Siamo diventati nonni

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Cap. su richiesta!!

A volte, quando mi fermo a riflettere, mi sembra che il tempo sia scivolato via senza che me ne accorgessi.

La casa, che un tempo era il centro della nostra vita, è diventata un po' più silenziosa, ma ancora ha quel calore che solo un luogo che ha visto crescere una famiglia può avere.

Eppure, quando guardo i miei figli — Anastasia, Will e Vanessa — ormai adulti con i loro bambini, non posso fare a meno di chiedermi dove siano finiti tutti quegli anni.

Il passare del tempo è ineluttabile, ma in qualche modo, quando sono con loro, riesco a sentire ancora quella stessa magia di quando eravamo giovani e avevamo il mondo tutto davanti.

Mi ricordo bene quei pomeriggi.

Erano giorni come tanti, ma che nel cuore della mia memoria sono diventati preziosi.

Quello che più mi manca, in fondo, sono le cose semplici: l'odore dei biscotti appena sfornati che invadeva la casa, le grida di Vinnie che riempiva le stanze ogni volta che giocava al pc , il suono dei bambini che correvano e si inseguivano per il corridoio.

Adesso sono i miei nipoti a correre ovunque, proprio come facevano i loro genitori.

E io, con le mani in tasca e un sorriso che non mi lascia mai, continuo a preparare i biscotti come facevo una volta, quando i miei figli erano piccoli.

Non è cambiato nulla, se non la vita che ha continuato a fluire.

Era uno di quei pomeriggi di fine autunno, quando la luce del sole era più morbida e il vento fresco portava con sé l'odore delle foglie cadute.

Io ero in cucina, il mio posto preferito della casa.

Il forno era acceso, la farina sparsa sul piano di lavoro, e le uova pronte per essere sbattute.

La mia ricetta per i biscotti alla vaniglia, quella che avevo preparato migliaia di volte, mi faceva sentire più giovane.

Non c'era niente di più rassicurante che vedere i bambini radunarsi intorno al tavolo mentre preparavo l'impasto, o annusare l'aria mentre il forno lavorava per creare quel dolce profumo che amavano tanto.

A un certo punto, uno dei bambini — Lucas, il figlio di Anastasia — mi si avvicinò con il suo viso paffuto e gli occhi pieni di curiosità.

«Nonna, posso aiutarti a fare i biscotti?» mi chiese, timidamente.

Nonostante fosse ancora piccolo, con le mani che non riuscivano a prendere bene la farina e a modellare l'impasto, sembrava che volesse essere parte di tutto quel processo, come se volesse condividere con me quel piccolo segreto di famiglia.

«Sì, tesoro,» gli risposi, sorridendo mentre gli passavo un piccolo pezzo di impasto. «Ma non farlo cadere, altrimenti non ci saranno più biscotti per nessuno!»

Mi guardò con gli occhi spalancati, come se stesse scoprendo un mondo nuovo, e subito si mise a lavorare con me, felice come non mai.

Nel frattempo, Vinnie stava preparando il suo rituale.

Si sedeva sempre nella stessa poltrona accanto al camino, un posto che ormai aveva preso come "territorio" per le sue letture.

Ogni pomeriggio, dopo aver mangiato i biscotti e fatto qualche chiacchiera, cominciava a leggere ad alta voce.

I suoi libri erano sempre gli stessi: favole, storie antiche, racconti che conoscevamo a memoria.

Ma ciò che rendeva speciali quei momenti era il modo in cui lui li raccontava.

Non leggeva semplicemente.

Li viveva.

Con la sua voce, i personaggi prendevano vita, la storia diventava un'avventura da cui non volevamo mai staccarci.

I bambini si accoccolavano intorno a lui, sui cuscini del divano, oppure accanto a me, mentre i loro occhi non lasciavano mai la sua bocca, aspettando con ansia la prossima battuta.

Un pomeriggio in particolare, Vinnie aveva deciso di leggere "Cappuccetto Rosso".

Quando era il suo turno di raccontare la storia, sapeva sempre come fare un'entrata trionfale.

Si sedeva, si appoggiava al bracciolo della poltrona con un sorriso complice e iniziava, dando a ogni parola il peso giusto. «C'era una volta, in un villaggio lontano, una bambina che tutti chiamavano Cappuccetto Rosso...» diceva con voce grave, come se stesse per raccontare un segreto.

I bambini si tiravano più vicino, ansiosi di sapere cosa sarebbe successo dopo.

Quando arrivò il momento del lupo, Vinnie alzò la voce, facendola diventare tutta roca e misteriosa: «Non avrai scampo, Cappuccetto!»e noi, da adulti, ci scambiavamo uno sguardo divertito, consapevoli che Vinnie stava aggiungendo quella piccola dose di teatralità che rendeva tutto ancora più speciale.

Ma non finiva lì.

Poi cambiava improvvisamente tono, passando alla voce affettuosa del lupo. «Ma alla fine, io sono stato un lupo gentile, sai?» aggiungeva ridendo, mentre i bambini esplodevano in una risata fragorosa.

Ogni volta, le storie di Vinnie erano così diverse, così vive, che sembrava di tornare indietro nel tempo.

I miei figli, Anastasia, Will e Vanessa, erano sempre stati abituati a sentire le stesse favole, ma sembrava che, a ogni nuovo ascolto, ogni parola fosse come una sorpresa.

Anastasia, che ormai era madre a sua volta, rideva di cuore quando vedeva i suoi figli così rapiti.

Eppure, nelle sue risate, c'era anche un po' di nostalgia, come se rivedesse se stessa, piccola, accoccolata tra me e Vinnie, mentre ascoltava le stesse storie.

Quando i biscotti erano pronti, il profumo che invadeva la casa era irresistibile.

I bambini si affollavano in cucina, ognuno con le mani in attesa di ricevere la sua porzione.

«Nonna, posso averne uno subito?» mi chiedevano in coro, mentre cercavo di mettere tutto in ordine per servirli.

Io ridevo e, senza mai perdere la calma, li facevo sedere a tavola. «Uno, e non di più!» li ammonivo scherzosamente, ma loro mi conoscevano bene e sapevano che sarebbero stati viziati a sufficienza.

Seduti tutti insieme al tavolo, la casa sembrava per un attimo tornare indietro nel tempo, come se fossimo di nuovo una famiglia giovane.

Le risate, il calore dei biscotti, le storie di Vinnie che ancora facevano ridere e sognare.

Non c'era più quella frenesia dei primi anni di matrimonio, quando il tempo sembrava sfuggirci tra le mani.

Ma ora c'era una nuova pace, un nuovo tipo di felicità che arrivava dal vedere la vita continuare, da sapere che, nonostante il passare degli anni, c'era ancora tutto un mondo da scoprire insieme.

Ricordavo un altro giorno in particolare.

Eravamo tutti seduti in salotto, i bambini accoccolati intorno a Vinnie, i biscotti ormai spariti, il silenzio che si era fatto dolce e confortevole.

Vinnie, con il suo sorriso imperturbabile, continuava a leggere, mentre io mi perdevo nei suoi occhi, vedendo in lui ancora quel ragazzo che mi aveva fatto innamorare.

E in quel momento, con i nostri nipoti che ascoltavano attentamente ogni parola, capii che, in fondo, il tempo non ci aveva davvero separato.

Avevamo costruito qualcosa che andava oltre gli anni: un legame che non si sarebbe mai spezzato.

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Molto nostalgico, spero di scrivere di un Vinnie e di una Chloe più giovani⭐️💬

Un'oscura storia d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora