Capitolo 43

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Martin fece appena in tempo a portarsi al fianco di Marcus che gli uomini reclutati da Lucius gli furono addosso

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Martin fece appena in tempo a portarsi al fianco di Marcus che gli uomini reclutati da Lucius gli furono addosso.

Si divisero in due gruppi. Uno, attaccò Martin e il fabbro. L'altro, si diresse verso l'abitazione con l'intenzione di catturare le donne.

Realizzando che in casa sarebbero state come topi in trappola, Ember intimò alla madre e a Melany di seguirla all'esterno, prima che gli assalitori le circondassero.

Appena fuori Cerridwen si fece avanti.

<<Mettetevi dietro di me>> ordinò con autorità.

La madre di Ember alzò le braccia al cielo e pronunciò alcune parole in un linguaggio antico. Uno strano vento si alzò, i suoi vestiti e i capelli vennero spinti violentemente indietro e una potente luce bianca uscita dai palmi delle sue mani, la circondò.

Tutto il suo essere divenne una luce accecante che, poi, con violenza scoppiò e si diffuse.

Una cupola traslucida, attraversata da fulmini intermittenti di colore blu, le coprì.

Nessuno nemico avrebbe potuto oltrepassarla senza rimanere folgorato all'istante.

Cerridwen barcollò per lo sforzo, ma mantenne salda la barriera. La fatica che stava facendo era tremenda, perché lei era direttamente collegata ad essa. Lei era l'energia pura di cui era formata quella barriera.

I primi ignari soldati che si azzardarono a raggiungerle vennero fulminati. Scossi convulsamente, caddero a terra con il corpo fumante. Un odore disgustoso di carne bruciata arrivò alle narici delle persone vicine.

Terrorizzati da quanto accaduto, gli altri assalitori si fermarono di botto.

Ember sapeva che sua madre non avrebbe potuto tenere alta quella protezione troppo a lungo, se non voleva morire lei stessa.

Doveva fare qualcosa. Non poteva stare ferma a guardare tutte le persone che amava sacrificarsi e lei rimanere con le mani in mano. Non esiste!

Guardò oltre la cupola il procedere dello scontro.

Marcus e Martin erano sporchi di sangue. Non si riusciva a capire se fosse il loro o quello dei loro nemici. Avevano legato l'ascia e la spada alla mano con un laccio di cuoio. Quello era un trucco insegnato da Marcus. In questo modo, anche stremati, non si rischiava di far cadere l'arma che risultava un prolungamento del braccio.

Erano circondati. Respiravano con difficoltà e affrettatamente a causa dell'estrema stanchezza e per lo sforzo del prolungato combattimento. Marcus e Martin erano evidentemente al limite delle forze.

Aidan e Lucius stavano lottando con ferocia, rotolando uno sull'altro.

Morsi, zampate spietate, colpi di coda potentissimi. Tutto era usato e permesso, tranne il fuoco che in quel momento era, per ragioni diverse, ai due rivali, sconsigliabile.

La stirpe dei DraghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora