𝗙𝗮𝘀𝘁𝗶𝗱𝗶𝗼

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Sbattei le palpebre, assimilando perbene le sue parole. «E-eh?» lo guardai, incredula. «Prego?»

«Hm? Non mi hai sentito?» domandò, sinceramente confuso. «Ho detto che- ...»

«Ho afferrato il concetto.» lo interruppi.

Egli parve ancora più disorientato. «... e quindi?»

Volsi il capo nel punto in cui avevo visto il mostro sgretolarsi, accorgendomi che ora risultava vuoto, come se non vi fosse mai morto nessuno.

Arrivata a questo punto, mi diedi due schiaffi pesanti in volto, volendo essere sicura di non star sognando.

«Wooo- ...» il ragazzo si precipitò da me, prendendomi i polsi. «Che ti succede, piccoletta?» chiese, scrutandomi.

«Non mi succede niente.» esordii. «Lasciami.» iniziai a dimenare i bracci, rendendomi sempre più conto di quanto fosse forte rispetto a me.

Di norma, sarei dovuta riuscire a liberarmi dalla sua presa ... o almeno, così pensavo. In passato mi è capitato di essere aggredita e, allenandomi sin da bambina nelle arti marziali, non mi è mai risultato difficile divincolarmi.
Sin da quando mi ha spinta a terra, però, ho percepito in lui una notevole e anomala robustezza, per non parlare della rapidità dei suoi movimenti.

Tutto questo suscitò in me una strana sensazione. Le sue intenzioni erano chiare: non mi avrebbe fatto del male. Eppure, in me ardeva un sentimento del tutto nuovo ... ero invidiosa.

Si, ero invidiosa perché, per la prima volta, un uomo mi aveva battuta in quanto forza fisica. Perché mi sentivo debole, vulnerabile ... quella presa gentile ma ferma, le sue calde mani che mi stringevano ... m'innervosiva da morire.

«Oi.» gli lanciai un'occhiataccia. «Ci senti??»

Le parole guizzarono fuori dalla mia bocca in tono un po' troppo sprezzante, il che non era esattamente mia intenzione.

«Scusa.» disse, lasciandomi e facendo un passo indietro. «Non ti volevo spaventare.» aggiunse.

Deglutii, successivamente abbassando lo sguardo. « ... no, scusami tu.» risposi. «Solo ... non capisco che cosa stia succedendo.»

Lui mi sorrise calorosamente, come se non fosse mai stato trattato da disadattato. «Non percepisco più presenza di demoni, posso spiegarti tutto con calma.»

Un peso dal cuore cessò di esistere dopo quell'affermazione. Ancora non ne capivo bene il senso ma, da come parlava, pareva sollevato anche lui.

Decisi che dovevo mettere da parte il tumulto che avevo dentro e evitare di essere tanto pessima. Se non ci fosse stato lui, chissà che fine avrei fatto.

Beh, non che ...

Mi bloccai, scuotendo la testa. No, non è il momento adatto per darti ascolto.

«Emh ...» egli mi richiamò. «Tutto bene?» chiese, riportandomi alla realtà.

«Eh?» alzai lo sguardo, fissandogli il volto.

Nonostante la scura serata, illuminata solamente dalla foca luce lunare, i suoi occhi parevano due gioielli brillanti ... anzi, no. Mi ricordano altro, ma al momento mi sfugge cosa ...

«Senti, piccoletta ... non è che per caso sai dove trovare una locanda?»

M'irrigidii, sentendomi curiosa e spiazzata allo stesso tempo. «Locanda? ... emh ... sai di essere in periferia, vero?» domandai, credendo fosse ironico.

𝐈'𝐋𝐋 𝐋𝐎𝐎𝐊 𝐀𝐅𝐓𝐄𝐑 𝐘𝐎𝐔┊ℝ𝕖𝕟𝕘𝕠𝕜𝕦 𝕂𝕪𝕠𝕛𝕦𝕣𝕠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora