«Ci siamo quasi» la rassicurò Chandra. «Tra poco la pendenza diminuisce».
«Vieni qui spesso?» chiese Diana con il fiato rotto dalla fatica. Lei non aveva mai visitato il tempio delle Systar, ma ne aveva sentito parlare. Era un luogo di preghiera e ritiro, talmente vincolato alla natura da risultare inaccessibile. Molti erano i pellegrini che intraprendevano la scalata per raggiungere il tempio e pregare insieme alle sorelle della Dea Ulfina.
Diana non era lì per implorare la Dea della bellezza. Doveva presentarsi a lei. Per tradizione, il nuovo sovrano doveva raggiungere il tempio e trascorrere una giornata con le Systar, che rappresentavano il nesso tra il mondo terrestre e quello divino. Diana, dialogando con le religiose, avrebbe conversato con la Dea Ulfina e quest'ultima, attraverso le Systar, avrebbe udito e consigliato la nuova monarca.
Per Diana le Systar erano donne sole e spaventate che preferivano rifugiarsi in cima a un monte piuttosto che affrontare i problemi della vita reale. La cerimonia che si sarebbe svolta non era altro che una fesseria da raccontare al popolo per far credere che il nuovo sovrano fosse stato accettato dalla Dea quando, in realtà, era il lignaggio che guidava la successione.
«A volte» mormorò la sorella, ma la destrezza con cui si inerpicava suggeriva tutt'altro.
Diana non ebbe modo di indagare che si ritrovò sulla cima del monte Fydd, persa in un deserto di roccia nuda. Lo sguardo della ragazza si perdeva tra i blandi rilievi di roccia biancastra mentre il cielo intriso di nuvole cinerine si confondeva con i contorni del paesaggio. Ciò che colpì Diana fu l'assenza di odori e suoni. Vi erano sciami di gracchi dal piumaggio nero e lucido che volavano sopra le loro teste senza emettere alcuno schiamazzo, sembravano spiare ciò che accadeva sulla cima del monte. L'aria era talmente fresca che percepiva l'interno del corpo congelarsi a ogni respiro, era una sensazione rigenerativa e dolorosa allo stesso tempo.
Quello spettacolo le fece riaffiorare le storie sulla nascita dei tre regni. Si formarono quando il Dio della guerra decise di sfidare gli altri due. Il Dio Fos, signore delle armi, conquistò senza sforzo il territorio più ampio. Le sinuose colline, le pianure rigogliose e il clima mite del suo regno sembravano voler contrastare la ferocia e l'inclemenza del Dio, e al tempo stesso garantivano un luogo e un clima adatto a lunghe sessioni di combattimento.
Solo il Dio Ukiri, signore dell'astuzia riuscì a contrastare il Dio della guerra, ingannandolo quel poco che bastò per assicurarsi un lembo di terra umido e ricoperto da fitte foreste. Il Dio dell'astuzia scoprì presto il potenziale del suo regno: le macchie di vegetazione selvaggia si gettavano in mare con lingue di roccia e il rumore impetuoso dei flutti era ideale per mettere ordine ai pensieri del Dio.
La Dea Ulfina non poté competere con i due Dei, ma - sfruttando la sua dote migliore - li sedusse e riuscì a insediarsi in un piccolo territorio montuoso e aspro. Il suo regno non soddisfaceva la sua natura vanitosa e fu proprio la Dea della bellezza che, per prima, generò gli uomini. Diede origine al suo popolo a partire dal suo ventre. Gli uomini e le donne che creò erano lo specchio del suo malcontento per quel regno così dissestato e impervio. Le case e i ponti che gli uomini costruivano mal si adattavano al terreno sghembo ed erano continuamente sconfitti dai venti che serpeggiavano tra le vette appuntite dei monti. Per sfidare le intemperie del paesaggio e del clima, la Dea Ulfina insinuò nella mente della prole il desiderio del piacere continuo, la ricerca sfrenata della magnificenza.
Perciò il popolo della Dea viveva in catapecchie dalle mura inclinate e si nutriva di rape e cipolle, ma aveva il capo addobbato da acconciature alte come i monti che li circondavano e abiti di pavone che si gonfiavano e si agitavano grazie alla potenza del vento. Per premiare la loro bellezza, la Dea Ulfina costruì una rocca di ossidiana in cima al monte Hatun, un massiccio monte che guardava dall'alto le altre cime come una madre osserva i propri figli nascosti dietro la sottana, e vi pose al suo interno la famiglia Graca, la cui prole ogni anno si abbelliva di fanciulli e fanciulle armoniosi e attraenti.
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LA GUERRA DEI TRE REGNI
FantastikUn precario equilibrio sorregge tre regni in cui sette ragazze fanno i conti con intrighi di corte, tradimenti e giochi di potere. Meera è costretta a sposare un ricco donnaiolo arrogante. Magda ha perso i genitori in un'epidemia di peste. Micol si...