Arrivi per rimettere tutto apposto 🥂🍯

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Il giorno della cena era arrivato e Sara aveva da poco finito di esprimere e manifestare il suo disappunto su tutta la situazione, anche dopo avermi dedicato vari insulti e piccole urla isteriche. Ma sapevo che alla fine, sotto sotto voleva svagarsi anche lei.

<<Ti giuro che se arriva con qualche obbrobbio me ne vado>>

<<Amo ma calmati, mi ha detto 100 volte di stare tranquilla>>

<<Ah, forse lui non lo sa>>

<<Cosa?>>

<<Che fine fa "tranquillo" a Roma>>

La guardo scuotendo la testa e sorridendo.

La casa era completamente linda e pinta, eravamo diventate maniache della pulizia in mezza giornata e si sentiva odore di limone ovunque

<<Non capisco perché non hai voluto mettere i diffusori ai Ribes o alla ciliegia>>

<<Perché sono troppo invitanti ad un certo punto loro se ne devono andare, non devono rimanere>>

<<Ah... beh, vediamo>>

Dico accendendo una sigaretta sul balcone, a mezza bocca da farmi sentire appena.

<<Amo, vuoi portarti a letto il Ninja?>>

<<Mi stai veramente chiedendo se voglio andare a letto con lui? Mi piaceva con la maglia del Cagliari, pensa con quella della Roma>>

Ride annuendo e dopo essere andata in cucina, torna con 2 spritz belli freddi.

<<Tiè, ci serve>>

<<Grande sorella, alla nostra>>

<<Comunque qualunque cosa tu decida, devi essere sicura>>

<<Di certezze non ne ho, ma fosse anche l'ultima occasione me la gioco>>.

Che poi era vero, mi sarei servita di ogni mezzo per arrivare a ciò che volevo.

Dopo esserci preparate e sistemate ci incontriamo in salone aspettando il centrocampista con il ragazzo misterioso.

Avevo optato per un semplice Jeans skinny, maglietta scollata bianca, stivaletti neri con il tacco e un cardigan beige, mentre Sara mi seguiva con un jeans leggermente più morbido, una maglia a collo alto e delle timberland col tacco.

<<Ao, ma quando arivano questi?>>

<<Datte na calmata che me metti l'ansia>>

<<Sei figa comunque>>

<<Siamo amo, Siamo!>>

Il campanello trillò più volte facendomi trasalire, quel suono lo odiavo con tutta me stessa.

<<Chi è?>>

<<Me la servi su un piatto d'argento>>

<<Cominciamo bene...>>

Apro il portone, ricordandogli il numero del piano. Lascio la porta aperta e l'ansia inizia tremendamente a salire.

<<Madonna ti sento fremere dalla cucina>>

<<Ma te non c'hai l'ansia?>>

<<No, c'ho solo voja de beve e andammene a letto>>

<<Amo ascoltame...>>

Appoggiai le mani sulle sue spalle, sospirando e intensificando la voce, per cercare di assumere un atteggiamento più importante, ormai era abituata alle mie follie

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