...
Alcuni fiori di glicine mi caddero addosso, come se volessero darmi conforto in qualche modo. Scena vissuta e rivissuta a casa mia, sotto gli stessi alberi, ma con pensieri differenti. Mai avrei pensato che sarei stata tanto male per qualcuno che conoscevo così poco e visto a stento.
Abbracciai le gambe, poggiando la testa sulle ginocchia e sospirando sonoramente. Il venticello della serata primaverile mi fece venire i brividi di freddo, ma non mi smosse. Volevo restare lì ancora un po' a rimuginare sugli eventi accaduti pocanzi.
«Per quanto hai intenzione di restare così?»
Alzai lo sguardo verso chi mi stava parlando per poi riabbassare la testa e sbuffare.
«Startene imbronciata non migliorerà nulla, qualsiasi cosa ti sia capitata.»
«Tornatene dentro.» sbottai. «Indossi vestiti troppo leggeri, ti prenderai un malanno.»
«Vogliamo parlare del tuo yukata?»
Sibilai, un po' infastidita dal fatto che avesse ragione. «Fujiko, voglio stare sola, per favore ...»
«Yuriko e Nene sono preoccupate per te.»
Strinsi maggiormente le gambe, leggermente risentita ora. «Di cosa si preoccupano ...?»
«Tu che dici? Appena sei tornata ti sei fiondata nel tuo laboratorio e poi sei venuta qua fuori a chiuderti a riccio. Di cosa pensi si stiano preoccupando?» mi domandò, acidamente. «E detto con tutta sincerità, anche a me preoccupa il tuo comportamento. Penso di conoscerti abbastanza per sapere che c'è qualcosa che ti turba particolarmente, quindi te lo chiedo con le buone: cos'è successo?»
Le sue parole mi lasciarono destabilizzata, tanto da non riuscire nemmeno ad aprire bocca per controbattere.
Mi misi a sedere correttamente, poggiando la schiena sul tronco dell'albero e, imbarazzata dall'intera situazione, la fissai, indecisa se aprirmi o meno. In passato ci capitò una situazione pressoché identica ma a ruoli invertiti, forse potrei fidarmi ... magari parlarle della cosa non menzionando che mi sono fatta del male potrebbe andare.
«Quindi?» mi esortò a parlare.
Ben presto sputai il rospo, non facendocela più. Lei mi stette ad ascoltare per tutto il tempo, senza farmelo pesare e sembrando particolarmente comprensiva.
«E quindi mi ha detto di avermi vista fare le insufflazioni al ragazzo. Ho paura che lui pensi che sarei disposta a baciare chiunque senza esitazione, proprio come ho fatto con lui per la respirazione bocca a bocca.» le spiegai.
«Hana, perché hai così timore che lui ti veda così?»
La domanda mi fece parecchio riflettere. Effettivamente, perché?
«I-io ...»
«Rispondi prima questo: se lui fosse fidanzato, ci rimarresti male? Se lo vedessi baciarsi con qualcuno come reagiresti? Ti andrebbe bene?» Fujiko parve molto seria a riguardo, il che mi fece salire un po' d'ansietta.
Decisi comunque di immaginare le sue labbra baciare quelle di qualcun'altra e, qualcosa di strano si fece strada dentro di me, insidiandosi nel mio petto. Non mi era mai capitato prima ma, ora che ci pensavo, anche il solo pensiero di saperlo impegnato mi ...
« ... fa rabbia.» esordii.
«Hana ...» lei mi prese il viso. «Quella che provi è gelosia.»
Gelosia?
«Gelosa? Io?» la guardai negli occhi, cercando conforto.
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𝐈'𝐋𝐋 𝐋𝐎𝐎𝐊 𝐀𝐅𝐓𝐄𝐑 𝐘𝐎𝐔┊ℝ𝕖𝕟𝕘𝕠𝕜𝕦 𝕂𝕪𝕠𝕛𝕦𝕣𝕠
Fanfiction⚠️𝗡𝗢𝗡 𝗙𝗘𝗗𝗘𝗟𝗘 𝗔𝗟𝗟'𝗢𝗣𝗘𝗥𝗔 𝗢𝗥𝗜𝗚𝗜𝗡𝗔𝗟𝗘⚠️ ⚠️𝗧𝗪 𝗔𝗟𝗟𝗘𝗥𝗧: 𝗯𝗹𝗼𝗼𝗱, 𝘃𝗼𝗺𝗶𝘁, 𝘀𝘂𝗶𝗰𝗶𝗱𝗲, 𝗯𝗶𝘁 𝗼𝗳 𝗲𝗮𝘁𝗶𝗻𝗴 𝗱𝗶𝘀𝗼𝗿𝗱𝗲𝗿𝘀, 𝗮𝗻𝗴𝘀𝘁, 𝘃𝘂𝗹𝗴𝗮𝗿 𝗹𝗮𝗻𝗴𝘂𝗮𝗴𝗲. ⚠️𝗜𝗻𝘀𝗽𝗼: 𝗧𝗵𝗲 𝗔𝗽𝗼𝘁𝗵𝗲𝗰𝗮...