E se il nostro poi non fosse amore.. 👩‍❤️‍👨💔

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Mi svegliai con la sensazione di avere un macigno sul petto. Le parole di Gianluca continuavano a rimbombare nella mia testa come un eco. Mi alzai dal letto e guardai il telefono, sperando che la notte avesse portato qualche messaggio di chiarimento, ma trovai solo quel laconico

"Spero solo che tu stia bene"

arrivato poche ore prima da un numero sconosciuto, che solo ora cominciavo a sospettare che potesse essere stato inviato da Radja.

La giornata era grigia, il cielo sembrava rispecchiare perfettamente il mio umore. Mi trascinai in cucina e accesi la macchinetta del caffè. Il rumore familiare dell'acqua che bolliva e il profumo intenso del caffè fresco erano l'unica cosa che riusciva a darmi un minimo di conforto.

Avevo bisogno di mettere ordine nei miei pensieri, ma sembrava impossibile. La situazione con Gianluca era diventata un caos e l'idea di rivedere Radja mi faceva salire l'ansia. Non potevo permettere che tutto questo mi rovinasse la vita, dovevo reagire.

Finii il caffè e mi decisi a chiamare Sara, la mia migliore amica che rispose al secondo squillo con la sua solita energia.

<<Amo, come va?>>

<<Cuore, possiamo vederci? Ho bisogno di parlarti>>

<<Certo, ti va bene se ci vediamo al solito bar tra un'ora?>>

<<Perfetto, grazie>>

<<Ti sento a pezzi, dai tra poco mi spieghi tutto>>

Dopo aver chiuso la chiamata, mi preparai in fretta. Dovevo assolutamente parlare con qualcuno che non fosse coinvolto direttamente in tutto questo casino.

Arrivai al bar qualche minuto prima dell'appuntamento ma Sara era già lì, con il suo solito sorriso accogliente. Mi sedetti di fronte a lei e ordinai un altro caffè.

<<Allora, raccontami tutto>> diceva mentre versava il succo di frutta nel bicchiere, posando poi la bottiglia di vetro vuota sul tavolino.

Le raccontai dell'appuntamento disastroso con Gianluca, del nostro litigio e della mia paura di rivedere Radja. Sara ascoltava attentamente, annuendo di tanto in tanto.

<<Ale, mi sembra chiaro che Gianluca sia molto geloso, forse dovresti dargli un po' di tempo per sbollire. Invece, per quanto riguarda Radja, sai come la penso e cosa ho sempre pensato su di lui ma per quanto possa essere difficile, ti troverai a dover affrontare questa situazione, prima o poi. Non puoi scappare per sempre.>>

<<Lo so anche io, ma non mi va di affrontarlo. È tutto così complicato e non so davvero come riuscirò a gestire tutto questo, mi sembra d'impazzire>>

«Lo so che è un macello ma non sei sola. Puoi sempre contare su di me e sugli altri, da quello che mi hai detto Dani continua a dimostrarti la sua amicizia>>

Annuivo, effettivamente non mi sentivo poi così sola, forse la vedevo più tragica di quello che era ma comunque sia dovevo darmi una svegliata, al più presto.

Dopo aver salutato Sara, decisi di entrare in macchina e vagare senza una meta precisa, lasciandomi guidare dai miei pensieri.

"E se il nostro poi non fosse amore, giuro, io non ti lascerei...
Anche se pensi che di te non me ne importa niente...
Anche se non fossi un angelo, io non ti cambierei...
Perché sei bella, bella, bella, bella come sei..."

Ascoltavo Venditti cantare "Che tesoro che sei" e sembrava scritta apposta per la mia storia d'amore con il ninja. Mi sentivo malinconica e nostalgica e su quelle parole, sulle note di quella canzone alla fine mi ritrovai davanti al centro sportivo di Trigoria. Quel luogo aveva visto tante mie vittorie e sconfitte, sia professionali che personali. Era una bellissima parte della mia vita.

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