Capitolo sedici

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CAPITOLO SEDICI

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Disclaimer: presenza di contenuti sessuali espliciti

CONNOR

Questo gioco è forse la cosa più stupida e assurda che abbia mai fatto in tutta la mia vita. Sono dove non vorrei essere: in mezzo a delle persone di cui non mi interessa un accidenti, totalmente al centro dell'attenzione, di fronte a delle tizie che a turno vogliono toccarmi e se ne fregano del fastidio che ciò mi provoca. L'unica nota positiva è che sto vincendo con una facilità disarmante. Sono già al terzo tentativo: Liz e Blake hanno sgomitato per iniziare e sono rimaste decisamente deluse dal fatto che hanno dovuto rinunciare quasi subito visto l'espressione schifata che non sono riuscito a nascondere. Avrei la vittoria in pugno, se non fosse per la presenza di Sophie, la quale rappresenta un'incognita non indifferente, ma se non ci fosse stata lei non avrei nemmeno avuto l'interesse di mettermi in gioco. Spero si ritiri all'ultimo, perché sono sicuro di non riuscire a resisterle se dovesse avvicinarsi troppo. Già l'idea che mi tocchi, o di averla a pochi centimetri dal mio viso mi fa seccare la bocca e risvegliare le parti basse. Non reggerei sicuramente, e non mi importerebbe minimamente di perdere, perché potrebbe essere la mia unica occasione di baciarla. La conosco, tuttavia, e credo che dietro la spavalderia che ha dimostrato nell'accettare il gioco ci sia la sicurezza e la fiducia in me - assolutamente mal riposta - che le resisterò e che non le permetterò di baciarmi, perché per lei significherebbe tradire quell'idiota del suo ragazzo.
È su questi pensieri che il mio cervello si è fissato mentre una tizia mi sta di fronte e si avvicina al mio viso nel tentativo di strapparmi un bacio. Il mio sguardo schifato la fa desistere, tuttavia. Mi ha messo le braccia intorno al collo e l'ho guardata talmente male che le ha tolte subito. Almeno chiedimi il permesso, che cazzo. Non so nemmeno come si chiama; sono sicuro che me l'abbia detto, ma io stavo cercando Sophie con gli occhi e non l'ho ascoltata. Carter chiama la fine del tempo - hanno un minuto - e la ragazza finalmente indietreggia. «Che gioco stupido,» sbuffa. «Secondo me sei gay, mi sento truffata.»

«Se vedessi la sua ex, capiresti che ha standard molto alti,» interviene Will, che si sta godendo lo spettacolo accanto a Caleb. Gli arriva una gomitata proprio in mezzo alle costole. «Sta' zitto,» borbotta mio fratello, infastidito. Will sembra rimanere momentaneamente senza fiato mentre si massaggia il punto dolente.

Blake trattiene lo sguardo su di loro mentre gira la bottiglia. «Vediamo chi è la prossima,» annuncia. Seguono secondi di assoluto silenzio mentre la bottiglia ruota sul tavolino fino a fermarsi. Punta alla mia testa rossa preferita, che mi riserva uno sguardo preoccupato.
Quell'espressione dura troppo poco perché possa chiederle se va tutto bene, perché si schiarisce la voce e si alza dalla poltrona su cui è seduta per raggiungermi. Si avvicina sorridendo, le sue gote sono rosa per l'imbarazzo che cerca di celare. Dio, quanto sei bella.

«Carter?» chiama, senza interrompere il contatto visivo con me. «Fai partire il tempo.»
«Via!» esclama lui.

Sophie si fa ancora più vicina, le nostre scarpe si sfiorano. Mi guarda dal basso e io ridacchio, divertito; tuttavia, dentro sto tremando. «Vediamo che sai fare.»

«Posso toccarti?» mi domanda. Le sue mani, incerte, si allungano nella mia direzione, in attesa di sfiorarmi.

«Tu puoi farmi quello che vuoi, Sophie.»

Faccio giusto in tempo a notare il sorriso che le è nato sulle labbra, che le sue mani finiscono sul mio petto. Mi spinge con una forza che non mi aspetto e mi sbilancio all'indietro, finendo seduto sul divanetto. È seria, adesso, mentre si afferra i bordi del maglione oversize che la copre; in un unico gesto se lo sfila, rimanendo in leggins e una maglietta nera semi trasparente da cui è visibile un reggiseno. Un reggiseno di dannato pizzo nero che contiene due seni non troppo grandi che starebbero bene sia tra le mie mani che sulla mia bocca. La vita è stretta, piccola, e le sue curve terminano in fianchi generosi che adoro. Come se non bastasse, decide di muoversi nella mia direzione, salendo a cavalcioni sulle mie gambe, le ginocchia a lato dei miei fianchi. Sento esplodere il cuore fuori dal petto, e le mie mani d'istinto le afferrano le cosce. I polpastrelli stringono la sua carne, e percepisco che il mio tocco non le è indifferente, perché ora il suo petto si alza e si abbassa più velocemente. Le mie mani si muovono sulle sue cosce e devo controllare la forza con cui vorrei realmente toccarla. Mi trattengo perché vorrei lasciarle le mie impronte anche nell'anima.
Sospiro, mentre si sistema su di me. Si struscia involontariamente sui miei pantaloni, ed è sufficiente per il mio uccello a scattare sull'attenti.

Totally worth itDove le storie prendono vita. Scoprilo ora