Con i pensieri totalmente azzerati, mi trascinai nuovamente in dormitorio e mi stesi sul futon. Chiusi gli occhi, percependo una sottospecie di bruciore all'avambraccio.
Non m'importa.
La mia mente era libera, non avevo neanche più le forze di stare sveglia a ripercorrere la strada della mia frivola vita. Fui solo contenta di sentirmi assonnata, così tanto che mi addormentai in breve tempo.
...
«Hanazuki ... ehi ...» sentii chiamare il mio nome.
Mi ci volle qualche altra scossa prima di aprire finalmente gli occhi - secchi per il pianto di prima - e mettermi a sedere. Mi stropicciai il viso e, successivamente, mi passai una mano fra i capelli.
«Yuriko, buonasera ...» mormorai, ancora intontita.
«Buonasera?» lei mi diede un pizzicotto sulla guancia. «Hanazuki, vedi di svegliarti ...»
«Ouch ...» le presi il polso, sperando che allentasse la presa. «Ma che ti prende?»
«Cosa prende a te.»
La quindicenne si sedette dinanzi a me e, con espressione preoccupata, continuò a scrutarmi.
«Sei consapevole del fatto che sia mezzogiorno?»
A quel punto, fui io a fissarla con aria interrogativa. «Avevo detto a Yae di dirvi che avrei saltato il pranzo ...»
«Si, lo so.»
«Se ne sei al corrente allora perché mi hai svegliata?»
«Perché è passato un giorno da quando ti sei appisolata!»
Sgranai gli occhi. «Prego?»
«Ieri sei tornata verso mezzogiorno e mezza e hai detto a Yae che ti saresti andata a coricare, ti trovi?» io annuii. «Bene, non ti sei svegliata e non abbiamo provato a farlo nemmeno noi poiché ti abbiamo vista con un colorito più pallido del solito ... ma adesso è quasi ora di pranzo e non ti svegliavi, mi sono preoccupata!»
Le mie labbra si curvarono in un piccolo sorriso prima di parlare nuovamente. «Riko, grazie per la premura ... ora sto molto meglio. Quando ho indisposizioni fisiche dormo più del dovuto.» la rassicurai.
Mi sentivo tremendamente in colpa nel mentirle, ma preferivo elaborare l'accaduto in un altro momento.
«Ti va di mangiare qualcosa?» lei mi domandò.
«Qualcosina si, mi andrebbe ...» mi tirai su e la seguii in sala da pranzo.
Le altre ragazze ci stavano già aspettando lì. Ci sedemmo tutte a tavola e, fra un boccone e un altro, si iniziò parlare: anche oggi, la più chiacchierona di tutte si prese la briga di aprire la conversazione.
«Sapete, ho sentito le due guardie che vegliano i nostri cancelli parlare della nostra situazione ...»
Solitamente i pettegolezzi non m'interessavano, ma il mio sesto senso mi diceva di non concentrarmi solo sulla ciotola di riso che avevo davanti.
«Ovvero?» Yae domandò. «Non farci stare sulle spine ...» «Esatto! Ogni volta lasci i tuoi discorsi a metà.»
Ormai l'attenzione era interamente rivolta a Nene che, da come si leggeva in volto, pareva contenta di venire implorata dalle altre.
«Dunque ... è scontato che siamo state mandate qui per mano degli ammazza demoni.» ella sogghignò. «Ma c'è una cosa di cui siamo all'oscuro ...» la ricciolina ci guardò una ad una con sguardo complice. «Ovvero: qual è il reale motivo per il quale siamo costrette a vivere in questa casa?»
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𝐈'𝐋𝐋 𝐋𝐎𝐎𝐊 𝐀𝐅𝐓𝐄𝐑 𝐘𝐎𝐔┊ℝ𝕖𝕟𝕘𝕠𝕜𝕦 𝕂𝕪𝕠𝕛𝕦𝕣𝕠
Fanfiction⚠️𝗡𝗢𝗡 𝗙𝗘𝗗𝗘𝗟𝗘 𝗔𝗟𝗟'𝗢𝗣𝗘𝗥𝗔 𝗢𝗥𝗜𝗚𝗜𝗡𝗔𝗟𝗘⚠️ ⚠️𝗧𝗪 𝗔𝗟𝗟𝗘𝗥𝗧: 𝗯𝗹𝗼𝗼𝗱, 𝘃𝗼𝗺𝗶𝘁, 𝘀𝘂𝗶𝗰𝗶𝗱𝗲, 𝗯𝗶𝘁 𝗼𝗳 𝗲𝗮𝘁𝗶𝗻𝗴 𝗱𝗶𝘀𝗼𝗿𝗱𝗲𝗿𝘀, 𝗮𝗻𝗴𝘀𝘁, 𝘃𝘂𝗹𝗴𝗮𝗿 𝗹𝗮𝗻𝗴𝘂𝗮𝗴𝗲. ⚠️𝗜𝗻𝘀𝗽𝗼: 𝗧𝗵𝗲 𝗔𝗽𝗼𝘁𝗵𝗲𝗰𝗮...