𝗠𝗲𝗱𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮, 𝘁𝗶 𝗮𝗺𝗼

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...

Quattro mesi esatti erano passati da quando mi avevano portata via dalla città, facendomi stabilire in una casa all'interno di un paesino lontano dal posto in cui vivevo.

Mi venne spiegato che un tale Muzan Kibutsuji era alla ricerca di qualcuno con conoscenze in ambito farmaceutico e per questo motivo non potevano lasciare che io lo incontrassi. Tutte balle.

Nel posto in cui soggiornavo, vi erano tante altre ragazze, adolescenti o giovanissime adulte, tutte aventi conoscenze medicinali. Impossibile quindi credere che quel demone volesse una persona a caso. Non avendo, però, abbastanza informazioni per formulare qualche teoria, fui costretta a starmene buona e fare come mi veniva chiesto.

In quel luogo, circondato da centinaia di alberi di glicine, sfruttavamo al meglio le nostre conoscenze e abilità, creando farmaci e toccasana che poi venivano distribuiti direttamente agli ammazza demoni che venivano a farci visita o alla Villa delle Farfalle. In parole povere, un modo per pagare vitto e alloggio. Con il mio arrivo, però, si sono riscontrati un po' di problemi: frequentando una scuola e vendendo medicine su ordinazione ai dottori della mia città, la mia assenza certamente non passò inosservata. Motivo per il quale mi fu data l'opportunità di continuare con le commissioni e di sostenere degli esami ogni fine mese, così da poter continuare gli studi.

«Hanazuki!»

Alzai lo sguardo da una miscela che stavo preparando, ritrovandomi sulla soia della porta, Yuriko, una quindicenne esuberante ma dal cuore gentile.

«Dimmi pure ...» le dissi, mettendo via le erbe che stavo usando.

«Il Signor Rengoku è venuto a farti visita.»

«Grazie per avermi avvisata.» mi alzai da terra, successivamente superando la ragazzina e recandomi nell'atrio, ove accoglievamo chi veniva a trovarci.

Mi ci vollero pochissimi istanti per riconoscerlo in mezzo agli altri. Era come una lanterna accesa nel cuore della notte, e poi ...

«Finito di urlare "buono" ad ogni boccone ingerito?» chiesi, inginocchiandomi dinanzi a lui.

Egli sorrise, posando la ciambella che stava gustando. «Piccoletta, finalmente ti vedo!»

«A quanto vedo sei di buon umore ...» esordii, osservandolo e rifiutando con un cenno del capo un morso del suo dolce.

«Hai preso del peso dall'ultima volta che ti ho incontrata ...»

«Grazie(?)»

«Non offenderti, stai bene così.»

Ogni due settimane Rengoku si recava qui e, puntualmente, ha sempre avuto qualcosa da dire. Non vi era malizia, diceva soltanto le cose schiettamente. Inoltre, prima di iniziare a vivere qui, non avevo uno schema alimentare. Mangiavo quando mi andava, i miei pasti erano sempre ridotti e veloci ... questo perché l'unica cosa che davvero faceva smuovere qualcosa dentro di me, era la medicina.

«Gu- ...» prima che potessi abbozzare una frase, la mia attenzione venne catturata dalla mano del mio interlocutore. «Ti sta sanguinando la ferita ...» gli feci notare, indicando la benda ormai zuppa di sangue.

Il pilastro del fuoco parve confuso e solo dopo svariati secondi capì a cosa mi stessi riferendo. «Oh ...»

«Ma non ti fa male ...?» domandai.

«Pizzica un po' ...» ammise. «Ma è da tre giorni che- ...»

«Tre giorni?!» lo guardai, incredula. «La medicazione è letteralmente impregnata, sei consapevole che potrebbe esserci un infezione in corso?»

𝐈'𝐋𝐋 𝐋𝐎𝐎𝐊 𝐀𝐅𝐓𝐄𝐑 𝐘𝐎𝐔┊ℝ𝕖𝕟𝕘𝕠𝕜𝕦 𝕂𝕪𝕠𝕛𝕦𝕣𝕠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora