14. Tracy Morgan

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Ashton:

«Kate, non toccare!» grido, e lei si gira di scatto verso di me, colta in flagrante.
«Chi? Io? Non... Non sto facendo niente!»
La guardo malissimo per poi sbuffare e alzare gli occhi al cielo.

Siamo dentro il laboratorio dove normalmente lavora Barton.
Solo che qui è pieno di robot completamente nudi. Sia uomini che donne.
E adesso, mentre io mi occupo di riparare James, lei non fa altro che avvicinarsi e osservare il genere maschile molto scrupolosamente.
E ora si è messa anche anche a toccare gli addominali di uno.

«Te le taglio le mani, chiaro?!»
La avverto ricevendo in cambio un sorriso.
«Stavo solo guardando se erano...c ome dire...solidi!»

«Poi sono io il pervertito, eh..»
mormoro tra me e me a bassa voce.
«Cosa hai detto?»
Non rispondo e fingo di non sentirla. Rivolgo la mia attenzione verso James che ora è spento e coricato su un lettino.
Normalmente è Barton a occuparsi di queste cose, ma dato che è festa, ho preferito venire direttamente io.

Mi sto occupando di ricostruire il caricabatterie per lui, ma il fatto che ci sia lei, mi distrae.
E non poco, dato che non fa altro che girare da una parte all'altra del laboratorio.
Sento i suoi passi, segno che sta ancora camminando per sbirciare quà e là.
«Se non ti siedi da qualche parte, giuro che ti lego a una sedia!» urlo, infastidito.

«Magari con un robot di questi, però!» dice con voce sognante e maliziosa.
Mi giro di scatto e la trovo a fissarne un altro.
Lo sta guardando con la bocca spalancata e un'espressione da pazza psicopatica sul viso.
«KATEEE!» grido talmente forte che lei salta per lo spavento.
«Che....che c'è?» si volta.
«Ti rendi conto di cosa hai appena detto?» chiedo, scioccato.
«IO? Non ho parlato.»
Fa la finta innocente, sollevando le spalle. Sbuffo nuovamente.

«Stai ferma e siediti da qualche parte, non disturbarmi!»
Annuisce, quindi mi giro di nuovo a continuare di collegare i vari cavi.
Il problema è che non passano neanche cinque maledetti minuti, che sento di nuovo i suoi passi vagare per la stanza.
«Cazzo!» urlo e di scatto mi alzo dalla sedia.
Lei si gira verso di me e spalanca gli occhi.
«Ops!» e mette una mano sopra la bocca.
Ovviamente dietro di lei c'è un altro robot che sicuramente stava osservando.

«Oddio! Che.. Che stai facendo?»
chiede impaurita, vedendomi avanzare, infuriato.
Mi avvicino e quando le arrivo di fronte, il suo viso diventa subito rosso.
Torna indietro di un passo, ma subito va a sbattere contro il robot dietro di lei. Per mantenersi, le sue mani si appoggiano a lui.

«Aaaa!» strilla e il suo viso diventa ancora più rosso.
«Oddio, non dirmi che è...» e subito dopo abbasso lo sguardo e mi rendo conto del perché abbia urlato.
«Ho toccato il suo... Oddio!» strilla, scioccata e alza le mani in aria.

Scuoto la testa e chiudo gli occhi cercando di calmarmi.
Calma Ashton.
Respira.
Respira.
«Ti avevo detto di stare ferma!» Riapro gli occhi, guardandola malissimo.
«Se... Se tu non fossi venuto così vicino a me, non sarebbe successo!»
«Che c'entra che ti sia venuto vicino?»
«Perché sembrava volessi uccidermi!»
«Ci sto pensando seriamente. Vieni con me e... Lavati le mani!» La guardo nervoso e lei deglutisce a disagio.
«Va bene, ma non essere così arrabbiato.
Sei antipatico!»
«Io? Io sono antipatico? Hai appena toccato il ca...»
Mi schiarisco la gola e cerco di usare un tono di voce più basso, dato che sto urlando come un dannato.
«Hai appena toccato la parte intima di un robot! Cosa ti dovrei dire?
Applausi, brava Kate!»
«Scusa, okay? Starò ferma.»
«Ti conviene, se non vuoi che ti leghi davvero a una sedia!»
«Non lo faresti mai!»
«Mi vuoi sfidare, Kate Fischer?!»
la guardo malissimo e mi avvicino ancora di più, finché abbasso il viso a pochi centimetri dal suo. Siamo vicinissimi.
Spalanca gli occhi e cerca di tornare ancora indietro, ma nel farlo, fa cadere il robot dietro di lei, urlando  come una pazza.

Scusa, ma non ricordo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora