Tuo padre è colpevole del mio dolore

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Tn Clark

Sentivo le lacrime scorrere sulle mie guance.
Il fiato venire a mancare.
Avevo gli occhi ancora sgranati per quello che avevo appena sentito.
Sentivo la testa girare.
La vista scurirsi.
E poi eccola lì, la sensazione più brutta del mondo.
Il sentirsi tradita dalla persona a cui gli avresti dato la vita.
Sentì il mio nome uscire dalla sua bocca.
Ma io non volevo ascoltarlo, non volevo vedere più nessuno.
Non riuscivo, per il momento, a guardarlo come qualche ora prima.

Qualche ora prima...

"Lucas tu entra pure, io devo parlare con lei" Vidi Lucas allontanarsi ma spostai subito lo sguardo su di lui.

La persona di cui mi ero innamorata.

Ricambiai il suo sguardo preoccupato, sentì le mie guance venire accarezzate dalle sue mani e sorrisi.
"Se non vuoi entrare lo capisco.
Basta dirlo"
Scossi la testa.

Volevo conoscere la sua famiglia.

Volevo di nuovo sentirmi parte di una famiglia.

Volevo sapere se ero abbastanza per lui.

"Voglio conoscere la tua famiglia"
Mormorai rilassandomi alle sue carezze.
Riusciva a calmarmi.

"Non voglio che ti senta fuori posto lì dentro" Appoggia la fronte alla mia.
"So benissimo il perché tu mi hai portato qui, quindi stai tranquillo" Ribatto.
"Dovrei stare io tranquillo? Ti tremano le mani e sei tremendamente bianca"
Dice scherzoso.

Ma che ridere! Quasi adesso scoppio a piangere dalle risate!

"Io c'è la posso fare, voglio farlo."
Dico prendendo il suo viso tra le mie mani.

O almeno penso che possa farcela.
Adesso svengo, me lo sento.

"Sicura?" Dice ad un soffio dalle mie labbra.

No cazzo!

"Si, sono sicura" Dico e lo bacio.
Mi stringe a sé, mi accarezza il fianco con una mano e lascia l'altra nella mia guancia.
Quando le nostre lingue si stanno per incontrare sento un voce.
"Che cariniii! Guarda zia!"
Mi stacca immediatamente e sento le guance andare a fuoco.
Sposto lo sguardo e incontro quello della mia, forse, suocera.
"Ciao mamma" Lo sento ridacchiare.
 
Sono fottuta.

"Salve signora Riddle" Dico porgendole la mia mano.
Lei la stringe e ricorco quando mia mamma lo faceva.
Era così bello stare con lei.
Sorrido mentre ci porta dentro casa.

Non sentirti fuori posto.
Non sentirti fuori posto.
Non sentirti fuori posto.
Mi ripeto.
Starai bene qui.
Sarai di nuovo felici con lui.
Ti puoi fidare di lui.
Ha una famiglia buona.
Me la merito.

Vedo i genitori di Lucas e li saluto con un sorriso.
Dopo qualche chiacchiera ci sediamo a tavola.
Sento tutti gli sguardi su di me.
Respira e rilassati.
È normale.
Inizio a mangiare ma la mano mi trema leggermente.
Sento la sua mano stringermi la coscia.
Lo vedo guardarmi e poi si avvicina al mio orecchio.
"Preferisco vedere le tue gambe tremare invece delle tue mani quindi vedi di fare la brava e farti passare questa insulsa paura"
Spalanco gli occhi e lo guardo male.
Stringo la sua mano nella mia.
"Non è molto rispettoso parlare all'orecchio di un'altra persona mentre si è in famiglia"
Sbianco immediatamente e sposto lo sguardo su mio suocero.

Ora sono fottuta.

"Sto scherzando" Dice sorridendo.
Annuisco e bevo.

Ok forse non sono male.

"Papà stavo solo dicendo alla mia ragazza  che se magari qualcosa non le piace più benissimo lasciarla"
Mi strozzo con l'acqua.

ĽHA VERAMENTE DETTO?!
VOGLIO URLARE!

"Oh si, cara non preoccuparti qualsiasi cosa non sia di tuo gradimento puoi dirmelo"
Dice sua madre accarezzandomi un braccio.
"Ti va di raccontarci un pò di te?"

Cosa diavolo dovrei dire?
Non esiste un manuale per questo genere di cose?

"Non saprei minimamente cosa dire di me"
Confesso arrossendo per la brutta figura appena fatta.
"Puoi magari iniziare parlando dei tuoi genitori,no?" Dice lo zio del professore.
"Zio no-" Lo interrompo.
"I miei genitori non ci sono più, sono morti quando ero piccola"
Abbasso lo sguardo sul mio piatto e riprendo a mangiare.
"Mi dispiace" Annuisco.
Vedo I miei due suoceri scambiarsi un occhiata.
Sembra che stiano parlando solo guardandosi negli occhi.
Sono così confusa.
"Com'è successo?" Sento la vocina di Lucas.

Cosa ne può mai sapere un ragazzino come lui delle persone malvage che ci sono lì fuori.
"È colpa di alcune persone cattive, un'errore molto più grande di quello che si può immaginare" Dico guardandolo negli occhi.
Sposto lo sguardo sul professore.
Tutti i restanti guardano suo padre.
Ma sono troppo occupata a guardare lui,
a sostenere il suo sguardo.

Quando finisce il pranzo Lucas se ne va nella sua stanza essendo molto stanco.
"Voi andate nel salone, noi andiamo di sopra per pochi minuti per parlare di lavoro, ritorniamo subito" Dice la madre.
Noi annuiano.
Lo abbraccio.
"Grazie per avermi portato qui"
"Di niente  ragazzina"
Mi lascia un bacio delicato.
"Io dovrei andare in bagno, dove si trova?"
Domando.
"Ti accompagno io, ho paura che tu ti possa perdere"
Mi prende la mano e mi guida facendomi strada.
Vive in una casa strepitosamente bella.
Passiamo davanti lo studio da cui proviene un chiacchiericcio che mi attira.
Soprattutto una frase attira la mia attenzione.

"La ragazza merita di sapere la verità, che in quella missione c'eri anche tu; spiegale che tu l'avevi detto fin dal principio che loro non erano nessuno"
Mi fermo, anche lui lo fa.
"Nostro figlio è innamorato di lei quindi va lì sotto e dille tutta la verità, non distruggere il loro rapporto"

Smetto di ascoltare.
Non controllo il mio corpo.
Entro dentro quel fottuto studio con il fiatone.
Le lacrime agli occhi.
"Lei ha fatto cosa?"
Sussurro mentre mi avvicino.
"Tu lo sapevi!?" Mi giro verso il professore.
"No certo che no" Non gli credo.
"Ti ho fatto pena fin dall'inizio vero?"
"Ti ho appena detto che non ne sapevo assolutamente nulla"
Sento caldo.
Sento freddo.
Lui guarda scioccato suo padre mentre si avvicina a me.
"Ti prego stai calma, so bene che non è fa-"
"Sul serio?! Devo stare calma quando scopro che il padre della persona che amo ha ucciso i miei genitori?"
Prendo fiato.
Mi giuro verso quel mostro.
"Quando pensava di dirmelo lei?!
Perché loro?! "
Sento le lacrime scendere.
"Io l'ho sempre detto che i tuoi genitori non erano chi cercavamo noi, ma a quel tempo non avevo un potere decisionale, io eseguivo"
"Quindi li hai ammazzati tu?! Lei si sta giustificando così?!"
"Non sono mai andato in quella missione.
Mentre io mostravo le prove in cui si poteva bene vedere che i tuoi genitori non c'entravano niente, loro morivano.
Ho provato a farli salvare!"

Sento la testa girare.
Mi sento toccare una spalla ma mi scosto.
"Non ti azzardare a toccarmi!"
Lo guardo neglio occhi.
"Ti prego ragazzina ascoltami, non ti senti bene quindi fatti aiutare"
Lo sento abbracciarmi ma lo spingo dal petto e gli schiaffeggio una guancia.
"Ti ho detto non toccarmi!"
Lo afferro dalla camicia.
"Io ti odio! Tuo padre è colpevole del mio dolore! E magari pensi che io possa ancora amarti!"
Mi sento male.
Mi guardo intorno, vedo i suoi parenti gaurdarmi.
Poi guardo lui.
Mi sento solo peggio.
Non volevo colpirlo ma non sopporto niente adesso.

Sentivo le lacrime scorrere sulle mie guance.
Il fiato venire a mancare.
Avevo gli occhi ancora sgranati per quello che avevo appena sentito.
Sentivo la testa girare.
La vista scurirsi.
E poi eccola lì, la sensazione più brutta del mondo.
Il sentirsi tradita dalla persona a cui gli avresti dato la vita.
Sentì il mio nome uscire dalla sua bocca.
Ma io non volevo ascoltarlo, non volevo vedere più nessuno.
Non riuscivo, per il momento, a guardarlo come qualche ora prima.

Scappo dalla stanza ma non appena sto per scendere le scale vedo la vista diventare  buia.
Sento la sua voce urlare il mio nome.
Ma intorno a me vedo solo buio.

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