Il ballo

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Nella fievole luce della palestra, trasformata in salone delle feste, mi ritrovo circondata da una marea di studenti ubriachi. L'alcol scorre a fiumi, mentre la musica martellante riempie l'aria, mescolandosi al vociare e alle risate degli invitati.

Accanto a me, Blair non fa che strillare eccitata.

«Devi assolutamente farlo», mi dice accostando le labbra al mio orecchio per sovrastare il baccano che ci circonda. In mano tiene un cocktail dal disgustoso colore rosa shocking; è il terzo che beve.

«Tu sei pazza!».

«Cazzo, Georgie. Hai diciotto anni, adesso. Vuoi morire vergine?»

«Shh... abbassa la voce!». Le mie guance avvampano, ho l'impressione di andare a fuoco.

Blair incrocia le braccia sul petto, assottiglia lo sguardo. «Chi vuoi che ci senta con questa musica assordante? A proposito, chi l'ha scelta? Fa proprio cagare, lasciatelo dire».

Non ha tutti i torti. La band che sta suonando ha optato per un repertorio che sarebbe più adatto a una serata di revival. Adesso stanno suonando Help dei Beatles, dopo aver eseguito una versione orrenda di Wild Boys dei Duran Duran. Forse qualcuno dovrebbe dir loro che compio diciotto anni.

Questa è la musica che ascolta mia madre!

Indirizzo alla mia amica un'occhiata che gelerebbe il deserto del Sahara e sbuffo. «Ad ogni modo sai come la penso, farò sesso solo quando mi innamorerò sul serio. E ancora non è successo».

La mente mi rimanda, mio malgrado, il ricordo di Abel seduto sul mio letto, a petto nudo e con la mano tra le mie cosce aperte. Lo stomaco mi si rimescola al solo pensiero. Ho cercato in tutti i modi di cancellarlo, ma è ancora lì. Vivo più che mai.

Smettila, Georgie. Abel è tuo fratello.

La voce della mia coscienza mi rimette in riga. Mi faccio largo tra gli invitati, dispensando sorrisi qua e là, e chiedendomi dove siano finiti Abel e Arthur. Chissà di cosa dovevano parlare. Una cosa è certa: se arrivano tardi alla mia festa di compleanno, non li perdonerò finché campo.

Sollevo la testa, mi volto per l'ennesima volta verso l'ingresso della palestra. Ed è allora che lo noto. Lowell J. Grey fende la folla, splendente come un faro nella notte. Il suo sorriso è un colpo al cuore, mentre i suoi occhi sembrano penetrarmi fin dentro l'anima.

I nostri sguardi si incrociano. Scintille di emozione danzano nell'aria, caricandola di elettricità, mentre si avvicina con passo sicuro. La sua espressione sembra promettere una serata all'insegna del sesso più sfrenato, devo stringere le cosce perché una sensazione di calore si è annidata nelle mie parti intime, bagnandomi le mutandine.

Lui mi raggiunge, si ferma di fronte a me.

«Ehi, Buttman», dice, la voce morbida come velluto. «Balli con me?»

Sento il cuore saltarmi direttamente in gola, ho le mani sudate. Ma alla fine accetto l'invito.

«D'accordo, Grey. Ma fa' attenzione a non pestarmi i piedi».

Lui ride piano. «Giammai. Sono un ballerino provetto, ancora non si è sparsa la voce?».

«C'è qualcosa che non ti riesce bene, tanto per sapere?»

«Temo di no. E ancora non hai visto il mio lato migliore».

«Né ci tengo a vederlo».

Continuiamo per un po' con sciocche battute maliziose, infine ci dirigiamo verso la pista da ballo. Il rumore della festa svanisce gradualmente e l'orchestra comincia a suonare la melodia dolce e avvolgente di un lento anni 80, come da copione.

Lowell fa un commento ironico sulla scelta del brano, poi mi prende tra le braccia; sento il calore delle sue mani avvolgermi, le sue dita danzano leggere sulla mia schiena, mandandomi intensi brividi lungo la pelle.

Con un sospiro profondo mi abbandono al momento, lascio che la musica ci avvolga in un vortice di emozioni e promesse.

«Devo ammettere che sei stupenda, stasera», bisbiglia Lowell accostando le labbra al mio orecchio. Il calore del suo fiato sul collo mi causa un altro intenso brivido. «Questo vestito ti sta davvero benissimo».

Non riesco a evitare di arrossire. Detesto questo mio lato timido, che mi fa sembrare un'imbranata colossale. «Ti ringrazio», rispondo dopo un po', il tono un po' roco.

«Dico sul serio, hai un'eleganza naturale che in pochi possiedono. E di ragazze con indosso abiti d'alta moda ne ho viste parecchie, ai ricevimenti del jet set».

«Be', sei troppo gentile. Ma tu non sei da meno, sai? Sei davvero carino stasera».

Lui mi stringe un po' più forte, le sue labbra mi sfiorano un punto particolarmente sensibile sul collo. «Senti, c'è qualcosa che devo dirti. Non riesco più a nascondere ciò che provo».

«Dimmi pure, ti ascolto».

«Sono terribilmente attratto da te. Mi hai colpito fin dal primo momento in cui ti ho vista, non riesco a pensare ad altro».

Io lo fisso, i suoi occhi sembrano sinceri. Sospiro. «Lowell, ne abbiamo già parlato. Elise...».

«Io ed Elise ci siamo lasciati».

A questo punto sussulto. Com'è che si stanno lasciando tutti? È un'epidemia di cuori infranti?

«Anche tu?», mi sfugge piano, manifestando la mia incredulità.

«Anch'io cosa?».

«Niente, pensavo solo che pure mio fratello si è lasciato con la ragazza. L'ho saputo proprio poco fa».

Lowell sbuffa, lo sento irrigidirsi. «Mettiamo da parte i tuoi fratelli, per un secondo. Parliamo di noi due, ok? Cosa provi per me? Ho bisogno di saperlo».

Il mio cuore rallenta fino a fermarsi, un peso mi comprime lo stomaco. «Anche tu mi piaci, Lowell. Ma...».

«Non c'è nessun ma, Georgie. Non c'è mai stato». Lowell mi attira a sé, le sue labbra si schiantano contro le mie, i nostri respiri si mischiano. Poi lui si stacca al rallentatore, mi lancia uno sguardo carico di passione. «Andiamocene da qui».

«Cosa?».

«Voglio stare un po' da solo con te, ne ho bisogno, capisci?».

Sgrano gli occhi, spalanco la bocca. Mi guardo attorno freneticamente.

«Ma è la mia festa di compleanno, non posso andarmene».

«Possiamo fare quello che vogliamo, Georgie. Tu dimmi di sì e ti regalo la notte più bella della tua vita».

Non so che dire, che fare. Una parte di me vorrebbe lasciarsi andare, l'altra è preoccupata perché i miei fratelli non si sono ancora fatti vedere. Non posso allontanarmi da qui.

«E va bene», cedo alla fine.

Questa è forse l'unica possibilità che ho di gettarmi quel che è successo con Abel alle spalle, di allontanarlo dal mio cuore una volta per tutte. Perché quello che provo per lui è un sentimento proibito, che devo cancellare a ogni costo.

Lowell mi prende per mano e mi trascina via. Sono stordita, confusa. Ho i battiti a mille.

In realtà, ho una fottuta paura.

Sweet GeorgieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora