-Sei sicura di non aver la febbre?- Mi chiede preoccupata la mamma per l'ennesima volta, mentre sposta freneticamente la mano dalla mia fronte alla mia guancia.
-Clair, per favore non ha nulla- interviene mio padre quasi rassegnato mentre cerca di salvarmi dalle grinfie della mamma in modalità "genitore immotivatamente apprensivo" anche se, in sua difesa, c'è da dire che non ho avuto un comportamento propriamente normale dopo aver letto quel biglietto; i sintomi della febbre c'erano tutti: battiti accelerati, rossore delle guance il tutto infarcito da uno stato catatonico, in cui sembravo esser caduta, dettato dalla mia incredulità.
-Sto bene mamma!- Esclamo quando mi rendo conto che vuole chiamare un'infermiera -Ero accaldata per il brodo e...per il resto sono solo stanca- cerco di convincerla senza successo.
-Infermiera?- Dice affacciandosi in corridoio. Io e papà ci scambiamo un'occhiata a metà tra il divertito e scocciato -Come è possibile che non ci sia nessuno? O che non ci sia un termometro in questa stanza?- Borbotta nervosa.
-Oh Nora!- Dice fin troppo ad alta voce vedendola uscendo per attirare la sua attenzione -Potresti venire un attimo?- La sentiamo chiedere. Mamma rientra nella stanza soddisfatta e aspetta l'infermiera.
-Max tutto bene?- Chiede preoccupata quest'ultima entrando, sembra aver corso per raggiungermi in fretta.
-Non mi sembra che tu ce l'abbia- decreta dopo che la mamma le ha ripetuto per l'ennesima volta le sue preoccupazioni.
-Visto?- Dico infastidita alla mamma -Te l'avevo detto!- Continuo, ma lei non sembra convinta, così si avvicina e ricontrolla, un'altra volta, la temperatura della mia fronte. È sorpresa:
-Quando l'ho sentita prima scottava molto di più ed era rossa...- si spiega giustificando il suo comportamento.
-Visto che sono qui approfittiamone: vi dispiacerebbe uscire mentre cambio vostra figlia?- Si rivolge ai miei. Sul volto di entrambi c'è un'espressione incerta ma non si oppongono.
-Si certo- dice la mamma comunque non troppo convinta. Nemmeno io comprendo il perché del cambio. Mi hanno dato un altro camice ieri sera. Mi controllo brevemente per vedere se mi sono sporcata ma sembra essere tutto apposto. Spero che ora, visto che siamo sole noi due, vorrà spiegarmi.
-Non ho bisogno di un cambio vero?- Le domando controllando se, uscendo, mamma e papà hanno chiuso la porta.
-Sai qual è il problema dei tuoi genitori?- Sento rispondermi, io sono incredula per ciò che mi ha appena chiesto.
-No...?- Provo, lei si siede sulla sedia dove prima era mia madre.
-Sono troppo ingenui per capire che loro figlia prova altri sentimenti oltre alla tristezza che compatiscono- mi spiega a voce bassa. Faccio una smorfia interrogativa.
-Quando tua madre mi ha chiamata prima, il dottor Crow era da poco uscito dalla tua stanza...non ci ho mai pensato seriamente fino ad adesso: credevo fosse tutta una mia fantasia, ma ora sono convinta. Sai ti ho vista spesso ronzargli attorno, una volta stavi passeggiando, un'altra lo hai richiamato come un bambino di cinque anni di fronte a tutti- ridacchia in un modo quasi fastidioso -e anche lui!- Esclama -A differenza degli altri pazienti che va a trovare si e no una volta ogni due giorni e per pochi secondi, lo si può trovare qui da te tutti i giorni e rimane per parecchi minuti- mi spiega. Ho gli occhi fuori dalle orbite e un nodo allo stomaco. Il battito mi accelera.
-Non fingere con me Max: non ne hai bisogno. Non sono qui per giudicarti, non sono qui per giudicare lui, anche se avrei da dirne molte...- mi rassicura alzandosi per venire a sedersi accanto a me. Mi prende una mano -sono qui per aiutarti, per metterti in guardia- mi dice più seria -io sono solo un'infermiera che vedi una volta ogni tanto e mi è comunque bastato poco tempo per rendermene conto. Anche i tuoi genitori prima o poi ci arriveranno se non stai attenta-
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Amore malato
ChickLit"Ho diciotto anni da due settimane, una vita sociale inesistente, sono depressa, vivo la mia vita tra casa e ospedale e il mio fegato è andato. Come se non bastasse il mio dottore mi ha abbandonata, lasciando letteralmente la mia vita nelle sue mani...