Dolci preoccupazioni

723 13 1
                                    

Cap.su richiesta!!!

La mattina era fresca e luminosa quando mi svegliai accanto a Chloe. Lei giaceva lì, con i capelli sparsi sul cuscino, il ventre lievemente gonfio. La osservai per un momento, il suo pancione cresceva sempre di più.

«Chloe» sussurrai, quando aprì gli occhi «Come stai?» le accarezzai la guancia.
«Buongiorno» sorrise sarcastica, «sto bene, Vinnie.»

Ma io non mi accontentai di quella risposta. Mi alzai dal letto e andai in cucina per preparare la colazione. Tornai con un vassoio carico di frutta fresca, yogurt e pane tostato. «Devi mangiare bene per il nostro bambino,» dissi, sistemando il vassoio sulle sue gambe.

Chloe rise. «Sei il mio angelo custode, lo sai?»
Mi sedetti accanto a lei e le presi la mano.
«Voglio solo che tu stia bene. La gravidanza è una cosa meravigliosa, ma può essere spaventosa.»

Chloe annuì. «Lo so. Ma abbiamo fatto tutti gli esami, e il dottore dice che tutto va bene.»

Mi alzai e andai a prendere il cellulare.
«Forse dovrei chiamare il dottore di nuovo. Solo per essere sicuro.»

Chloe mi fermò. «Vinnie, fidati di me. Se ci fosse qualcosa di sbagliato, lo sapremmo.»

Mi morsi l'interno della guancia per rimanere in silenzio e per non fare sempre di testa mia.
Facemmo colazione insieme, fin quando Chloe cercò di alzarsi dal letto ed io la sollevai immediatamente.

«È tutto ok, ti aiuto io.» Sospirai, cercando di tranquillizzare più me che lei.

Chloe scoppiò a ridere.
Era davvero bella, i ciuffi di capelli le ricadevano sul viso, aveva una mano sulla pancia e l'altra sulla schiena.

«Voglio solo andare a fare una doccia.» Disse.

«Vengo con te.» Affermai deciso, «Sei incinta, avrai pur bisogno del mio aiuto!» continuai.

Chloe mi baciò rapidamente la guancia.

«Sei sempre il solito pervertito!» Esclamò allusiva.

«Dio, no! Non è per quello!» Balbettai, «Voglio solo che tu stia bene.»

Chloe scoppiò a ridere, «Che stupido che sei» mi prese per mano e mi condusse verso il bagno. «Stavo scherzando.» Disse.

Mi baciò con tenerezza e sentii la pelle d'oca quando il suo ventre sporgente toccò il mio corpo.
L'accompagnai in bagno, non oppose resistenza quando iniziai a spogliarla. I suoi seni erano tondi e grandi, molto invitanti. Il suo corpo era cambiato, mi piaceva questo nuova versione di lei.

Quando entrò in doccia mi fermò: «C'è la faccio, tranquillo.» disse premurosamente.
Decisi di non insistere e sgattaiolai via dal bagno.

Nell'attesa guardai un episodio di My hero Academia sul divano.

«Tesoro vieni un attimo?» sentii.

Misi in pausa con il telecomando.

«Vinnie, aiutami!» sentii ancora.

Quando mi accorsi che era la mia Chloe a chiamarmi trasalii.

Cristo, piccola arrivo.

Feci una corsa al piano superiore ed entrai nella nostra camera da letto. Il letto matrimoniale a baldacchino era ancora disfatto e miei vestiti erano per terra.

Chloe era dinnanzi allo specchio, con un abito estivo dai toni del rosa e del bianco. Quando mi vide sorrise e spostò i suoi capelli biondi su una spalla, concedendomi una visuale sexy della sua schiena scoperta.

«Che succede, biondina?» le accarezzai un fianco e la baciai, «hai dolori?»

Scosse la testa e mi diede la schiena.

«Non riesco a tirare su la zip, potresti essere così gentile da darmi una mano?» disse in modo angelico.

Afferrai la zip e la feci scorrere lungo la sua schiena, la sua pelle era morbida e liscia.
Il mio bacino si attaccò involontariamente al suo sedere e sorrisi sotto ai baffi quando le feci sentire tutta la mia erezione.

«Ti ho fatto...?» iniziò a dire.
«Decisamente.» Affermai.

Si strusciò contro il mio bacino fino a farmi gemere.

«Non l'ho fatto apposta.» Disse.
«Bugiarda.» Le assestai una pacca sul sedere e lei strillò divertita.
«Ok, forse l'ho fatto per divertirmi.» Sghignazzò.

Le afferrai la gola e mi avvicinai al suo orecchio. Chloe deglutì rumorosamente.
Con voce roca sussurrai:

«Ringrazia che sei incinta perché le cose pacate non fanno per me.» Dissi allusivo.

La lasciai lì, con lo sguardo eccitato e con il fuoco che ardeva nel suo corpo.
Mi piaceva stuzzicarla.

«Fa presto, ti porto a pranzo fuori!» Gridai dal pianerottolo.

RICHIESTE APERTE!!

Un'oscura storia d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora