11. Ho un assorbente, se vuoi

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Ashton:

La situazione sta degenerando.
Se solo non fossero arrivati loro, adesso...
Ma cosa stavo per fare?
Sono fuori di testa?
Cazzo, lei lavora per me.
Lo sto forse dimenticando?
Riesco ad avere il controllo su tutto, eppure non ci riesco con lei.
Torna in te.

«Ehm, noi... siamo... siamo...» sento la sua voce che mi distrae dai pensieri e torno alla realtà, fissando la coppia che è ancora ferma davanti alla porta con la bocca spalancata e un'espressione alquanto scioccata e incredula.

E ora, che diamine dovremmo inventarci per non fare la figura degli idioti?
Per di più, lo stronzo con la videocamera sta riprendendo tutto e io mi immagino la stampa.
È un miracolo che fino ad ora non mi abbiano riconosciuto, ma adesso ho la certezza sia solo questione di tempo.

Se la notizia uscisse fuori di qui sarebbe un casino. Non solo racconterebbero questa sceneggiata, ma comincerebbero anche ad indagare sulla mia finta presunta fidanzata.
Inconsapevolmente, potrebbe diventare la pedina perfetta per i giornalisti.
Le renderebbero la vita un inferno.
So benissimo cosa vuol dire essere pedinato costantemente, alla ricerca dell'ultimo gossip.
Devo impedirlo, a tutti i costi.

Gli lancio un'occhiata di ghiaccio, ma ovviamente non mi sta neppure guardando, impegnato com'è a riprendere tutta la scena che gli si sta presentando davanti.
Devo inventarmi qualcosa, subito.
Guardo Kate e faccio un respiro profondo.
Cosa posso dire per giustificare la nostra presenza?
Ragiona, Ashton.
Ci sarà pure qualcosa da dire, dannazione.

«Pretendo una spiegazione immediata!»
la futura sposa strilla, facendo vibrare tutta la sala.
Kate sussulta e si mette una mano sopra il cuore per via dello spavento.
La sento deglutire.

«Cara, perché non ti calmi?
Lasciali almeno parlare, ci sarà una spiegazione plausibile.»
Interviene il ragazzo a fianco lei, cercando in qualche modo di calmare la futura moglie.

Il suo viso diventa rosso dalla rabbia e si gira verso di lui, puntandogli un dito contro.
«Ma sei cieco? LORO SONO AL NOSTRO POSTO!
LÌ DOVEVAMO ESSERCI NOI» la sua voce risulta stridula, così dopo aver gridato come una pazza isterica, si mette una mano sopra il cuore e chiude gli occhi facendo dei respiri profondi.
Si sta per sentire male, sicuro.

«Devo calmarmi, io devo calmarmi.
Posso farcela!» parla da sola, mettendo due dita sopra le tempie, cominciando a massaggiarle per alleviare la tensione.
Apre gli occhi e fa un altro respiro.
«Okay, vi ascolto!» dice, come se ci stesse dando una minima possibilità con uno sforzo sovrumano.
Penso che il suo primo pensiero fosse quello di saltarci addosso, ma forse ha contato fino a dieci per evitare il peggio.
Solleva un sopracciglio e incrocia le braccia al petto, guardandoci con un lampo di sfida negli occhi.
È talmente arrabbiata che sembra le stia per uscire il fumo dalle orecchie.

Bene, ci siamo.

Mi giro verso Kate e le faccio l'occhiolino con fare complice, sperando mi regga il gioco.
Mi alzo in piedi e le faccio cenno di imitarmi. Per fortuna, capisce al volo e io mi preparo a dire la stronzata più grossa che abbia mai detto in tutta la mia vita.

«Oh, siete arrivati giusto in tempo.
Vi stavamo aspettando!» mi schiarisco la voce passando una mano tra i capelli.
La ragazza solleva entrambe le sue sopracciglia e ci guarda assottigliando gli occhi.
«Aspettando?!» strilla ancora. «Voi ci stavate aspettandooo?»

«Mmh, sì, solo che voi stavate tardando, quindi abbiamo pensato di dire al fotografo di fare il video a noi.
Abbiamo pensato che sicuramente sareste arrivati prima della proposta... Infatti eccovi qui, a tempo record.
Potete iniziare!»
Ma che cosa ho appena detto?

Scusa, ma non ricordo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora