⚔️REGNO CRYFDER-I⚔️

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«Non vi preparate per la festa a Cardea?» Darius entrò nella camera da letto con un giustacuore amaranto e una stampella nera.

Tornati al castello, avevano trovato Magda e Micol ad attenderli sulla soglia dei cancelli reali. Quando avevano visto il drago avvicinarsi all'accampamento erano riuscite a domare i cavalli e risalire in groppa. Gli animali non avevano voluto sentire ragioni e avevano cominciato a correre dalla parte opposta all'ombra del drago portandole fuori dalla valle, mentre le principesse avrebbero voluto tornare dai famigliari e aiutarli.

Re Mikaelis e la regina Renee avevano organizzato una festa nella piazza della capitale per festeggiare la vittoria e dare un ultimo saluto ai soldati deceduti. «C'è una carrozza che ci sta aspettando».

Meera indossava la camicia da notte ed era seduta sul letto a gambe incrociate.

«Non mi va di andare in mezzo alla folla» il viso della principessa si schiarì e per un attimo sembrò riacquisire la sua energia. «Potreste rimanere con me. Ho un'idea su ciò che potremmo fare».

Darius appoggiò il bastone al muro e si avvicinò alla principessa. Appoggiò le mani sul materasso, ai lati della ragazza, e le diedi un lungo bacio. Neanche lui aveva voglia di festeggiare in città.

*

Mentre il popolo Cryfder festeggiava per le strade, Adriel aveva trascorso la notte chiusa in una cella. Le pareti gelide e il buio interrotto solo dalla luna brillante come un faro nella notte le avevano fatto credere che quelli sarebbero stati gli anni più cupi della sua vita, ma, già dalla mattina seguente, tutto cambiò.

La scortarono in un'ampia stanza luminosa, decorata da arazzi e tende arancio. Alcune domestiche la lavarono e le curarono le ferite della battaglia, ma senza affetto o delicatezza. Gettarono via i suoi abiti sporchi di terra e sangue e la vestirono con un sobrio abito ceruleo come i suoi occhi. Domarono la sua folta chioma riccia in un semplice chignon, poi la lasciarono sola.

Subito Adriel si precipitò verso la porta, ma sia l'entrata che le finestre erano chiuse dall'esterno. Oltre il vetro limpido della finestra si poteva intravedere la capitale in movimento, con i camini fumanti e i suoi abitanti al lavoro e allungando lo sguardo intravide le famose pianure verdeggianti del regno Cryfder.

La maniglia della porta si abbassò e nella stanza entrarono le Cryfder e un soldato; anche le sue amiche erano vestite con gli abiti da corte. Meera rimase in disparte, lasciando parlare Micol a cui Adriel era più affezionata.

«Come vi sentite?» la principessa aveva un abito scuro drappeggiato in vita.

Adriel era lieta che Micol e Magda fossero sane e salve e non seppellite sotto un cumulo di macerie a causa sua, tuttavia, tentò di mantenere il tono più freddo e offeso possibile.

«Bene, date le circostanze».

«Ti presento è Griffith» disse Micol, incurante dell'allusione pungente dell'amica. «Sarà la tua guardia del corpo finché resterai al castello. Non è qui solo per controllarti, ma anche per proteggerti, in fin dei conti, molti ti vedono come una nemica».

Il ragazzo non indossava l'armatura di ferro dei soldati, ma calzari di pelle scura e una muscolatura di cuoio sopra la camicia. Quando fu presentato, rivolse alla principessa un sorriso sincero.

Adriel lo scrutò a lungo prima di ricambiare il saluto. Era alto, ma non doveva avere molti anni in più di lei; difatti, al corpo tonico e muscoloso si affiancava un viso bambinesco. La pelle chiara con le guance arrossate, gli occhi verdi e il ciuffo di capelli ramati gli donavano un aspetto innocente.

«Mi reputate una stolta?» si rivolse a Meera, appoggiata allo stipite della porta. «Mi fate pedinare da un ragazzo della mia età credendo che io rimanga ammaliata dalla sua bellezza e ubbidisca a tutti gli ordini? Siete fuori strada e anche troppo sicura di voi stessa».

Il ragazzo, se possibile, arrossì ancora di più e persino Micol e Magda non riuscirono a trattenere una risata, gesto che fece infuriare ancora di più la piccola Adriel.

Meera le si avvicinò, con il volto serio e stremato dalla battaglia del giorno precedente. Portava un corsetto dorato e una gonna verdognola come il nastro che le addobbava i capelli. «Non ho affidato io il compito a Griffith, ma il generale Tancino».

«Griffith è un suo lontano nipote ma non può far parte dell'esercito per un difetto al cuore per cui è stato trasferito nella guardia reale» aggiunse Magda.

«Il problema al cuore non è grave, solo non posso sostenere le infinite ore di allenamenti dell'esercito, principessa Adriel» precisò il soldato. La sua voce acerba confermò le ipotesi di Adriel: il ragazzo ancora un adolescente.

«In realtà, l'ho proposto io al generale Tancino» ammise Micol. «Lui voleva affibbiarvi un vecchio e noioso milite in pensione, ma ho pensato che sareste stata più a vostro agio con Griffith. Siete nostra prigioniera, non credo dobbiate soffrire più di così».

Adriel, imbarazzata, non riuscì ad articolare una giustificazione o delle scuse, per cui indossò nuovamente la maschera da principessa oltraggiata e diede le spalle al gruppetto, tornando a osservare la città che l'avrebbe ospitata per chissà quanti anni.

LA GUERRA DEI TRE REGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora