Fisso il cellulare con le lacrime agli occhi, non mi sono mai sentita così confusa in vita mia. Che faccio ora? L'ultima cosa che volevo era fuggire da casa di zio Kevin come una ladra. Il cuore mi fa male al pensiero di aver lasciato Abel così, senza una parola.
Ma non potevo restare.
La nostra è una storia impossibile. Sbagliata. Per quanto io lo ami, per quanto desideri le sue labbra sulle mie e le sue mani su di me, non posso smettere di pensare che io e lui portiamo lo stesso cognome e siamo cresciuti insieme come fratelli.
Mi asciugo gli occhi col dorso della mano, tiro su col naso. Infine, mi decido. Cerco il numero di Lowell in rubrica e avvio la chiamata. Mi ha mandato almeno un centinaio di messaggi da quando ci siamo lasciati l'altra sera. Era preoccupato. Non posso continuare a ignorarlo.
Lui risponde al secondo squillo come se fosse in attesa della mia telefonata. La voce è leggermente ansiosa.
«Dio, Georgie... dove sei?»
«In giro».
«Vuoi dirmi che cazzo è successo? Perché non hai risposto ai miei messaggi?»
«Avevo il cellulare scarico». Inspiro prendendo una boccata d'aria, ne ho bisogno. «Ascolta è successo un gran casino a casa, ma non mi va di parlarne al telefono. Possiamo vederci?».
Mi sento una stronza per ciò che sto facendo. Non è passata nemmeno mezz'ora da quando ero a letto con Abel, nuda tra le sue braccia. E adesso chiedo un appuntamento a Grey come se non fosse successo nulla.
Ma ho bisogno del suo aiuto.
«Ok, dimmi dove sei. Passo a prenderti».
Mi guardo intorno freneticamente, cerco un qualsiasi punto di riferimento. Alla fine lo trovo. Gli do il nome del minimarket all'angolo e gli fornisco le coordinate, assicurandogli che lo aspetterò qui.
«Perfetto. Sarò lì tra una ventina di minuti al massimo».
Rilascio il respiro che non mi ero nemmeno resa conto di trattenere. «Grazie».
«Non c'è di che, Buttman».
Lo immagino mentre sorride, mi sembra quasi di vedere le fossette che gli si formano ai lati della bocca quando lo fa. Infine mi stringo nella giacca a vento. Dopo il temporale si sono alzate delle raffiche violente che fanno rabbrividire, nonostante il pallido sole. E sotto la giacca indosso solo una T-shirt e una minigonna jeans. Arthur deve aver arraffato le prime cose che ha trovato nel mio armadio.
Per fortuna Lowell si presenta puntuale come un orologio svizzero, a bordo della sua auto sportiva.
«Coraggio, sali», dice accostandosi al marciapiede a un passo da me. Ha una posa rilassata, il braccio posato mollemente fuori dal finestrino e gli occhiali da sole. Penso che avrei potuto innamorarmi di lui facilmente, se il mio cuore non appartenesse ad Abel da sempre.
Deglutisco e scaccio via il pensiero del mio non-fratello maggiore. Apro la portiera e mi siedo al posto del passeggero stampandomi un sorriso sulla faccia.
«Ciao, Grey», lo saluto, spavalda.
«Allora, vuoi dirmi che è successo?». Si volta verso di me mentre riparte. L'auto scorre sull'asfalto come volasse.
«Non c'è un posto più tranquillo dove possiamo parlare?». Mi mordo il labbro tradendo il mio nervosismo. Lowell mi fissa, annuisce.
«Andiamo alla villa, lì non ci disturberà nessuno».
Capisco che si riferisce alla proprietà di suo nonno dove mi ha portato l'altra sera, e mi rilasso. Appoggio la testa allo schienale, chiudo gli occhi per un istante. Sono stremata dagli ultimi avvenimenti: la notizia della mia adozione, la mia prima volta... vorrei dormire e risvegliarmi tra cent'anni.
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Sweet Georgie
FanfictionGeorgie ha diciassette anni, è orfana di padre e vive con la madre e due fratelli che adora. Forse un po' troppo. Un giorno a scuola arriva un nuovo compagno: un ragazzo bello, ricco e molto popolare. Georgie non può fare a meno di sentirsi attrat...