𝗔𝗰𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗴𝗻𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲

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«Un demone scomparso nel nulla? Sei serio?» «Assolutamente si! Avessi visto com'era nervoso il pilastro del vento ...» «Posso solo immaginare. Anche io mi sarei arrabbiato se mi fosse sfuggito un demone debole ...» «Ma non gli è sfuggito ... quelli di rango kanoto sono stati beccati a confabulare e quando è andato a fare un giro di ronda, ha trovato delle zappe conficcate in modo strano nel terreno ... ha dedotto che siano state usate per immobilizzare il demone e farlo bruciare al sole.» «Dici che sono stati gli ammazza demoni?» «Impossibile. Sarebbe stato più facile e sicuro usare la katana. È molto più probabile che sia stato un civile con qualche conoscenza in merito.» «Un popolano?!»

Poco distante dalle guardie, raccoglievo le erbe curative del mio orticello e origliavo la loro conversazione. Pare che nessuno si sia accorto della mia assenza ieri ...

Sospirai di sollievo e mi diressi nuovamente nel mio laboratorio per creare dei farmaci commissionati dal signor Yamamoto. Mi dispiacque non averlo potuto salutare a dovere; spero stia bene ...

Mentre preparavo la mia solita crema per le ustioni, sentii qualcuno bussare alla porta.

«Avanti.» risposi, senza pensarci troppo.

«Buongiorno!»

Mi pietrificai di scatto quando udii quella voce. «Signor Rengoku ... buongiorno ...»

Dopo parecchio tempo finalmente lo rividi. In volto aveva sempre quel suo classico sorriso – forzato, aggiungerei – e quello sguardo fiero.

«Sei pronta?»

«Pronta per cosa?» domandai, confusa.

Egli mi guardò con stranezza. «Per il tuo esame ...»

La mia espressione s'irrigidì di parecchio. Ma che sta dicendo?

«Non te l'hanno detto ...?»

«Devi credermi, non ti sto capendo ...» risposi, totalmente esausta.

Ormai ero così sopraffatta dagli eventi che non ce la facevo più a sopportare niente. Il mio cervello non connetteva più e non avevo per nulla voglia di giocare agli indovinelli.

«Devi tornare in città per sostenere le tue verifiche ... le fai ogni mese, ti sei dimenticata?» lui mi fissò perbene. « ... a quanto pare si ...»

Dopo un lungo sospiro, raccattai le mie cose e le buttai goffamente nello zaino. «Si, sono pronta ...»

Senza indugiare ulteriormente, ci recammo alla ferrovia, ove ci aspettava una giornata di treno. Ci sedemmo ai nostri posti, mostrammo i biglietti al controllore e poi, uno strano silenzio calò fra noi.

«Sei in ansia per dopodomani? Hai da sostenere otto materie in otto ore ...» fu il primo a parlare.

«Non che io abbia studiato anche solo per una di queste ...» risposi, forse troppo alla leggera.

«In che senso ...?» mi guardò stupito.

«Nel senso che so giusto quel poco che serve a farmi ottenere un sessanta ... »

«Eh?» lo vidi stranito. «Sei tanto intelligente eppure ti accontenti di una sufficienza?»

«Per prima cosa: non sono intelligente.» mi accigliai. «E poi sono solo voti ... ho bisogno di arrivare ad un minimo per andare avanti, mi basta quello.»

Egli parve sinceramente sorpreso, come se non si aspettasse che lo studio non fosse una mia priorità.

« ... forse ho generalizzato troppo.» mormorai, catturando la sua attenzione. «Semplicemente sono più ferrata nella medicina e nel giapponese e mi sono concentrata più su quelle ...»

𝐈'𝐋𝐋 𝐋𝐎𝐎𝐊 𝐀𝐅𝐓𝐄𝐑 𝐘𝐎𝐔┊ℝ𝕖𝕟𝕘𝕠𝕜𝕦 𝕂𝕪𝕠𝕛𝕦𝕣𝕠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora