I consiglieri che avevano servito la regina Tessa sfilavano di fronte alla nuova sovrana. Erano uomini anonimi, nulla di loro induceva in Diana un moto di rispetto o confidenza. I membri del consiglio Graca entravano nella sala del trono con una finta maschera di dolore e ne uscivano con una smorfia di stupore o indignazione.
«Questa è una nuova monarchia» recitò la nuova sovrana. «Non ho bisogno di voi».
«Principessa... mia regina» balbettò lord Virgil incurvandosi con la schiena. «Sono il consigliere di guerra... non potete fare a meno di me».
«Lord Virgil, con voi al comando del nostro esercito non dichiarerei guerra neppure ai pesci» lo canzonò Diana.
Non appena la regina Tessa aveva esalato l'ultimo respiro, i consiglieri si erano già accordati sul da farsi. Erano certi che la regina avrebbe messo sul trono la secondogenita e per loro sarebbe stato un compito banale riuscire a manipolarla a loro piacimento.
Invece dalle stanze reali era uscita Diana, il volto roseo rigato da lacrime che non si aspettava di versare. I consiglieri si erano inginocchiati, ma non erano riusciti a nascondere un moto di preoccupazione: Diana era imprevedibile e arrogante. Difatti, prima del calar della notte, tutti i membri del consiglio furono deposti.
Quando l'ultimo dei consiglieri fu congedato, nella stanza fece il suo ingresso il generale Cayo Rabirio, seguito dal suo braccio destro, il soldato Erasto.
Il generale si guardò intorno, gongolando. «Come l'hanno presa?»
«Come ci aspettavamo» rispose la ragazza. Diana accolse il marito con un sorriso forzato. Da soli, nel cuore del castello, tutti i suoi progetti diventavano reali.
«È un bene che la regina Tessa sia deceduta per cause naturali. Ci ha risparmiato una gran fatica».
Diana evitò di mostrarsi ferita da quelle parole. Il dolore per la scomparsa della madre stava già scemando, ma l'angoscia che le sue ultime parole le avevano suscitato non faceva altro che accrescere.
Per mesi Diana aveva sognato di spodestare la madre per vendicarsi della sua crudeltà e inabilità a governare perciò, quando aveva sentito parlare del temerario e spregiudicato generale Rabirio, non aveva esitato a proporgli il suo piano.
Cayo Rabirio era un uomo nato dal nulla. Delle sue origini nessuno seppe mai niente, neppure a Diana il generale aveva mai rivelato frammenti del suo passato. Non che lei glielo avesse mai chiesto. Negli ultimi anni era comparso nella scena militare, prima in punta di piedi, poi con irruenza. Si era circondato di uomini fedeli e adirati con il mondo. Erano compagni di armi, ma si chiamavano "fratello" l'un l'altro. Cayo era un capo capace e un generale ambizioso. Viveva nel regno delle Graca, ma non si faceva scrupoli a proporre il suo esercito a chiunque fosse capace di retribuirlo profumatamente.
A corte le opinioni su di lui erano ostili: veniva dipinto come un uomo immorale, crudele e ostinato; tutto ciò di cui Diana necessitava. Era anche rimasta affascinata dal suo aspetto, a palazzo le chiacchere sulla sua beltà echeggiavano in ogni andito. Cayo era alto e atletico, il suo corpo imponeva autorevolezza anche da lontano. I capelli neri e corti e lo sguardo penetrante, che pareva riuscire a decifrare l'animo del suo interlocutore ancor prima che lui cominciasse a parlare, l'avevano incuriosita. Lo aveva sposato da poche settimane, in segreto, e l'esercito del generale era diventato il suo. La prima cosa da fare sarebbe stata impadronirsi con la forza del regno Graca per poi conquistare gli altri due regni, ma l'improvvisa morte della regina Tessa li aveva preceduti.
«Possiamo procedere con il nostro piano» le ricordò Rabirio.
Diana scosse il capo ricoperto da corti capelli chiari, non sarebbe stato così semplice.
«Dovremmo attendere» gli disse e il volto del generale si incupì.
«Perché mai?»
«Il regno è in gravi condizioni. Non ci sono abbastanza fondi e gli anarchici stanno acquistando troppo potere e notorietà. C'è il rischio di una rivolta» lo informò, sperando di generare in lui la sua stessa angoscia.
«Perciò dobbiamo portare avanti il nostro piano! Con le risorse degli altri regni potremmo salvare il regno Graca».
«In queste condizioni il nostro esercito verrà distrutto in poche ore!» ribatté Diana. L'esercito reale unito alla milizia privata del generale avrebbero potuto sconfiggere le truppe Verstand con un piano ben strutturato, ma non avevano alcuna possibilità contro l'esercito Cryfder.
Rabirio si avvicinò al volto liscio della ragazza. «Non possiamo tirarci indietro».
Diana non si fece intimorire e non abbassò il suo sguardo di ghiaccio. «Tra pochi giorni ci sarà l'incoronazione, dopodiché salveremo il regno da rovina certa. Quando saremo abbastanza potenti da sostenere il confronto con gli altri due regni si potrà procedere con il piano».
Diana uscì dalla stanza, aveva voglia di lavarsi l'odore di morte e l'immagine di sua madre di dosso. E voleva parlare ancora con sua sorella Chandra.
«Se i Cryfder presenzieranno all'incoronazione, la principessa Magda non impiegherà molto a capire che cosa tramiamo» le disse l'uomo mentre la ragazza si accingeva a raggiungere l'uscio.
«Dille che l'amavi, ma che la vostra storia deve terminare».
«Non è una stolta» ribatté Rabirio. «E nemmeno la sua famiglia. Se sospettassero di noi, che cosa gli impedirebbe di attaccarci?»
«Non lo so» rifletté Diana ad alta voce.
A Rabirio quella risposta fece ribollire il sangue. Con passi rapidi si avvicinò di nuovo alla ragazza. «Ora sei una regina, "non lo so" è una risposta che non puoi permetterti».
Diana odiava quando le dicevano cosa fare o dire. Le ricordava la madre, i consiglieri e, in generale, ogni cortigiano del regno. Desiderava essere regina per avere il totale controllo sulle persone e affinché nessuno osasse più darle ordini.
«Ti ho detto che non proseguiremo con il piano» il tono della voce era infuocato, come il suo sguardo. «Piuttosto trova un modo per liberarci degli anarchici. Ai Cryfder ci penso io».
Se ne andò, lasciando Rabirio e Erasto, che era rimasto immobile come una statua in un angolo. Subito il soldato si avvicinò al suo generale.
«I Cryfder ci dichiareranno guerra» disse il ragazzo.
Il respiro del generale si era fatto rumoroso nel tentativo di placarsi. «Diana cambierà idea».
«E se non lo facesse?»
«Procedi con il piano secondario».
Erasto annuì e si allontanò marciando.
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LA GUERRA DEI TRE REGNI
FantasyUn precario equilibrio sorregge tre regni in cui sette ragazze fanno i conti con intrighi di corte, tradimenti e giochi di potere. Meera è costretta a sposare un ricco donnaiolo arrogante. Magda ha perso i genitori in un'epidemia di peste. Micol si...