22. Il vuoto

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Kate:

Apro gli occhi e noto che è già giorno pieno. Stanotte ho dimenticato completamente di mettere una sveglia e adesso non ho idea di che ora sia.
Mi sta scoppiando la testa e non ricordo nemmeno il perché non l'abbia messa, né come ho passato la serata.
Il mio ultimo ricordo risale a un bar.
Ero con Ashton, abbiamo iniziato a bere, ma dopo non ricordo più nient'altro.

Mi allungo sul comodino per prendere il telefono, con gli occhi ancora mezzo chiusi e farfuglio parole incomprensibili persino per me stessa, quando non lo trovo al solito posto.
«Dove l'ho messo?» borbotto.
«Chi sta urlando? Che dolore.»
Sento una voce accanto a me e salto in aria per lo spavento, così tanto che ovviamente mi esce uno strillo acuto.
Mi giro di scatto e strillo ancora più forte quando trovo Ashton, sdraiato sul mio stesso letto che si sta stropicciando gli occhi. Appena mi mette a fuoco, però, li spalanca anche lui, sconvolto.

La cosa che mi lascia senza fiato, è il fatto che sia... schiudo le labbra e avvampo dal caldo, trovandolo completamente nudo, senza nemmeno mutande. La prima cosa, dunque, è abbassare lo sguardo su me stessa e urlare nuovamente, scoprendo di essere nuda, esattamente come lui.

Mi sollevo velocemente, cerco il lenzuolo e mi copro al volo. Ashton però lo afferra alla stessa velocità, con il risultato di usare lo stesso, per coprirci entrambi. Ritorno giù, appoggio la testa al cuscino e fisso il soffitto, tenendolo saldo al seno, in modo che non si muova. Non ho nessuna intenzione di guardarlo negli occhi. Sono rossa come un pomodoro, imbarazzata a livelli estremi e non ricordo un accidente.

«Che cosa è successo, Kate? Perché siamo...»
Deglutisco la poca saliva che ancora mi rimane. «Non ne ho la più pallida idea. Cosa abbiamo fatto? Noi...»
«Penso che la cosa più logica sia che abbiamo...»
«Oddio!» mi copro la faccia con entrambe le mani.
Nessuno di noi due lo sta dicendo apertamente, ma non c'è altra spiegazione. Il problema più grave è che non lo ricordiamo.
Probabilmente eravamo così ubriachi da aver dimenticato ogni cosa.
«Siamo in camera mia» afferma. «E la testa mi sta scoppiando. Non ricordo niente. Eravamo in un bar e poi...non so.»
Sento il suo sguardo addosso, probabilmente si è girato a guardarmi, ma io sono ancora nascosta dalle mie mani, in piena crisi di panico.
Non è possibile che sia successo e io non lo ricordi!

«Hai intenzione di non guardarmi per il resto della tua vita? Prima o poi, dovrai farlo.»
«No.»
«Invece, sì.»
«Invece, no» piagnucolo, disperata.
Il letto si muove, Ashton si avvicina e io muoio ancora più di caldo, a pensare che sia completamente senza vestiti e io, lo stesso!

Mi toglie delicatamente le mani dal viso e chiudo gli occhi, stringendoli forte. «No, no, no.» Scuoto la testa.
«Sei tutta rossa» ridacchia. «Guardami, Kate. Scopriremo che cosa è successo, ma adesso puoi smetterla, per favore, di evitare di guardarmi?»

Faccio un enorme respiro e li apro piano piano, ma prendo il lenzuolo e mi copro fino al naso. Ashton è vicinissimo, si è messo con il gomito appoggiato sul letto e mi sta osservando divertito.
Non sembra nemmeno così preoccupato, come me. I suoi capelli biondi sono tutti scompigliati ed è stupendo. Se penso al fatto che potrei averglieli fatti io così, mi sento ancora più in imbarazzo.
Ridacchia divertito e sposta anche il lenzuolo, fino a liberarmi il viso.
«Posso sapere come fai ad essere così tranquillo?» finalmente riesco a dire qualcosa.
«Be'. Non c'è molto che possiamo fare, Kate. A parte ricordare. Ovvio.»
«E il discorso sull'essere amici? Ashton noi abbiamo... abbiamo... abbiamo...»

Non riesco a dirlo, allora lo fa lui per me. «Abbiamo fatto sesso, Kate. Che ci piaccia o no. Che lo ricordiamo o meno. Mi sembra più che evidente.»

Si solleva, mettendosi seduto e si guarda intorno. «Ci sono i nostri vestiti buttati ovunque. A quanto pare, ci siamo dati parecchio da fare.»
Fissa un punto preciso e rimane senza parole. «Che c'è?»
«Guarda lì.»

Scusa, ma non ricordo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora