10. Vuoi stare un po' zitta?

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Kate:

Ci hanno portato l'antipasto e mi sta agitando mangiare con una videocamera che segue ogni nostro movimento.
Sembra di stare in uno studio televisivo, e dopo questa esperienza so per certo che non farò mai l'attrice.
Anzi, mi chiedo come facciano a fare qualsiasi cosa con qualcuno che li filma continuamente.

Siamo in silenzio e ogni tanto sto lanciando qualche occhiata ad Ashton che invece non mi ha più guardato dopo quel bacio sulla guancia.
Penso sia abbastanza nervoso, non ci vuole tanto per capirlo.
Ho appena finito di mangiare l'insalata di mare e il fotografo non fa altro che posizionarsi da una parte all'altra a scattare foto, mentre l'uomo con la videocamera è proprio di fronte a noi che ci riprende.

Mi pulisco le labbra con il fazzoletto e il fotografo mi guarda con un sorrisetto soddisfatto.
Intanto, il violinista ha appena cambiato la canzone e ne sta iniziando un'altra altrettanto romantica e dolce.
Guardo Ashton che ha finito esattamente come me.
Improvvisamente, l'uomo di fronte a noi applaudisce ed entrambi ci giriamo verso la sua direzione.

«Mangiate anche in sincronia!
Wow, siete bellissimi, questo video sta uscendo perfetto.
Ma ora, è arrivato il momento tanto atteso. Dopo l'antipasto, dovete ballare.
Quindi, alzatevi e noi come sempre riprenderemo tutta la scena.
Vogliamo che sia un ballo dolce e romantico.»
Sgrano gli occhi e guardo Ashton che si passa una mano tra i capelli.
Sbuffa contrariato e io mi sento in colpa. Se non fosse stato per me, non ci troveremmo qui.

«Scusate, posso... Posso parlare con il... mio... Ehm, quasi marito?»
Il fotografo mi guardo un po' sorpreso, ma tutti annuiscono velocemente.
«Ma certo» poi si gira verso lo staff e alza una mano per bloccare tutto.
«Una pausa, ragazzi!»

Il violinista smette di suonare e tutta la troupe abbassa videocamera e fotocamere spegnendo tutto.
Escono fuori dalla stanza, lasciandoci soli, anche se a dir la verità mi aspettavo solamente che si allontanassero.
Probabilmente torneranno qui con un omicidio in corso.
Pensare che è solo il mio primo giorno di lavoro...
Non appena la porta si chiude, mi giro verso il mio capo che mette le braccia incrociate al petto e mi fissa in modo severo.
Andiamo male...

«Ashton, mi dispiace non aver prenotato» inizio. «Scusa per questa situazione.»
Io sono angosciata, seriamente, invece lui è incavolato nero.
«Hai capito qual è il tuo lavoro?» Tuona, la voce gelida.
«Ho chiesto scusa, mi dispiace!»
«Kate, ti sto facendo una domanda. Hai capito qual è il tuo lavoro?»
«Prenotare e segnare i tuoi appuntamenti.» Sospiro.
«Ecco, appunto. E quindi mi spieghi il perché ci hanno scambiato per due che si devono sposare?!»

Apro la bocca in cerca di qualsiasi cosa mi salti in testa da dire, ma lui mi anticipa.
«Questa troupe sta girando un video per una proposta di matrimonio! Che dovrei fare? Dimmelo, Kate!» alza leggermente il tono e io sussulto, di conseguenza mi difendo.
«Avresti potuto dire da subito che non eravamo noi, anziché darmi quel bacio sulla guancia facendo finta che fosse tutto vero!»
Respira forte, probabilmente per non uccidermi seduta stante. «L'ho fatto per non fare una enorme figura di merda. Ormai ci avevano già scambiato per quei due!»
«Io stavo per dirlo e tu hai retto il gioco! Non è solo colpa mia» lo sfido a contraddirmi.
«Ti ho dato quel bacio perché avevamo una videocamera di fronte a noi che stava filmando ogni cosa!»
«E allora, vedi che lo ammetti?!»
Sbuffa. «È tutta colpa tua, se avessi prenotato, ora non saremmo in questa situazione.»
Schiudo le labbra e lo guardo arrabbiata, quindi mi alzo dalla sedia di scatto.
«Bene, risolvo subito!» mi giro e gli do le spalle, quindi mi avvio con passi veloci verso la porta, ma non passano neanche tre secondi, che sento il rumore di una sedia spostarsi e la sua mano che afferra il mio polso.
«Dove stai andando?!»
Mi volto, serissima.
«Secondo te?!» dico, più acida che mai.
«A dire che si sono sbagliati e non siamo noi!»
«Ma sei pazza? Ci prenderanno per due scemi se ora diciamo la verità!»
«Non mi interessa! E lasciami il polso!»
cerco di spostarlo, ma la sua presa è salda e forte.
«No, ormai continuiamo questa sceneggiata e quando sarà tutto finito, torneremo al lavoro!»
«No, non se mi guardi con quello sguardo sempre scocciato e nervoso!»
«Scusa, se fra poco devo chiederti di sposarmi e ti conosco da pochissimo!»
la sua voce si calma leggermente e i suoi occhi blu mi fissano attentamente.
Lo guardo e arrossisco.
«Non è una proposta reale» dico anche io più calma.
Non avevo realmente pensato al fatto che dovrà farmi una proposta di matrimonio, me ne sto rendendo conto soltanto adesso.

Scusa, ma non ricordo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora