Closer

316 15 3
                                    

-Quindi domani arriva Molly- dico cercando conferma. I miei sono tornati da poco in camera e stanno mangiando velocemente con i vassoi sulle gambe; mamma inghiottisce in fretta annuendo, si pulisce la bocca e mi rassicura:

-Si. Mi sono già messa d'accordo con sua madre: resteranno qua tre giorni- oh...quindi meno del previsto -sono così contenta che venga- dice felice continuando -forse più di te- io la guardo scherzosamente male -davvero! Finalmente rivedrò la mia Max con una sua coetanea- continua sognante. Io le sorrido distrattamente...ha ragione. Si pensa sempre che quando uno scopre di non essere in perfetta salute tutti faranno a gara per far vedere quanto ci tengono a te, quanto possano aiutarti; per quello che mi riguarda, dopo poco tempo avevo già capito che molti mi stavano accanto solo per puro egoismo: per sentirsi utili a qualcuno e, quando le cose si sono fatte complicate e la mia condizione si è aggravata, ho avuto la conferma vedendoli scappare uno ad uno: amici e persino familiari. In ogni caso, non li biasimo. Sul serio, li comprendo perché forse lo avrei fatto anche io. La paura non la puoi controllare, l'impotenza di fronte al corso di una malattia nemmeno e noi siamo esseri umani...siamo fatti di carne no? È così che diciamo per giustificarci...Dall'esperienza dell'abbandono però, una cosa l'ho imparata: se qualcuno mi avesse chiesto "cos'è l'amore?" due...tre anni fa avrei riso nervosamente e, dopo averci pensato inutilmente avrei risposto con un banale "quando due persone si completano".

Ero cieca.
Quello era l'amore ideale dei miei libri, quello che alla fine, comunque, trionferà. Troppo bello per essere vero. La risposta giusta è un'altra. L'amore è quando si resta. Quando nonostante qualunque cosa, chiunque, qualsiasi avversità o conflitto c'è una forza che non ti fa scappare, che ti riporta indietro anche se significa soffrire. È l'amore dei genitori, di un fidanzato che mi posso solo sognare, di un animale persino e degli amici...quelli veri. Quelli come Molly. Perciò si... -anche io sono felicissima- dico dando voce ai miei pensieri, con un sorriso soddisfatto. Non tutti possiedono il privilegio di una tale amicizia. E non tutti quello di avere due genitori come i miei. Mi ricordo quando, facendo delle analisi per trovare una veloce situazione al mio problema, avevano scoperto che, se ne avessi avuto il bisogno, non avrebbero potuto donarmi parte del loro fegato. È stato uno dei momenti più bui: una madre e un padre che non possono aiutare un figlio. Chiesero ai parenti: tre dei miei nonni erano morti e la quarta era talmente malata che nessun chirurgo sano di mente l'avrebbe operata. Così chiesero anche a quelli più lontani se fossero stati disponibili ad aiutarmi. Me li ricordo quando mi facevano un sorriso e mi dicevano che purtroppo nemmeno loro erano compatibili. Io non ci ho mai creduto: ho fatto le mie ricerche e, a meno che io non sia stata adottata, era matematicamente impossibile. Sospetto invece che gli avessero chiuso la porta in faccia. Che posso dire...l'amore è tutto ciò che mi resta. Non mi accorgo di essere stanca finché non faccio un inconsapevole, sonoro sbadiglio.

-Ehi- dice mio padre -se sei stanca dormi: non ti daremo fastidio- è sempre così attento a come sto.
-Grazie, si...in effetti sono stanca- in realtà non lo sono più di tanto, ma chi non ha mai avuto quella voglia di dormire così che sembrasse che il giorno dopo arrivi più velocemente? Ero sicura che vedere Molly mi avrebbe aiutata.

-Domattina probabilmente ce ne andremo prima che tu ti svegli, torneremo dopo pranzo con Molly- mi dice papà dandomi un bacio sulla fronte   -buonanotte tesoro-

-Buonanotte papà, mamma...- dico senza rendermi conto che ha chiuso gli occhi e che sta pregando silenziosamente. Sembra lo faccia talmente tante volte quante sbatte le ciglia e, in certi momenti, vorrei si concentrasse più su di me.

-Buonanotte John- dico allora rivolgendomi al mio anziano compagno con un sorriso.
-Buonanotte Max- ricambia lui caloroso. Sistemo il cuscino e le coperte, faccio in tempo a vedere mio padre asciugarsi un occhio e poi il buio.

Amore malatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora