⚔️REGNO CRYFDER-I⚔️

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Percorsero il lungo corridoio che conduceva alla palestra con passo sostenuto, quasi correndo. Re Mikaelis Cryfder udiva il ticchettio dei passi della moglie alle sue spalle, si voltò e il pallido viso crucciato della regina Renee mal celava un leggero stato di preoccupazione. I passi dei sovrani erano accompagnati dal rumore di colpi attutiti e gemiti di sforzo, che rimbalzavano sulla volta a mattoni della palestra generando un'eco che amplificava lo scontro.

Una volta varcata la soglia, furono travolti dal combattimento corpo a corpo tra Meera e la loro nipote, Magda. Più in disparte, in un cantuccio dello stanzone adibito esclusivamente alla secondogenita, Micol si esercitava con l'arco. Concentrata come in battaglia, non si era accorta che i genitori avevano varcato la soglia della palestra.

Meera sferrò un pugno a Magda, che flesse le ginocchia e osservò la mano della cugina sfiorarle la punta del naso. La principessa Meera le pestò un piede e, approfittando dello stupore di Magda, le sferrò un secondo pugno, che questa volta andò a segno. Magda vacillò fino a cadere sul pavimento. Meera le si avventò addosso, immobilizzandola con grande soddisfazione.

«Hai barato! Pestare il piede non è una mossa di combattimento» disse Magda, toccandosi la guancia paffuta nel punto in cui era stata colpita. Il tozzo corpicino muscoloso balzò in piedi e la ragazza si legò i lunghi capelli color notte. I sottili occhi castagna non smettevano di fulminare la cugina.

«Tutto è lecito in guerra e in amore» si giustificò Meera, sistemandosi i capelli castani dietro le orecchie. Se la rideva di gusto, sicura del fatto che la rabbia della cugina sarebbe sfumata presto.

«Bisogna essere disposti a tutto se si vuole sopraffare l'avversario» così il re interruppe quell'atmosfera mista tra il ludico e il serioso. «Tua sorella non si è ancora accorta di noi» precisò con un sorriso pacato che gli ingentiliva i lineamenti duri del volto.

Meera lanciò uno straccio in testa alla sorella poco prima che questa riuscisse a scoccare la freccia. Micol si voltò innervosita, corrucciando le folte sopracciglia scure, e finalmente si accorse della presenza dei genitori.

Micol somigliava più alla cugina che alla sorella. Aveva la stessa pelle olivastra - appena rovinata dai segni dell'acne - e un largo naso che occupava il volto. I capelli scuri esibivano una frangetta spettinata e gli occhi neri avevano un taglio allungato verso il basso.

«Che ci fate qua?»

Li scrutò, era raro che si presentassero entrambi i genitori durante gli allenamenti. I sovrani sostavano uno accanto all'altro, avvolti nei loro splendidi abiti dorati che cozzavano con l'essenzialità della palestra.

Il re sospirò. ‹‹Vorrei presentarvi una persona. Rimarrà con noi a lungo, mi auspico, e sarà nostro ospite anche alla cena di stasera, ma ve lo vorrei introdurre già da ora›› sul viso di re Mikaelis apparve una falce di luna crescente.

‹‹Di chi si tratta, padre?›› chiese Meera, che preferiva di gran lunga le cene informali. L'ultimo ospite che si era seduto alla loro tavola era stato un commerciante che aveva tentato in ogni modo di convincere i sovrani che i suoi carri a cinque ruote fossero i mezzi più prestanti in assoluto per percorre in un battito di ciglia la vastità del regno Cryfder. Dopo quell'incontro seccante, la famiglia reale aveva deciso di limitare le cene a familiari e membri del consiglio.

Meera agganciò i suoi occhioni verdi a quelli scuri del padre, neanche volesse leggergli la mente. Chi era così importante da richiedere una tale introduzione?

Re Mikaelis osservò la figlia maggiore e percepì che nascondeva dietro una smorfia intransigente tutta la sua impazienza. Il sovrano fece cenno alle guardie di far entrare l'ospite.

LA GUERRA DEI TRE REGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora