🥀REGNO GRACA-VI🥀

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Era stato un risveglio piuttosto brusco, non che fosse riuscita a dormire più di un paio d'ore. Non appena aveva adagiato la testa sul cuscino, i pensieri e le preoccupazioni avevano iniziato a sovrapporsi nella sua mente, componendo una fanghiglia angosciante che le avevano impedito di rilassarsi e prendere sonno.

Diana si chiedeva se la serva a cui si era affidata avesse comprato le erbe corrette, se le avesse preparate nella maniera indicata, se qualcuno l'avesse vista, se il piano avrebbe avuto successo. Il sole brillava da poco in cielo e già una serie di tonfi aggredirono la porta della sua camera, dando una risposta alle sue infinite domande.

«Maestà, svegliatevi! È successo un fatto allarmante nella camera di vostro marito!» gridavano le cameriere dall'esterno della sua stanza.

Diana si dipinse in volto l'espressione più accigliata del suo repertorio, si infilò una vestaglia adorna di piume sopra la camicia da notte e corse lungo il corridoio che conduceva alle stanze di Rabirio. Fu trascinata dalla folla di domestici curiosi e, mentre galoppava per i corridoi del castello, tante teste acconciate e occhi truccati spuntavano dalle porte socchiuse. 

Incontrò il viso della sorella, che dissimulava anch'esso preoccupazione, ma a differenza di Diana, Chandra si era vestita con cura, come se fosse sveglia da ore, e aveva portato con sé la sua alabarda dorata.

La calca di cameriere e valletti si arrestò alle porte della camera da letto del re, mentre al suo interno camminavano, in totale silenzio, il medico con alcuni dei suoi apprendisti, Frankia- la responsabile dei domestici- e un paio di uomini di Rabirio. Diana e Chandra si guardarono negli occhi e si fecero coraggio a vicenda per poi entrare, mano nella mano.

La camera era, come al solito, in perfetto ordine. Le tende erano leggermente aperte, permettendo ai tiepidi raggi solari di entrare per combattere il buio ancora carico di morte. La piccola ma lucida scrivania di mogano era immacolata, non c'erano né abiti né carte ad appesantirne la superficie dura. L'unico elemento che stonava con il lustro della camera, era il corpo che giaceva immobile tra le lenzuola azzurre.

Il medico, non appena le vide arrivare, fece un cenno alla sua apprendista più giovane, che scostò il telo per esporre a pieno le condizioni del corpo. Le membra erano ancora rigide e contorte, mentre il volto andava via via perdendo il ghigno di dolore che lo contraeva. Ogni centimetro di pelle era arrossato, neanche fosse divampato un violento incendio dall'interno della vittima, e raccapriccianti vesciche biancastre e bolle turgide di liquido giallastro tormentavano la pelle candida del corpo.

Chandra si avvicinò con cautela. I suoi occhi velati di lacrime non riuscivano a staccarsi da quell'immagine agghiacciante. Si posarono sugli occhi mielati della ragazza, che fissavano inermi il soffitto decorato. I rossi capelli di Alicia erano sparsi voluttuosamente sul materasso, ma alcune ciocche si erano schiarite fino a diventare grigie, come se la ragazza fosse morta di paura piuttosto che avvelenata.

«Come... come è possibile?» sussurrò Chandra, non tanto al medico, quanto a sé stessa.

«È stata trovata stamane dalla domestica» le rispose il medico.

«È la verità» si affrettò a confermare Frankia. «Volevo pulire la camera del re, come ogni mattina, invece ho trovato questo disastro».

«Dov'è il re?» domandò Diana, cercando di riordinare i suoi pensieri. Si accorse di far fatica a respirare, l'odore stantio del cadavere colpito dai raggi solari cominciava a riempire la stanza.

«A caccia» le rispose Erasto, il braccio destro di Rabirio. «Si è accampato nei boschi ieri sera in modo da partire all'alba. È stato informato dell'accaduto e sta tornando».

Diana non aveva idea che Rabirio avrebbe dormito nei boschi, nessuno aveva avuto la cura di avvertirla. E perché Alicia dormiva nel suo letto? La spiegazione era chiara, ma le doleva ammetterlo e sapeva che ancora di più sua sorella ne avrebbe sofferto.

LA GUERRA DEI TRE REGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora