⚔️REGNO CRYFDER-I⚔️

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«Perché non abbiamo preso due cavalli diversi?» Meera tentava di trovare la posizione più comoda, ma il corpo del marito non era di aiuto.

«Mi piace starti vicino» Darius avvicinò ancora di più il suo bacino a quello della principessa, consapevole, e anche un pizzico divertito, che quel gesto l'avrebbe fatta infuriare.

«La smettete?» Magda galoppò di fianco alla coppia per mostrare la sua espressione disgustata di fronte a quelle smancerie. «La casa dovrebbe essere quella laggiù».

Tra i profili sinuosi delle colline verdeggianti, si intravedeva una solitaria casa di legno e mattoni. Il cielo era limpido, ad eccezione di filamentosi cirri bianchi che ricordavano le onde spumose del mare.

«Sì, è quella» confermò Micol. «Andiamo».

Partirono al galoppo, nessuna di loro lo disse, ma gareggiarono fino a quando non raggiunsero la soglia dell'edificio. Legarono i cavalli al palo di legno che si trovava di fronte alla casa e sostarono per qualche istante di fronte alla porta di legno mangiata da tarli. Collane di edera si infilavano tra i buchi nei muri e diverse tegole del tetto mancavano, come denti nel sorriso di un anziano.

«Che cosa si dice su questa abitazione?» chiese Darius e subito Micol gli rispose:

«Apparteneva a una coppia di contadini, il marito era estremamente violento e picchiava la donna ogni notte. Una volta, durante una cena in cui erano stati invitati i contadini che lavoravano la terra limitrofa, egli beffeggiò talmente tanto la moglie che quest'ultima, non potendo sopportare la pubblica derisione, accoltellò il marito e chiunque ridesse alle sue battute. La casa è rimasta disabitata per anni perché chiunque abbia provato a viverci, afferma di aver sentito le grida degli invitati e la risata omicida della donna».

«Ottimo» deglutì il principe.

«E chi ha scelto questo posto?» domandò rabbrividendo la cugina.

«L'ho scelto io, Magda. Proprio perché è isolato e nessuno ha il coraggio di avvicinarsi» le rispose Meera mentre entrava nell'edificio, ma, per quanto si professasse temeraria, controllò di avere le sue due spade a portata di mano.

L'interno della casa molto più malmesso di come le principesse si aspettavano. Vi erano ragnatele di crepe che scalfivano i muri, scarafaggi grossi come pesche e il mobilio ammuffito aveva una pesante coperta di polvere addosso. Tuttavia non c'erano calcinacci e l'edificio non sembrava in procinto di cadere a pezzi. E soprattutto, non c'erano cadaveri accoltellati e abbandonati al suolo o grida assassine che tormentavano il silenzio tombale della casa.

Uno scricchiolio leggero interruppe quella calma piatta.

«Di là» Meera si diresse verso la fonte del suono, seguita dal resto della sua famiglia, che camminava in maniera più timorosa.

«Certo, seguiamo i rumori che ci porteranno dritte ai fantasmi» bisbigliò Magda.

Ad attenderle nell'altra stanza, c'erano effettivamente due fantasmi. Erano due ragazze dal viso pallido, sporche di terriccio e sangue e con il terrore impresso negli occhi.

Magda si irrigidì e il volto divenne paonazzo. «Avevi detto che c'era solo Chandra» gridò a Meera.

«Ho mentito, altrimenti non saresti venuta» rispose Meera. Due notti prima aveva ricevuto la lettera di Chandra, consegnata da Gloria. Quando erano piccole, Meera raccontava sempre la storia di quell'edificio infestato e Chandra ne era rimasta talmente terrorizzata che si ricordava ogni dettaglio e l'aveva proposto come punto di incontro.

«Certo che no!» gridò Magda, se avesse saputo che Diana si era rifugiata nel suo regno avrebbe galoppato tutta la notte per raggiungerla e prendersi la sua vendetta. Diana non le rivolse neanche il solito sguardo dispregiativo.

LA GUERRA DEI TRE REGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora