the black hole

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    ⚠️Attenzione, (anche) questo capitolo contiene scene di violenza ⚠️                 
                                   Ares Pov

<<Questa Stronza mi ha accoltellato>>

Si lamenta Ian mentre preme sulla sua ferita con un espressione di dolore sul volto.

<<Ha accoltellato tutti noi.>>

Dico mentre gli lancio un panno pulito e una cassetta di pronto soccorso. Mi passo una mano sui capelli ancora grondanti. il taglio sulla mia anca destra è ben visibile, vi è una garza molto grande sopra con qualche goccia di sangue. Afferro una maglietta nera e la indosso.

L'avevamo sottovalutata. La Paura non l'ha fatta spegnere. Si è accesa, era pronta a combattere fino allo sfinimento. E ora è sdraiata sul divano ancora in preda al sonno profondo. I capelli che ricadono sul cuscino disordinati, la maglietta enorme grigia che usa come pigiama le accarezza le cosce scoperte e lascia la pelle della sua spalla destra scoperta. Sul volto ha qualche taglietto, e i lividi sulle gambe non passano inosservati. Finalmente Abbiamo potuto agire. Elizabeth ha preferito non venire, inoltre per lei non era obbligatorio, le vengono affidati altri compiti. Era da un bel po di tempo che aspettavo questo momento. Suo padre ha distrutto la mia famiglia, così come sua madre. E mio Padre ha deciso di vendicarsi. La vendetta è una cosa inevitabile per l'essere umano. Quando si accumula troppa rabbia, troppo disprezzo ed odio verso una persona si fa di tutto per abbatterla. Quell'odio talmente tanto grande si accumula negli anni a passare insieme al rimorso e al rancore. Tutte sensazioni troppo complicate per l'essere umano e che quando sono troppo forti sono difficili da gestire. Quando si perde il controllo su di loro inizia la vera partita, a volte però le persone tendono ad agire impulsivamente per poter soddisfare la loro sete di vendetta. Mio padre no. Mio padre ha atteso il momento perfetto, l'ha creato lui, e ha fatto in modo che quelle tre puttane ci cadessero dentro. Ha pianificato tutto negli anni. Ha atteso e adesso ha agito, ma per non sporcarsi le mani ha deciso di usare me e i miei migliori amici. Quel bastardo preferisce far sporcare le mani al figlio che tanto l'ha deluso. E purtroppo ha deciso di prendere sotto la sua ala anche le persone più importanti per me. L'ha conosciuti quando erano ancora dei ragazzini, come me. Aveva scelto dei ragazzi che fossero circondati dal buio, con qualcosa di rotto dentro e che poteva sfruttare al meglio sin dalla giovane età. In poco tempo io, Matthew, Ian, e Beth, ci
eravamo ritrovati in un buco nero. Non conoscevamo i motivi per cui ci fossimo entrati e non riuscivamo a trovare l'uscita. Ci aveva risucchiato e ci aveva prosciugato l'anima, ma almeno in quel buio infinito eravamo insieme, ognuno di noi era una piccola stella nell'oblio che ci circondava e facevamo di tutto per non farle spegnere. Eravamo protettivi, gelosi con gli altri membri del gruppo, solo perché sapevamo che quell'oscurità che ci mangiava vivi era ciò che ci aveva uniti. Eravamo spenti nella nostra luce, e gli unici a farci brillare al massimo eravamo noi.

Selene si muove leggermente, presto apre gli occhi e subito dopo li strizza forse per via del mal di testa causato dall'odore del Cloroformio che ancora le pizzica il naso. Si tocca la testa. Scruta la stanza Ma non c'è molto da vedere, c'è solamente una luce fioca che lascia intravedere i contorni delle persone. Si alza immediatamente dal divano allontanandosi da noi tre che la osserviamo con un sorriso compiaciuto sul volto. È così indifesa, Sconvolta. Si guarda intorno velocemente alla ricerca di qualsiasi cosa possa usare per difendersi. E il fatto che abbia così dannatamente paura di noi mi piace.

<<Cosa volete da me?>>

Presto io scoppio in una risata. È così scontata. La facevo più sveglia. La vedo muoversi, cercare la porta d'uscita. È proprio quello che cercavo. La trova pronta ad aprirla.

<<Se fossi in te non l'aprirei Sirena. I miei uomini sono in ogni angolo, non aspettavano altro. Carne fresca e indifesa.>>

Dico cantilenando mentre lei si ferma immediatamente. Mi volto lentamente verso di lei, e la studio da testa a piedi. Lento, sono sicuro che lei rimarrà a farsi osservare. Adora essere guardata. Immagino la battaglia interiore che sta vivendo. Non sa cosa scegliere. Se andare nella tana di altri lupi oppure rimanere buona. Vedo le sue labbra stirarsi in un ghigno divertito, di sfida.

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