghigna. Non è uno molto propenso a punzecchiature e scherzi: fa così quasi unicamente con me, comunque assai di rado. Se c'è un aggettivo che può definire Jake è proprio 'dolce'!
- Spiritoso - sbuffo, tirandogli addosso un evidenziatore viola. Lui lo prende al volo e mi regala un sorriso radioso.
- Grazie, Raph.
Sbuffo ancora, ma sorrido a mia volta.
- Dopo resti qui, a pranzo? Se resti qui posso avere l'onore di invitarti a casa mia? Non so neanche se i miei ci sono e non mi piace mangiare da solo.
Jake si passa una mano fra i lunghi capelli rossi, arruffandoli.
- Mi dispiace, la mamma ha detto che pranziamo al salone.
Sua madre Crystal fa la parrucchiera e, a dispetto di essere sola a crescere il figlio, è più presente dei miei genitori.
- Oh... okay.
La campanella suona, segnalando la fine della mattinata. Jake mi fa un cenno di saluto e poi schizza via come se l'inseguisse il diavolo. Io mi alzo con calma e raccolgo le mie cose. L'aula è già semi-deserta.
- Raphael? - mi richiama gentilmente il professore.
- S-sì?
Oh no, mi avrà beccato mentre ero disattento?
- Hai dimenticato questo sul banco - dice, sorridendo e porgendomi un foglio pieno di cuoricini nel cui interno c'è scritto il nome di Victor.
Arrossisco.
- G-grazie - balbetto, prendendolo, poi esco in tutta fretta. Mi sento morire dall'imbarazzo.
~~~
- Passo a riprenderti al solito orario - dice mio zio Brad, scaricandomi davanti all'entrata del palazzo dove abito.
- Sì, grazie! Buon pranzo!
È lui solitamente a portarmi e venirmi a prendere a scuola, visto che ci lavora e casa sua (e di Max) dista poco meno di un quarto d'ora da lì.
Salgo. Abitiamo al primo piano. La porta è già aperta, segno che o papà o mamma ci sono.
- Sono a casa!
- Raphael, tesoro, ciao! - giunge la voce di mia madre dalla cucina. È al tavolo e sta scrivendo qualcosa su dei fogli già colmi d'appunti. Appoggio lo zaino in un angolo e mi lascio annusare da Shougo, dopodiché lui torna a sonnecchiare al sole e io vado in cucina.
- Papà? - chiedo, sedendomi e iniziando a mangiare.
- Ha detto che restava a pranzare con alcuni colleghi per discutere di un caso importante - risponde mamma senza nemmeno alzare lo sguardo.
- Oh...
Per una frazione di secondo incontro i suoi occhi castani.
- Qualcosa non va, tesoro?
Cosa dovrei replicare? 'Sono preoccupato perché non ho visto Victor'?
- No... tutto bene. Mamma... ti posso fare una domanda?
- Certo, Raphael. Dimmi. Ah, accidenti! Ho sbagliato!
E cancella un'intera frase tirandoci sopra delle righe.
- Tu... quando avevi la mia età... hai mai scritto una lettera d'amore a papà? E lui te ne ha mai scritta una?
Mia madre alza la testa di scatto e mi osserva attentamente.
- Non che io ricordi... comunque, perché? Ne hai ricevuta una? Ne hai scritta una? C'è qualcosa che io non so e dovrei sapere? - mi chiede con aria sorniona ed io avvampo in modo più che evidente.
- N-no... nulla di tutto ciò... chiedevo per curiosità.
Lei borbotta qualcosa che non capisco, poi riprende a scrivere.
Il resto della giornata trascorre in fretta, e la sera dopo cena la prima cosa che faccio è sdraiarmi sul letto senza fare nulla. Shougo al mio fianco ansima piano e mi fissa con i lucidi occhioni castani.
All'improvviso il cellulare poggiato sul mio petto inizia a vibrare. È un messaggio da parte di Jake.
'Allora, innamorato? Nessuna traccia del tuo principe azzurro? xJk.'
'No :( xRaph'
'Non ti stai ancora preoccupando per lui, vero? Capita a tutti di beccarsi l'influenza... xJk.'
'E se io mi prendessi l'influenza tu saresti preoccupato per me? xRaph'
'Verrei a trovarti tutti i giorni... xJk.'
'E allora, vedi? Non è la stessa cosa, io per Victor? xRaph'
'No che non lo è. A meno che io non sia innamorato di te e non me ne sia accorto. ;) xJk.'
Rido. Jake sa sempre come sdrammatizzare ogni cosa, anche se i suoi, di drammi, sono troppo radicati nel profondo per poter esser 'lavati via' con un sorriso. Ma è soprattutto grazie ad essi se è diventato il ragazzo che è, cioè la persona più dolce del mondo.
Shougo sbadiglia e mi solletica la pancia col tartufo scuro. Lo accarezzo fra le orecchie. Forse è ora che anch'io mi metta a dormire.
'Buonanotte, fratellone. xRaph'
In verità questo è puramente basato sul fatto che Jake è più alto di me, perché per il resto siamo come due gemelli: nati entrambi il trentun dicembre allo scoccare della mezzanotte. Quasi magico, non credete?
'Buonanotte anche a te, fratellino. xJk.'
Prima di chiudere gli occhi, mi giro su un fianco e abbraccio il mio cane.
- Buonanotte, Shougo - mormoro, dandogli un bacio sulla punta del naso umido. Lui mugola e a sua volta mi dà una leccatina sul mio.
E infine sprofondo nel mondo dei sogni, immaginandomi come ogni sera di stringere Victor.
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Semplicemente tu
RomanceCiao a tutti, mi chiamo Raphael, ho quindici anni e questa è la mia storia. I miei genitori forse li conoscete, sono una scrittrice famosa e un avvocato molto richiesto. Se non vi dicessero nulla, i miei zii non potete non ricordarveli: ora sono un...