Capitolo diciassette

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In questo capitolo sono presenti scene di sesso esplicite

CECILIA

Dormo come una bambina e quando mi sveglio mi sembra che siano passati sette anni. Mia cugina Melissa non sarebbe d'accordo con questo modo di dire perché quel diavolo di suo figlio la sta privando del sonno da un anno a questa parte. Io invece sento di non aver mai riposato meglio in vita mia; mi accorgo pure di non aver sentito la sveglia, ed è qualcosa che non succede mai. Devo fare mente locale su dove mi trovo e quanti arti ho, mentre fisso il soffitto con un sorriso ebete in faccia. Le immagini di ciò che è accaduto ieri sera mi tornano in mente e ancora non ci credo, perché mi sembra di rivedere un film di cui non sono la protagonista; eppure, tornando indietro, tanti piccoli particolari avrebbero dovuto darmi un indizio sul fatto che potessi piacergli. Peccato che io sia completamente negata a percepirli finché non mi vengono sbattuti in faccia.
Mi alzo e mi lavo senza distrarmi troppo, ma quando arriva il momento di vestirmi vado in panico. Ci vediamo dopo pranzo? Dove ci vediamo? Non ricordo più come siamo rimasti. Vorrei mettere qualcosa di carino ma non troppo perché se poi capisce che l'ho fatto per lui mi imbarazzo. Mi apposto davanti allo specchio in mutande e reggiseno, ripensando allo sguardo che aveva ieri sera mentre osservava il mio corpo. Per la prima volta, non mi sono sentita insicura del mio aspetto: ho sempre pensato di avere i capelli troppi rossi, sul viso troppe lentiggini, nel busto troppo poco seno, la pelle troppo chiara e i fianchi troppo grossi. Sono cresciuta con un'immagine positiva di me, finché l'adolescenza non ha messo in dubbio ogni sicurezza che avevo acquisito. Non pensavo di avere bisogno che qualcuno apprezzasse il mio corpo finché non è effettivamente successo. È giusto? Non credo, non dovrei dipendere dall'approvazione di nessuno. Sbuffo, distogliendo lo sguardo, e rivolto l'armadio finché non trovo qualcosa di decente. Mi infilo le calze, indosso la mia gonna preferita e un maglioncino bianco a collo alto, poi controllo il mio riflesso allo specchio. Ok, passabile. Basta, non intendo farmi altre paranoie. Che fastidio i vestiti.
Distolgo lo sguardo dallo specchio e do uno sguardo alla stanza, completamente a soqquadro, poi controllo l'orologio. Cazzo, tra cinque minuti devo essere fuori casa se non voglio fare tardi.

Mi avvio al piano di sotto di corsa ed entro in cucina dove mia madre mi sta già aspettando. È accanto al lavandino e sta togliendo il bollitore dalla sua postazione. Mi saluta senza voltarsi.

«Buongiorno.»
Occhieggio l'isola, dove sono posizionati solo i miei brownies su un piatto. Forse dovrei portarli a Connor e Caleb.

«Buongiorno, mamma.»

«Hai cinque minuti?»

«Letteralmente.»
Finalmente si volta a guardarmi. Squadra come sono vestita. «Devi vedere Connor?»

Sento le gote andarmi a fuoco. «Forse sì, oggi pomeriggio. O forse gli porto la colazione se faccio in tempo, tanto passo praticamente davanti al suo alloggio andando a lezione...» farfuglio. Mia madre mi guarda come se mi fossi rincretinita tutto insieme, e probabilmente ha ragione.

«Va bene, voglio solo sapere una cosa,» comincia, ma la interrompo subito.

«Le cose con James andavano già male, mamma, lo sai. Non... non è successo niente con Connor prima di ieri, davvero. E comunque non posso dire lo stesso di James,» borbotto.

I suoi occhi si allargano dalla sorpresa. «Ti ha tradito?»

Annuisco. «Con Beatrix, li ho beccati proprio quando sono andata a Oxford. E hai ragione,» continuo, soprassedendo alla sua bocca spalancata dall' incredulità.
«Avrei dovuto dirti che mi ci ha accompagnato Caleb, ma l'ho incontrato per caso e anche lui era diretto lì... il treno aveva fatto ritardo e ne ho approfittato. So quanto ti preoccupi per i viaggi lunghi in auto e visto la giornata non volevo darti ulteriori pensieri,» le spiego. «È andato tutto bene, avevo la sua felpa perché mi sono versata della marmellata addosso. Cal è un ottimo guidatore, oltre che una valida spalla quando si tratta di darle a James,» sorrido.

Totally worth itDove le storie prendono vita. Scoprilo ora