Ariete, ascendente Nervoso ♈

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<<Benvenuti da Zuma, se volete seguirmi>>

Il maitre di sala ci faceva strada tra i tavoli ed io mi guardavo intorno con stupore, ero troppo abbagliata dalla Cupola di San Carlo che svettava maestosa vicino alla lanterna di Fuksas per seguire in maniera coordinata quei 2. Le luci erano soffuse, le piante davano un tocco di colore in piu, vicino a dei tavoli in legno con delle poltroncine perfettamente in sintonia con l'arredamento esterno.

<<Prego>>

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<<Prego>>

Tornai nel "qui ed ora" con lo sguardo sul mio accompagnatore che galantemente teneva la mia poltroncina in diagonale per farmi accomodare e lo assecondai felice. Mi trovavo in una delle location più belle di Roma, ero spiazzata e affascinata anche perché non ero assolutamente abituata al lusso e ahimè, neanche alla galanteria.

<<Grazie mille Gianluca, stasera sei veramente un gentiluomo>>

<<Non credere che io sia sempre così, sai perfettamente che 9 giorni su 10 sono di cattivo umore>>

<<Se non ti conoscessi ti direi che sei un Cancro, ma secondo me hai l'ascendente storto>>

<<Quindi anche preso in giro, cominciamo veramente bene>>

<<Oh decisamente, io mi sto divertendo! Ma più che altro da come litighi con le persone si vede che l'ariete che c'è in te è vivo e vegeto, peccato per l'ascendente nervoso>>

<< Hai riacquistato la tua sicurezza, vedo>>

<<Oh si, l'aria fresca mi ha salvato>>

Ridevamo beffandoci dell'altro, ma la sua mano aveva una vita propria e si arrestò sulla mia. Era attento alla mia reazione, quasi con un curioso piacere, mentre contemplava il modo in cui riuscivo a sospendere il tempo ogni volta che mi sfiorava.

<<Sei veramente bella questa sera, lo sei sempre, ma stasera sei veramente bellissima>>

<<È la luna che sta salendo, non sono io, ma comunque non ti preoccupare, ci porteranno la carta dei vini e passerà tutto>>

Non riuscivo a stare zitta, ero nervosa, accaldata e nessuno si sbrigava a portarmi da bere.

<<Approposito di vini.. Ho ordinato una bottiglia di champagne, va bene?>>

Lo guardai con il sopracciglio alzato

<< Bastava anche una semplice bottiglia di vino bianco, non serviva tutto questo Gianlu, anche se ovviamente lo apprezzo e mi piace tantissimo... questa terrazza è un vero spettacolo>>

<<Sto un pò in fissa con le terrazze, poi te ne accorgerai>>

Sorrideva imbarazzato, anche se scrutava i miei movimenti come un felino, ci mise un po' per sentirsi a suo agio ma alla fine iniziò ad accomodarsi sulla poltroncina, toccando nervosamente i poggioli e guardando a terra, per poi ripoggiare lo sguardo su di me.

<<Che hai? Hai cambiato faccia>>

gli dico curiosa e un pò preoccupata

<<Ascolta, devo farti una domanda, mi piace molto stare qui con te e vorrei davvero passare una serata bellissima, ma ho un tarlo nella mente che proprio non vuole andarsene..>>

<<Puoi chiedermi quello che vuoi>>

Dico cercando la sua mano

<<Paredes.. cosa c'è stato tra voi? Scusami di solito non mi metto a chiedere al primo appuntamento di altre storie, ma in questo caso devo, non voglio ferire nessuno anche se Leandro sapeva che mi piacevi>>

<<Certo lo capisco, e credo sia giusto che tu chieda. Tra me e Leo non c'è stato nulla, in realtà siamo usciti e ci siamo fatti un giro sul Lungotevere, abbiamo bevuto una cosa insieme, ci sono stati degli avvicinamenti ma nessun contatto o altro>>

<<E perchè? C'è un motivo se questo contatto non è arrivato?>>

<<Credo che non c'è stato perchè nessuno dei due alla fine lo voleva, semplicemente. Lui mi ha detto che si trovava bene a parlare.. e si! È decisamente un bel ragazzo ma ho già avuto un ragazzo straniero ed è stato difficile, probabilmente tutto il mio corpo e la mia psiche si rifiutava di far accadere qualcosa di simile>>

<<Provi qualcosa per lui o no?>>

il suo scatto mi aveva preso alla sprovvista, aveva i gomiti sul tavolo con le mani intrecciate davanti a sè

<<Mi piace che sei geloso, ma comunque no, non sento nulla per Paredes >>

Lo vidi rilassarsi sospirando, un leggero sorriso si arricciava sulle sue labbra carnose e sensuali che fissavo ormai, intensamente

<<Che guardi..>>

non era una domanda, era più un sussurro rivolto alle mie di labbra, voleva accorciare le distanze, venendo a sedersi alla mia destra, avevamo davanti il panorama e nella nostra area non c'era praticamente nessuno, le sue dita accarezzavano la mia guancia e si addentravano coraggiose sul ciuffo di capelli che nascondeva l'occhio, per poi portarlo dietro all'orecchio.

<<Vorrei parlare con te, per conoscerti meglio>>

Dicevo rapita dalla sua vicinanza, mentivo spudoratamente

<<Si anche io, ma poi tu fai alcune cose che mi portano su un'altra strada>>

non usciva la sua voce, continuava ad essere sussurrata e roca, le nostre mani si intrecciavano senza rimanere ferme, il suo profumo mi inebriava prepotente, il cuore accellerava scalpitando nel mio petto, o forse era il suo, o forse il mio

<<Gianlu.. >>

lui era talmente vicino al mio viso che potevo vedere tutte le microscopiche linee del suo contorno, sentivo il suo respiro, io non so se era adrenalina, carica, tensione, non lo so, so solo che nel momento in cui ho appoggiato una mano sul suo petto, lui ha azzerato le distanze. Sentivo la sua mano nei capelli, le sue labbra e la sua lingua che vagava in cerca della mia. La sua presa, il suo modo mi mandavano in estasi, tanto che avrei voluto lanciare tutto ciò che si trovava sul tavolo, ma lui continuava, era sceso sul collo permettendomi di respirare. Le sue mani erano ovunque e solo in quel momento mi resi conto che forse, non eravamo in grado di fermarci, saremmo andati avanti senza freni.

Chiedevo aiuto dentro di me, ma ormai il suo problema era visibile e la mia voglia di averlo non mi permetteva di allontanarlo.

In un attimo, una goccia, due gocce, si misero a cadere. Goccioloni di pioggia si versavano su di noi dai nuvoloni neri che invadevano il centro di Roma.


Ecco a voi, il terzo capitolo.
Sono molto contenta di come sta uscendo, spero che vi piaccia e se vi va, lasciate un commento per farmi sapere il vostro pensiero. 💛❤️

A presto! 🤍






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