Ho lo sguardo perso nel vuoto. La mia mente vaga in diversi scenari. Non riesco neanche io a distinguerli. Quella sensazione di vuoto totale, dove sembra che la mente sia piena di pensieri che si va da un argomento all'altro. I bigliettini, mio fratello e quell'apparizione strana la mattina in cui ho ricevuto il primo bigliettino. Quella maschera che mi ha perseguitato per molte notti e che continua ad invadere i miei pensieri. Sento la musica rimbombare nelle mie orecchie sperando che così non dia modo alla mente di parlare. Ma non è utile anzi, non fa altro che portarmi all' esasperazione e alla creazione di nuovi pensieri. Afferro il telefono cercando di distrarmi ma il bussare alla porta è più veloce e mi riporta alla realtà. Mi alzo e apro la porta, Ce una cameriera che si limita a dire di iniziarmi a vestire perché tra poco saremmo dovute andare alla sfilata. Mi ero totalmente scordata dell'evento. Erano mesi che i preparativi andavano avanti e si erano conclusi qualche settimana prima. Il vestito per l'evento mi era già stato consegnato. Mi faccio una doccia veloce e mi vesto per poi mettermi le scarpe e farmi i capelli. Come era stato programmato arrivano in orario le truccatrici che truccano sia me che mia mamma e fanno felice Aveline mettendo qualcosa anche a lei. Prima di uscire prendo la mia borsetta e mi spruzzo il profumo. Esco in giardino dove una limousine ci attende e senza troppi scambi di parole ci salgo sopra. Partiamo e io guardo fuori dal finestrino.
Solitamente questi eventi mi sono sempre piaciuti ma oggi non mi sento in vena, ho una brutta sensazione. Non riesco ad essere felice perché ritorno sotto i riflettori dopo un po' di mesi di pausa, anzi quasi sono infastidita. Sto iniziando a provare un odio verso tutto questo. Forse dalla morte di papà, oppure da quando mi sono arrivati i biglietti. Mi sento irrisolta. Solitamente riuscivo ad ignorare queste sensazioni ma oggi no. Ho lo sguardo assente vedo le case di Los Angeles sfrecciare dietro di me, Le luci che spesso vengono considerate meravigliose le sento come un qualcosa di "non speciale" come molti invece pensano.
<<Selene, sei ancora tra noi?>>
Scuoto leggermente la testa e torno a guardare mia madre annuendo con un sorriso.
Non ho intenzione di parlare, non ho voglia. Finalmente arriviamo,
È ora di aprire il sipario,
La portiera del mio lato si apre e io esco sfoggiando un sorriso. Devo sembrare felice, entusiasta e soprattutto fiera di mia madre.
I flash mi accecano ma dopo anni nel campo ormai sono abituata, Riusciamo a raggiungere l'interno del luogo in cui una pedana luminosa e specchiata ci accoglie con tutti i posti a sedere ai lati. Il tema era l'oceano, vista l'estate che si avvicinava. La stanza molto grande era arredata con conchiglie e perle, e poi vi era un'altra stanza ancora chiusa, che io sapevo avrebbe ospitato la cena. A mia madre piaceva fare le cose in grande, far parlare di lei per settimane. Le sue sfilate dovevano essere memorabili. C'era una sfilata ogni stagione e in ogni mese. Lavorava mattina e notte per organizzarle ma poi adorava quando il suo lavoro veniva apprezzato. Lei si dava le sue soddisfazioni da sola. Era sempre stata così. Passarono alcuni minuti Mia madre si presentò e presentò la sua nuova collezione e la sfilata inizió. Tutti presi dalla creatività di Helena Myrus. Alcuni che guardavano affascinati i capi d'abbigliamento altri stilisti con il solito astio per via della concorrenza. Era quasi divertente come l'umore di una persona potesse dipendere dalla concorrenza e dalla consapevolezza di non poter vincere. Vedere gli occhi che giudicano. Sorrido compiaciuta e dopo un oretta la sfilata finisce, ma adesso arriva la parte più complicata. La cena. Tutti che cercano di avvicinarsi alle donne e agli uomini più potenti per gli affari, Osservare la falsità delle persone e spesso farne parte. Guardare dall'alto e capire che ormai questo è il tuo mondo e devi sopravvivere. Non avevo dato molta importanza agli invitati sopratutto perché con il buio e la luce che illuminava solo la passerella non era molto facile vedere i volti. Ma quando le luci si riaccendono io vedo tra le varie persone Ian, Matthew E Ares di fianco ad un uomo sulla cinquantina. Vedo la grande somiglianza con Ares, evidentemente è il padre. Mi invade una sensazione di allerta, e inizio a scrutarli con attenzione e vedo come i loro sguardi siano puntati su di me da un bel po'. Incutono paura, non mi fanno stare tranquilla. Mi sento giudicata e in pericolo. Allora senza esitazione mi alzo dal mio posto e mi allontano dalla stanza iniziando a vagare per la villa che ospitava la sfilata. Le stanze erano illuminate, ma era tutto molto moderno. Affascinante. Non ero troppo lontana dalla stanza della passerella infatti inizio a vedere le persone che si dirigono verso la stanza in cui si teneva la cena. Così per non essere troppo sospetta li raggiungo. Il mio tavolo era leggermente più distante dagli altri, catturava l'attenzione. Sapevo che mamma avesse organizzato i tavoli ed io pensavo che al nostro tavolo ci saremmo state noi tre e magari alcune delle sue colleghe. Invece no. Vedo dirigersi verso la mia direzione Il padre di Ares seguito dal figlio e dagli altri due. L'uomo ha un ghigno beffardo sul volto, quasi inquietante. Mi alzo quando li vedo avvicinarsi e sorrido cercando di non ascoltare la sensazione di timore che mi invade.
<<Tu dovresti essere Selene, la figlia maggiore di Helena. Piacere Edward Trope.>>
Ora che lo vedo più da vicino mi sembra di conoscerlo, Ma magari è semplicemente una somiglianza con qualcuno.
<<Si sono io, Piacere mio signor Trope>>
Gli dedico un sorriso di cortesia e subito dopo il mio sguardo si dirige verso i tre ragazzi vestiti eleganti dietro di lui. Indossano tutti una camicia bianca, una giacca e una cravatta nera abbinata ai pantaloni eleganti e le scarpe che sembrano appena lucidate. Cala un silenzio imbarazzante e grazie al cielo un uomo si avvicina al Signor Trope e iniziano a parlare allontanandosi.
Io mi avvicino invece ai tre.
<<Buonasera anche a voi comunque.>>
Dico un un tono decisamente freddo. Loro mi scrutano dalla testa ai piedi e io incrocio le braccia.
<<Ciao corvina>>
Matthew è il primo a parlare e gli concedo un segno con il capo aspettando che anche Ares e Ian mi salutino.
<<Ciao Selene>>
Continua Ian. Ma Ares sembra proprio che si rifiuti di salutarmi. Mi fissa semplicemente e io sbuffo infastidita. Il ragazzo dai capelli neri interrompe il contatto visivo e si va a sedere evitandomi del tutto. Ian sembra afferrare la tensione e fa una faccia leggermente scioccata per poi muovere la mano, roteo gli occhi e mi metto a sedere.
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𝓦𝓱𝓸 𝓪𝓻𝓮 𝔂𝓸𝓾?
RomanceLui un diavolo dannato, lei l'unica in grado di danzare con lui in un ballo composto da menzogne e segreti che portano però a sentire quel velo di adrenalina che tutti in quel gruppo cercano.