Capitolo tre

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Content Warning: questo capitolo contiene scene con contenuti sessuali espliciti

CALEB

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Riempio l'ennesima pinta della serata, e non è per me. Io sono più per il whisky e altri super alcolici, e lavorare in questo pub nei pressi della stazione di Paddington mi dà modo di risparmiare parecchi soldi in bevute. Nora mi lancia un'occhiataccia mentre mi passa uno shottino di vodka che bevo in un sorso; suo padre Harold, il mio datore di lavoro, da un angolo del pub mi guarda di sottecchi mentre fa i conti e pensa che non me ne accorga. Arrotondare in questo pub non è strettamente necessario per me, dal momento che il lavoro da modello mi fa avere buoni ingaggi e una buona paga, ma mi piace il contatto con la gente e adoro come le donne mi guardano. Tutte. Al contrario di Connor, sono ben consapevole dell'effetto che faccio su di loro. In diverse mi hanno puntato stasera, e mentre fingevo di esserne ignaro ho servito birre e altro da dietro il bancone. Non torno a casa con nessuna di loro, ma ne ho scelto una con cui scopare nello sgabuzzino. Lei lo ha capito; torna dal bagno e si avvicina al suo tavolo ancheggiando su tacchi a spillo che la fanno sentire sicura di sé, i capelli neri raccolti in una treccia francese, gli occhi grandi e azzurri, le labbra rosse, piene non grazie a madre natura. Si chiama Jade e ha ventiqualcosa anni, sono sicuro che me lo abbia detto ma con l'alcol in corpo inizia a essere complicato ricordare. Dovrei meritare un premio solo per essermi ricordato il suo nome.

Jade saluta la sua amica, che ammicca nella mia direzione uscendo dal pub, poi si sistema il corpetto rosso aderente all'altezza del seno prosperoso e passa le mani sui pantaloni neri attillati in un gesto nervoso che cela insicurezza. Devo piacerle molto. Le rivolgo un mezzo sorriso.

«Posso servirti qualcos'altro, tesoro?» le chiedo.

«Hai sgobbato tutta la sera, sicuro di non meritarti una pausa?»

La sua voce è suadente, quasi roca. Mi ricorda la sua. Un flashback dell'ultima volta che abbiamo cantato insieme mi investe ma non è invitato, per cui lo ricaccio indietro, in un angolo buio della mia mente.

Appoggio i gomiti sul bancone e avvicino il mio viso al suo. Mi mordo il labbro e il suo sguardo indugia. «Non dipende da me,» le rispondo, facendo un cenno col capo in direzione di Nora, intenta ad asciugare dei bicchieri vicino alla cassa.
So anche che sta assistendo al nostro scambio di battute perché la sento sbuffare.

«Nora, sono sicura che Caleb si meriti qualche minuto di riposo, che ne pensi?» chiede Jade, mantenendo però il contatto visivo con me.

Mi volto verso Nora e la vedo occhieggiare là dove poco prima era seduto suo padre. Prende le chiavi da dietro la cassa e le fa scivolare sul bancone nella mia direzione.

«Mio padre è andato via. Potete andare nell'ufficio qui dietro. Avete dieci minuti,» ci avvisa, e mentre la supero non manco di darle un bacio sulla guancia.

«Sei la migliore,» le sussurro, afferrando le chiavi.

«Perlomeno stasera non sei fatto,» la sento borbottare.

Mi dirigo nel retro senza nemmeno controllare se Jade mi stia seguendo; apro la porta dell'ufficio e nel momento stesso in cui mi giro lei mi è addosso. Richiudo la porta con un calcio, mentre rispondo a quel bacio affamato. Sento le sue mani dappertutto mentre ci esploriamo la bocca; viaggia sul mio petto, mi accarezza l'addome e in un secondo è alla cintura dei miei pantaloni. L'aiuto a slacciarla, mentre la sua mano calda si intrufola sotto il tessuto e mi tocca l'erezione al di sopra dei boxer. Quando scavalca anche quello strato, mi spingo su di lei e finiamo contro la scrivania. Jade mi sorride sulle labbra e si appoggia con le mani indietro sul piano di legno per mantenere l'equilibrio. Si allontana dal mio viso per guardarmi, si morde il labbro inferiore mentre accarezza il mio uccello ormai duro. Si abbassa mettendosi in ginocchio, si lecca le labbra e in un secondo lo accoglie tra le sue labbra. D'istinto, mi ritrovo a spingermi nella sua bocca, e lei lo prende fino in fondo. Alza gli occhi azzurri nei miei, e un altro ricordo non richiesto si affaccia prepotente nella mia mente.

Totally worth itDove le storie prendono vita. Scoprilo ora